Stupefatti a Rai3

Su Rai 3 ho sentito una lunga trasmissione sugli omicidi quasi-strage (23 proiettili ad altezza d’uomo ha contato la polizia) compiuti a Monreale da un diciannovenne di Palermo per motivi assolutamente futili, anzi inesistenti, giusto per sfogare il cuore dalla rabbia che alcuni suoi coetanei gli avevano procurato.Nella combo piazza Duomo, il luogo della sparatoria a Monreale e, nei riquadri, le tre vittime: da sinistra Andrea Miceli, Massimo Pirozzo e Salvatore Turdo. Ansa/ Igor Petyx/Facebook

Rai3 è quasi per definizione il teatro di esibizione e l’espressione più seria della cultura progressista; colpiva lo stupore degli”intellettuali” progressisti davanti al crimine come non se lo sapevano spiegare, la pochezza delle analisi e quindi l’incapacità di diagnosi . Un prefetto intervistato ha definito “irrazionale” ; non so quale docente universitario di “psicologia dell’età evolutiva e psicoterapeuta” (che non mancano mai di essere chiamato con la loro autorità a spiegare “il mondo giovanile”) ha impapocchiato un vacuo argomentare sul far capire “le emozioni”, più precisamente “le emozioni dell’altro” agli sparatori minorenni. .

Nessuno aveva nel suo bagaglio culturale la capacità di riconoscere nello sparatore di 19 anni un barbaro non civilizzato; nessuno di loro aveva non dico la coscienza,ma la nozione di quel fatto sociale radicale grandioso che Ortega y Gasset chiamava “invasione verticale dei barbari”, la consapevolezza che i 400 mila neonati che ogni anno vengono al mondo in Italia sono barbari che invadono la civiltà da dentro invece che da fuori, e che la società degli adulti ha la responsabilità di educare, altrimenti a 19 anni appaiono sulla scena come omicidi sparatori e accoltellatori letali per futili motivi, o bulli spietati che, con crudeltà senza limiti, perseguitano i loro coetanei più deboli fino a distruggerli, a volte fino a spingerli al suicidio.

Lo stupore era che i giovani non fiorissero felici e sereni e contenti nella libertà che il progressismo aveva conquistato e adesso donava loro: liberati finalmente da ogni “repressione” e da ogni tabù, dai timori repressivi della religione – abbiamo cancellato i 10 comandamenti e sostituiti coi Diritti Umani ONU, fra cui il principale e il diritto degli omosessuali a esibire il loro non-più-vizio, come accade che invece di incularvi felici – cosa che noi approviamo – vi mettete a sparare e accoltellare? Ovviamente, nemmeno il minimo sospetto che educare i barbari al relativismo morale, o alla franca immoralità in un aspetto dell’agire umano (come la sensualità e il sesso) compromette e indebolisce gli altri; il rifiuto di attuare socialmente dei divieti, non può che portare allo sparatore minorenne.

La cancellazione perfettamente riuscita di ogni oscurantismo, come l’aldilà e il timore della pena eterna, non viene vista da nessuno di questi intellettuali progressisti come nemmeno ipotetica causa del disastro sociale dell’irrompere dei giovani barbari, ormai ineducabili, al possesso della pistola e del coltello.

Ciò dimostra ancora una volta che i progressisti non sanno trasmettere il progresso,per un motivo semplice: la loro cultura consiste nello screditare la tradizione, e la tradizione consiste appunto nel consegnare (tradere) ai giovani barbari le conoscenze superiori già raggiunte, per lo più a caro prezzo, dagli antenati, onde ogni generazione di giovani non siano costretti a ricominciare da capo. Possono accettare di trasmettere nozioni tecniche e scientifiche e giuridiche come parti staccate, ma non delle conquiste più alte – che sono le radici che le hanno fatte vivere.

Hanno liberato la società, e si sono liberati, del timor di Dio e della imposizione sociale (non sia mai!) di una morale religiosa, e non riescono a capire qual è, nella vita dei giovani barbari: privati (“liberati”) da Dio, nulla vale più la pena.

Anche letteralmente – senza Cristo che rende le sofferenze un merito per la vita eterna, qualunque pena (sofferenza) è insensata. Persino la sofferenza del tutto relativa e la frustrazione inevitabile nell’apprendere un mestiere , che diventa “bello” e premio a se stesso quando lo si sa fare bene, “a regola d’arte”. Quale giovane barbaro vuol imparare un mestiere tecnico non glamour (=di cui la tv non ha parlato) e che darà un salario più che decente ma non da milionario ?) è così che le aziende lamentano che gli manca il 70 per cento dei carpentieri in ferro di cui hanno bisogno. Non il 20, il 70. Ancora qualche anno e nessuno, lo saprà più fare. Un arretramento decisivo della civiltà materiale indotto dallla mancanzaa di Cristo.

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