Torna la Nuland. Guerra all’Iran più vicina?

Ovviamente ritornano:

“Biden riporta Victoria Nuland al Dipartimento di Stato americano”,  si allarma il tedesco Deutsche Wirtschafs Nachrichten

Victoria Nudelman (in arte Nuland) sposata Kagan (il marito, super-neocon, è stato il cofondatore del fatale Project for a New American Century  che nel 1999 progettò il successivo ventennio di guerre americane per Sion, la destabilizzazione dei regimi laici nel mondo islamico a cominciare da Saddam , e previde la necessità di una specie di “nuova Pearl Harbor”, che poi i suoi membri nel governo Bush jr – Rumsfeld, Cheney, Wolfowitz eccetera – avverarono l’11 Settembre 2001), insomma lei: quella che nell’inverno del 2014 ha destabilizzato l’Ucraina, finanziando con 5 miliardi di dollari (lo disse lei stessa al Congresso) le rivolte di piazza Maidan per staccare il paese dalla Federazione russa; che a Maidan andò personalmente a distribuire dolci ai manifestanti anti-russi; e pochi giorni dopo, cecchini spararono sia sulla folla sia sui poliziotti che la contenevano, trasformando deliberatamente la manifestazione in insurrezione: come appurò il grande nostro Gianni Micalessin, che addirittura intervistò i cecchini – georgiani addestrati in Polonia – che fecero 80 morti fra polizia e manifestanti.

A quel tempo la Nuland era la massima diplomatica statunitense per l’Europa, ambasciatore della NATO e portavoce del Dipartimento di Stato sotto Barack Obama. Quando l’ambasciatore USA a Kiev Geoffrey Pyatt, le aveva detto al telefono che nel progettato cambio di regime a Kiev sarebbe stato opportuno includere nella decisione l’Europa, la Nudelman (in arte Nulan) rispose: “Vaffanculo la UE!”. La telefonata fu intercettata dai russi che la diffusero.

Per questo l’intelligence germanica è alquanto allarmata di trovarsi questa furia neocon come “numero 3” al Dipartimento di Stato, appena sotto il nuovo segretario di Stato Anthony Blinken (ebreo come lei) e la numero 2 Wendy Sherman (sì, avete indovinato).

L’ex vicepresidente del BND (Bundesnachrichtendienst, lo spionaggio estero) , Rudolf Adam, ha rievocato quelle telefonate del 2014 intercettate a Mosca,e da Mosca fornite ai tedeschi: “Hanno discusso gli scenari di come gli sviluppi dovevano essere provocati. Parlavano come boss mafiosi che si stavano dividendo un nuovo mercato di spaccio in un retrobottega (…) diplomatici professionisti parlano di un altro paese come i governatori parlano di una provincia, di come avviavano il processo di formazione di un nuovo governo (a Kiev) – gli Stati Uniti non furono affatto un osservatore neutrale, ma contribuirono attraverso il supporto organizzativo, i consigli tattici e l’aiuto logistico a trasformare la manifestazione di Maidan nel movimento rivoluzionario che portò al rovesciamento di Yanukovich”, il presidente filorusso e al golpe di Kiev – a cui Putin dovette rispondere riprendendosi la Crimea, con la sua cruciale base navale, che la Nudelman voleva accaparrare alla NATO.

Questo ritorno prospetta una certezza: che gli Stati Uniti saranno trascinati a fare un’altra guerra. L’ultima per Sion. Ad “Amalek”, che ha subito infinite provocazioni esplosive, attentati israeliani a personalità di primo piano, ed è già pesantemente minacciato nel Golfo Persico da sottomarini israeliani e portaerei americane, e le cui forze armate stanno sventando disperatamente già un false flag dopo l’altro.

(Da segnalare in controtendenza una novità delle ultime ore : il nuovo capo del Pentagono scelto da Trump, Christopher C. Miller, ha ordinato alla portaerei Nimitz di venir via dal Golfo Persico: uno sforzo in extremis di ridurre l’escalation. La Nimitz nel Golfo era stata mandata all’estremo sacrificio? Vecchissima (varata nel ’72) e costosissima da smantellare – come le Twin Towers – , il suo affondamento, inevitabile nel Golfo, avrebbe offerto il casus belli e anche la soluzione più economica per lo smaltimento)

L’uomo messo a fare il ministro degli Esteri di Biden, Anthony Blinken, che comanda sulla Nudelman, è dipinto come un pragmatico che vorrebbe invece far rientrare Washington nell’accordo sulla limitazione del nucleare iraniano che Trump ha stracciato (su istigazione di Jared) e scongiurare il conflitto armato.

Certo, certo. “ Blinken era uno dei massimi consiglieri di Biden quando l’allora senatore votò per autorizzare l’invasione statunitense dell’Iraq e Blinken aiutò Biden a sviluppare una proposta per dividere l’Iraq in tre regioni separate basate sull’identità etnica e religiosa, riporta The Daily Beast “: lo scrive il Deutrsche Wirtschaft Nachrichten. Inoltre, “in qualità di vice consigliere per la sicurezza nazionale, Blinken ha sostenuto l’intervento militare in Libia nel 2011 e nel 2018 ha contribuito a fondare WestExec Advisors, una “società di consulenza strategica” che mantiene segreti i suoi clienti. Jonathan Guyer scrive su American Prospect: “Ho appreso che Blinken e Flournoy hanno utilizzato le loro reti per costruire un’ampia base di clienti all’intersezione tra tecnologia e difesa”.

Dunque guerra sarà. Forse prima di quanto pensiamo. Speriamo solo che resti confinata nel Golfo e non coinvolga l’Europa, cosa tutt’altro che certa. Anche nel caso migliore, c’è da aspettarsi che manchino carburante e combustibile, gas e petrolio diventino cari e rari, e si vada al razionamento di questi beni esteri che importiamo.