Liceo Classico, con elogio dello Storicismo

Tutto quello  che non so l’ho imparato a  scuola”. Questa battuta, credo di Longanesi, è un paradossale elogio del liceo classico.  Abbiamo imparato “a scuola” ad affrontare le cose che non sappiamo, a non temerle, sappiamo ” dove” trovarle e impararle.

Il motivo credo sia questo:  Giovanni Gentile  inquadrò gli insegnamenti classici (latino, greco, filosofia) e quelli scientifici (matematica, geometria,  fisica..), il “trivio e quadrivio” della Scolastica,  nella solida intelaiatura innovativa dello storicismo,  la filosofia che insegna  che le conoscenze, le credenze, le correnti di pensiero  della società europea sono legati, e nati, da una situazione storica contestuale, che va conosciuta:  questa posizione, che sconfigge il relativismo (nessuna  verità esiste) come il dogmatismo (esistono verità assolute e senza  tempo), consente all’antico liceale che prendeva 4 in greco di avere la profondità storica, di sapere dove cercare  ciò che non sa, in quale scaffale immenso delle conoscenze.

In Inghilterra e in Usa, mi pare, non esiste nulla del genere. In qualche modo,  mantengono lo  schema “trivio e  quadrivio”  medievale,  che separa mentalmente le scienze dalla filosofia e dalla cultura, dalle humanitas.  In questo Gentile, banditore di una filosofia perenta (l’attualismo), fu un rivoluzionario  , e  possiamo inserirlo nella lista di “rivoluzionatori” scientifici che ho trovato in un libro  di cui vi dirò

 

Friedrich Wohler (1800-82), chimico   sintetizza l’urea,  cancellando l’idea che le sostanze organiche erano prodotte da una “forza vitale”.

Darwin (nato  1809 )  basta il nome.

Antonio Meucci (1808) fisico inventa telefono

Claude Bernard, 1813, inventa la medicina sperimentale ( “scoprì il ruolo della secrezione pancreatica nella digestione dei grassi (1848), il ruolo del fegato, oltre che nella secrezione esterna della bile, anche nella secrezione interna nel sangue del glucosio, originato dalla scissione del glicogeno (1848). Nel 1849 dimostrò l’induzione del diabete con la puntura a livello della base del quarto ventricolo cerebrale”), insomma  fa della Medicina una scienza nuova, ormai staccata dalla bimillenaria  tradizione galenica.

R Virchow (1821) fondatore dell’anatomia patologica

Gregor Mendel (n. 1822)  :  gigante dello spirito, monaco agostiniano, matematico, biologo, applica la statistica allo studio dell’ereditarietà,   scopre le leggi della genetica, una scienza mai esistita prima di lui  – e che smentisce in anticipo il darwinismo mostrando la non ereditarietà dei  caratteri acquisiti e l’insignificanza della “selezione naturale”.

Pasteur (1822) , fondatore della microbiologia e soprattutto dell’asepsi degli strumenti chirurgici e delle ferite chirurgiche,  senza  cui la chirurgia  portava alla morte del paziente.

Bernard Riemann, 1826,   fonda la  geometria non-euclidea

Lord Kelvin (William Thomson), 1822 fisico, determinò lo zero assoluto e progettò  il cavotransatlkantico per le trasmissione telegrafiuche.

Konrand Roentgen (1845) scopre raggi X.

C. Maxwell, 1831, scopre l’elettromagnetismo

Dimitri Mendeleiev, 1834,   altro gigante dello sprito, scopritore della periodicità degli elementi,  ossia che i 63  alementi allora conosciuti, ordinati secondo il peso atomico crescente, avevano proprietà chimiche che si ripetevano periodicamente. “Previde” tre elementi,  spazi vuoti nella sua tavola, che furono scoperti dopo.

Ivan Pavlov, 1849,  che studia i  riflessi condizionati

Madame Curie (1869), col marito scopre la radioattività.

Camillo Golgi (1844) e Santiago Ramon y Cajal, 1852,  descrivono la struttura del  sistema nervoso

Sigmund Freud, 1856, fonda  la psicanalisi. Dottrina oggi riconosciuta falsa,  ma i cui effetti rivoluzionari   sulle mentalità non possono essere sottovalutati.

