QUESTO POPOLO DEI TEMPI ULTIMI

(M.B.)  Ricevo questa lettera di un fedele lettore. Un affresco  della realtà della “gente normale” in Italia, francamento spaventoso. Un groviglio di disperata, infelice  ricerca del piacere più dozzinale, a rimpiazzare la mancanza di senso di una vita che non ha più motivo. Quando la gente “normale” diventa così anormale,  è chiaro che i tempi di un Grande Castigo sono vicini.  Il lettore ha provato un orrore cosmico, di fronte  alla realtà di questo popolo. 

Ovviamente qualche troll deriderà. Non resta che citare Sedlmayr: “Il peccato significa, in ogni tempo, un estraniarsi dalla vita divina.  Questa concezione è andata del tutto perduta nell’uomo del secolo ventesimo oggi, nella migliore delle ipotesi, l’uomo riesce ancora a capire il peccato in maniera grettamente morale, ma non riesce a considerarlo come un turbamento del cosmo umano, dell’intera vita e delle fonti di essa”.

 

 

Gentile direttore

 

Le scrivo  perché riscontro nel tempo che stiamo vivendo i “tempi ultimi” dei quali lei ha parlato in diverse conferenze. Non parlo di segnali “biblici” ma di segnali di un sistema che sta collassando, come lei stesso definisce il “capitalismo terminale” e di come il degrado dell’essere umano sia arrivato al punto di non ritorno.

 

Vivo in un paese di provincia con meno di settemila anime che lo popolano (quasi duemila delle quali non autoctone) e vedo  nella piccola scala del mondo che compone il mio habitat una proiezione del pianeta a dir poco inquietante. Frequento quotidianamente un bar ove ho diversi amici, diciamo che in una giornata tipo (nell’oretta che sono al bar) vedo dalle dieci alle trenta persone; ebbene, di queste trenta persone nelle giornate di punta ne conosco pochissime che non facciano uso di sostanze stupefacenti (io spesso abuso di alcol, ma sto parlando appunto di altro). Quello che a mio parere è l’uso di droga dovrebbe essere una fuga dalla realtà (che data la sua insopportabilità, spesso è comprensibile, anche se non giustificabile), ne consegue che la funzione della droga in utilizzo dovrebbe essere di stordimento et similia, invece vedo usare un sacco di cocaina, droga che fa essere “più performanti” (non certo a livello sessuale visto che la cocaina induce a impotenza quando la si utilizza); una sera, poco dopo che mi morì un carissimo parente andai a una festa in una casa di campagna e lì vidi un sacco di persone che vedevo al bar anche più che cinquantenni fare uso appunto di cocaina, ben dopo le undici di sera.

Che cosa era la “performance” che dovevano esibire? Cosa dovevano dimostrare? Perché hanno scialaquato i loro 50 euro per una sostanza a mio avviso inutile che serve per performare il nulla? Ma purtroppo ho visto di molto peggio.

 

Bene, sempre con alcuni di questi soggetti, visto che sono piuttosto bravo a cucinare, abbiamo organizzato cene in case di campagna e lì ho visto cose molto peggio della cocaina, del sesso promiscuo e dello “studio 54 way of life”, se lei vedesse i film e videogiochi che vidi quella sera ne avrebbe orrore almeno quanto me, non c’era niente di esplicitamente pornografico (quindi ascrivibile a sessualità spinta), ma una rassegnazione totale e complice al male; li ho visti ridere sguaiatamente con un volgarissimo film mainstream (comic movie) del quale io non ho sopportato nemmeno un minuto in quanto privo di comicità, ma soltanto zeppo di gratuita sguaiatezza e volgarità verbale e visiva (in una scena c’è un tizio con i testicoli sotto al mento come se la testa fosse il suo pene); il videogioco invece consisteva nell’usare una specie di fionda per lanciarsi contro bersagli al solo scopo di procurarsi più dolore possibile (naturalmente virtuale, visto che lo spirito di autoconservazione non è ancora removibile dal nostro DNA).

