Non si sa cosa c’è dentro. Speranza: “Quarta dose!”

per produrre in fretta 1 o 2 miliardi dosi, Biontech/Pfizer, Moderna e AZ hanno coinvolto dozzine di società “in subappalto” in giro per il mondo e le dosi prodotte così in fretta sono diverse da quelle dei test clinici e anche diverse tra loro …

chissà cosa c’è dentro.

cause-infarto

INDIVIDUATE 10 CORRELAZIONI CON IL “MALORE IMPROVVISO”…

… oltre alla famigerata e temutissima pizza margherita.

  1. il caldo
  2. il freddo
  3. il troppo sport
  4. la fine di un Amore
  5. bere alcolici (anche se con moderazione)
  6. fare sesso
  7. guardare le partire degli europei di calcio
  8. spalare la neve
  9. le bevande energizzanti
  10. dormire troppo

la notizia del 2022 è che tutto provoca infarti, tranne il siero Pfizer

Speranza: Quarta dose vaccino ai fragili dal 1° marzo. Figliuolo: «Nel weekend arriva Novavax»

Quarta dose ai fragili, c’è la data. «Per ciò che riguarda la quarta dose di vaccino anti Covid stiamo per dare le disposizioni attuative perché con il ministero della Salute e le Regioni stiamo ben individuando le platee. Ovviamente sarà abbastanza estensiva» per le categorie fragili, e «la mia indicazione è quella che partiremo il primo marzo, quindi sicuramente continueremo a tenere l’organizzazione che c’è ora in atto».

Lo ha detto il commissario straordinario per l’emergenza Covid, generale Francesco Paolo Figliuolo, a margine di una visita all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze.

«Per la fine di questa settimana – ha aggiunto Figliuolo – arriverà il vaccino Novavax, ne riceveremo poco più di un milione di dosi che saranno subito distribuite a tutte le regioni e province autonome. Poi arriveranno ancora un altro paio di milioni di dosi nel mese di marzo. Per cui ci sarà possibilità anche di utilizzo di questo ulteriore vaccino».

Sulle vaccinazioni anti Covid «noi oggi abbiamo, con ciclo completo, l’89% dei cittadini italiani, quindi oltre 48 milioni. Se pensiamo a prima dose e guariti, siamo quasi al 94%, quindi quasi 51 milioni. Dobbiamo continuare a vaccinare sperando che ci siano ancora persone esitanti che abbiano compreso, finalmente, l’importanza del vaccino», ha poi detto il commissario. Quanto alla Toscana, ha aggiunto, «è oltre il 91,2% di cicli completi effettuati, 96% prima dose e dose completa».

Quarta dose, Speranza: «Pronti per l’autunno». Più antivirali agli anziani

«Abbiamo delle dosi di vaccino stivate per ogni eventualità, poi dopo il 31 marzo, quando passeremo la mano, ci sono tutte le interlocuzioni con il ministero della Salute per lasciare un pacchetto pronto – ha poi spiegato il commissario – . Oggi cadono i due anni dal primo caso e non dobbiamo dimenticarcene: è facile fare le cicale ma quando vengono i tempi duri dobbiamo aver messo del grano da parte. Guai a non aver fatto lezione di questo periodo. Naturalmente speriamo che non accada nulla».

BAMBINI – «Voglio lanciare un appello per quanto riguarda i bambini – ha detto ancora il commissario – , anche dopo aver sentito quello che mi hanno detto qui al Meyer i medici e gli infermieri: si stanno verificando casi di problemi di trombosi in bambini non vaccinati in fase acuta di Covid e quindi io direi che bisogna riflettere sul rapporto rischi-benefici. In questo momento il beneficio della vaccinazione va verso la vaccinazione stessa: io non sono un medico e quindi dico alle famiglie ‘rivolgetevi ai vostri pediatrì, cercate di capire qual è l’impatto sui vostri piccoli e poi prendete la decisione che vi sembra più giusta».

GIMBE E QUARTA DOSE – «Ad oggi per la popolazione generale non ci sono evidenze scientifiche che dicano che serve la quarta dose», autorizzata nei giorni scorsi in Italia dall’Aifa per gli immunodepressi. Lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ai microfoni de L’Italia s’è Desta su Radio Cusano Campus, aggiungendo, sempre a proposito della campagna vaccinale, che « la copertura vaccinale sul contagio declina rapidamente. Sulla copertura contro la malattia grave, il vaccino consente, dopo 3-4 mesi dal booster, una protezione del 90%». Cartabellotta ha anche sottolineato che «il numero di prime dosi scende di settimana in settimana. In fascia pediatrica c’è un numero molto elevato di guariti, circa 660mila da meno di 180 giorni che non possono essere vaccinati. La campagna 5-11 – ha rilevato – non è mai decollata. Questo dipende anche dalle scelte delle Regioni: in Puglia siamo al 43% di ciclo completo, in Provincia di Bolzano e nelle Marche a poco più del 15%. La scelta della Puglia di vaccinare nelle scuole è stata vincente». Il presidente della Fondazione Gimbe ha poi confermato che «siamo in piena fase discendente della quarta ondata», ma ha invitato a non abbandonare le restrizioni come le mascherine al chiuso e l’isolamento dei positivi (quest’ultima decisa in Gran Bretagna). Va fatta «attenzione – ha sottolineato – a non confondere la necessità di togliere tutte le restrizioni con l’eliminazione di strategie fondamentali». Quanto alla pressione sugli ospedali, Cartabellotta ha sottolineato che «si sta alleggerendo», con 13.284 pazienti ieri in area medica (19mila a metà gennaio) e 934 pazienti in terapia intensiva (contro 1.700 poco più di un mese fa). «La riduzione giornaliera dei casi, siamo a circa 50mila al giorno – spiega ancora – è dovuta alla riduzione del numero dei tamponi. Il tasso di positività è praticamente stabile. Non è escluso che nelle prossime settimane si possa vedere un rallentamento dei nuovi casi ma dobbiamo vedere le curve. Vedremo più una fase di appiattimento della curva che di discesa».

GALLI COSA HA DETTO – «La quarta dose di vaccino anti-Covid, se fatta con i prodotti disponibili, vista anche la situazione epidemiologica, con numerosi vaccinati e una quantità importante di persone guarite da Omicron, non avrebbe senso se non in una chiava medica: in alcune categorie particolari di popolazione, ovvero negli immunodepressi e nei grandi anziani in cui può essere sospettata una insufficiente risposta alle precedenti dosi». Lo spiega all’Adnkronos Salute Massimo Galli, già direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Miliano. «Le persone che non rispondono al vaccino – continua – devono essere individuati come tali. A questo punto bisognerebbe decidersi a sdoganare il fatto che in alcuni vada studiata, cosa che molti medici stanno già facendo di propria iniziativa, la risposta al vaccino e che, quindi, vadano misurati gli anticorpi per i candidabili alla quarta dose. Ma se una volta fatta la quarta dose, non si valuta anche se hanno risposto, siamo punto e a capo». Galli invita a valutare anche un’altra alternativa, «costituita dalla somministrazione di alcuni anticorpi monoclonali a fini preventivi in quelle persone che non sono in grado di rispondere al vaccino. Alcuni di questi farmaci sono stati testati in questa direzione. Si tratta quindi di un discorso che potrebbe aprirsi per pazienti del tutto incapaci di difesa e a cui si potrebbe dare una protezione transitoria per la malattia grave. È un’ipotesi che merita considerazione».

Sul vaccino Novavax, cosa bisogna sapere: 

https://twitter.com/QLexPipiens/status/1496050684730527744