Max Planck, 1848, teoria dei quanti

Heinrich Hertz, fisico, 1857. Onde hertziane.

Guglielmo Marconi 1874: radio, comunicazioni senza fili.

Albert Einstein (1877) relatività

Niels Borh  1885,  teoria del nucleo atomico

 

Trovo questa lista curiosa nel  libriccino di Antonio Lima de Faria, “Science  and Art are base on the same principles and  values”, edito –  in Italia dalla Artena Anarchist Press (Via Vittorio Emanuele 35, 0031 Artena, Roma)

Lima de Faria ,  direttore per una vita dell’Istituto di Citogenetica di Lund  (Svezia) è  una  delle massime autorità nei cromosomi, ed ha dimostrato che l‘evoluzione avviene senza la “selezione  naturale“, in base a un principio ordinatore presente già nei minerali   . Adesso quasi centenario ha voluto saggio per dimostrare, come dice il titolo, che “Scienza ed arte sono basati sugli stessi principi e valori” :  dimostrazione che gli riesce benissimo  per la musica, dato che già Pitagora (560 a.C.) aveva stabilito  che gli accordi che l’orecchio sente come armonici dipendono da rapporti aritmetici semplici (tipo 2:1)  della lunghezza delle corde della lira;  una legge che, ci dice Lima de Faria, seguono anche gli uccelli canori e le  balene cantatrici, animali pitagorici senza saperlo. E lui, il genetista, spiega che quegli animali  hanno come noi  il gene FoxP2,  il gene canoro, lo stesso che se alterato nell’uomo produce gravi disturbi del linguaggio.

Molti  musicisti del resto erano cultori di  matematica; il musicista Aleksandr Borodin (1833-1887)  era di mestiere un chimico di fama internazionale.

Quello  che per Lima de Faria tutti questi hanno in comune è inventività unita a rigore,  lavoro artigianale, e pensare fuori dagli schemi.   Non è un caso, dice,  che questi rivoluzionari ottocenteschi delle scienze siano contemporanei di rivoluzionari  politici da Marx (1818)  a  Bakunin, da Kropotkin  a Lenin,  che nel 1848 fecero esplodere la rivoluzione sincronizzata (dalla Massoneria,  ma questo non lo sa) a Parigi, Vienna, Berlino, Milano – animati da una fede comune  nel progresso tecnologico ed anche sociale, con cui loro avrebbero cambiato radicalmente la struttura della società.

Anche troppo, diciamo.

Indicativo  che Lima non citi i filosofi   di quella temperie innovatrice, il fondatore dello storicismo Dilthey (1833), Nietzsche (1844),   l’inventore   della fenomenologia Husserl (1859), Ortega y  Gasset (1883),  appunto il nostro  Gentile.  Evidentemente non sono nella cerchia delle sue curiosità,  lo scienziato rimane uno scientista positivista  – si vede che “non ha fatto il Classico”.

Ma quello che possiamo detenere della sua provocazione intellettuale, è il confronto col presente:  l’adesione timorata e timorosa ai “protocolli”  che uccide la ricerca scientifica  per soffocamento,  la  bigotteria scientista, il  pensare per compartimenti stagni che diventa imposizione sociale e penale, la mancanza di rigore e di distinzione razionale  dei “virologi tv”  che  fanno proclami politici  trascinati dalla loro pancia ideologica come qualunque attivista di sinistra.

(Esempio di virologo che si pronuncia  contro le elezioni anticipate  pronunciando una (altra) menzogna professionale: “Non escludo il ruolo delle lezioni di settembre nella seconda ondata..”

Sicché di De Faria possiamo condividere senza riserve  la  sua prefazione:

“La scienza è diventata un’industria controllata dalle multinazionali. L’arte è  una fonte di investimento economico per miliardari. Stiamo assistendo non solo a una inversione di valori, ma alla distruzione dei principi ch hanno guidato le nostre attività più preziose.

“Attualmente, un’ondata di oscurantismo si diffonde sull’Occidente colpendo sia scienza che arte in modo  letale.

“La ragione  sta probabilmente nel fatto che la tecnologia ha avuto il massimo successo nel trasformare la nostra vita quotidiana. Ciò ci ha reso, in gran misura, stupidi,  rendendoci difficile percepire il pericolo che abbiamo davanti”..