 

Detto così sembra il nulla, invece io reputo ancor più gravi dei comportamenti attivi quelli passivi, anche perché il coinvolgimento diventa coatto e non un atto di partecipazione, ne consegue che la giustificazione si può riassumere in “è solo un film”, o “è solo un videogioco”.

Innanzitutto come fanno persone di meno di quaranta anni a trovarsi a cena e dopo aver mangiato non avere niente di meglio che guardare film o videogiochi al videoproiettore?

 

Io fortunatamente sono più vecchio di loro, ho 47 anni e ho visto il mondo prima dei videogiochi, prima dei cellulari e prima di internet e con i miei amici di prima facevamo chiacchiere sino al mattino quando ce ne era l’occasione!

 

Non si riesce più a parlare con le “persone comuni” anche perché dalle descrizioni antropologiche che le ho fatto ho omesso uno dei fattori più destabilizzanti del genere umano; lo smartphone.

 

Si perché mentre si mangiava alla cena sopra descritta c’era sempre qualcuno che voleva fare vedere un video, un messaggio, una foto, un digitalume da condividere con i commensali, con la realtà che ormai è sempre più aliena a chi anche partecipa a un evento.

Un decimo del tempo per mangiare, un quarto del tempo di gente che fa vedere la roba del telefonino e il resto a guardare film inutili e videogiochi peggio.

 

Continuo:  avendo la fortuna di avere ancora vivi gli anziani genitori, vado spesso a fare spesa al supermercato e purtroppo anche lì il paesaggio è triste. Vedo persone comprare 13 euro di spesa e usare la carta di credito rallentando le code, vedo altri che usano lo smartphone mentre guardano la merce, magari per rispondere a un messaggio su facebook, mentre in sottofondo c’è la musica atroce di questi tempi ultimi, purtroppo la musica è uno specchio dei tempi e da ex musicista e compositore posso dire che nel campo musicale la fine dei tempi è arrivata da un pezzo. La musica di adesso è ripetitiva, rimane solo il ritmo e sotto c’è l’ossessività, la melodia è sparita, c’è solo il tormentone che deve rimanere nella testa dopo solo una volta che si è sentito.

 

Capisco che le varie narrazioni che le ho fatto possano sembrare sconnesse, invece hanno un comune denominatore, se si vive senza cercare di capire ciò che ci circonda non ci sono più concesse scelte e nemmeno opzioni ed è tutto comodissimo se si vive come la maggioranza delle persone, cioè con la passività che mai appartenne ad alcuna specie e che ora regna sovrana sul genere umano.

 

Ciò si esplicita ancor meglio con gli acquisti compulsivi compiuti quotidianamente su internet, nei quali la maggior parte degli acquirenti si sente furba perché risparmia, ignorando in modo complice che sta contribuendo a far chiudere negozi e botteghe nel proprio territorio e ingrassando oligarchie mercantili che stanno monopolizzando l’offerta di beni arrivando al loro obiettivo che è il “captive demand”, cioè la costrizione del cliente a pagare il prezzo richiesto per beni non necessariamente di prima necessità, ma dei quali la necessità è un fattore indotto di priorità coatta.

 

Prima degli smartphones un telefono cellulare costava al massimo 150 euro, poi all’improvviso è arrivato a 700 euro l’IPHONE, “stay hungry, stay foolish“, quante volte si è sentita questa odiosa citazione? Ora per fortuna, o grazie a Dio, quello schifo di Steve Jobs è morto e spero l’inferno ne faccia supplizi quotidiani, ma ci rendiamo conto di quanto ha rovinato il mondo questo schifoso personaggio “visionario”?

 

Probabilmente l’Anticristo è morto (solo fisicamente)  a 56 anni, ma ha già fatto tutto quello che voleva e ha capito che la vendetta è un piatto che va consumato freddo, sta solo aspettando l’inverno per gustarselo ghiacciato e anche se è quasi estate nel momento in cui scrivo, l’inverno è comunque nel calendario e lui può aspettare.

 

Colgo l’occasione per salutarla e sappia che faccio tesoro di ogni articolo che lei scrive.

 

Con immensa stima

Paolo Lugli