IL VIRUS SARA’ IL “SASSOLINO” ?

Il problema dell’Occidente –  ricordiamolo  – è che “consuma sempre più e produce sempre meno”.

E’ il fenomeno prodotto dalla globalizzazione gestita dalla finanza speculativa e secondo i suoi interessi. Come siamo arrivati qui? Lo spiega  Bruno Bertez.

“Il capitale accumulandosi  produce tendenze deflazionistiche in quanto aumenta il vincolo che costituisce la necessità del profitto. L’eccesso di  capitale  è  in sé  deflazionistico perché far rendere  questo capitale obbliga a limitare gli investimenti, distribuire meno redditi salariali, sfruttare eccessivamente i lavoratori e “finanzializzare”.

“Per “finanzializzare” intendo:   creare sempre più capitale fittizio, in altre parole:  debiti e falsi valori di mercato. Le politiche monetarie di creazione del credito, creazione di liquidità e abbassamento dei tassi gonfiano i valori patrimoniali al fine  di prevenirne la devalorizzazione  spontanea. È meccanico”.

O un giubileo o iper-inflazione

La creazione di  quantità sempre maggiori di debiti, e quindi di capitale fittizio, attraverso la caduta dei tassi  d’interesse  che gonfia i valori del mercato azionario,  sta solo  fatalmente e  forzatamente  avviando verso la crisi:  la quale ha come unica via d’uscita la distruzione di tutto questa capitale fittizio :  o per una crisi spontanea e violenta di distruzione / svalorizzazione, o  per una guerra, o attraverso  un Giubileo;  o  dalla distruzione di moneta –   per iperinflazione.

I due bracci dell’alternativa, dunque: o la distruzione dei valori, o l’iper-inflazione.

In attesa di tale esito,  i mercati stanno giocando, speculando –  io penso che alla fine la maggior parte dei giocatori / partecipanti verrà rovinata. Alcuni più iniziati di altri si arricchiranno sul resto della massa, ciò che vediamo  già.

Dice Bertez: Siccome per me la bolla-madre è nelle basi del sistema, che  sono i debiti pubblici,  prevedo che un giorno o l’altro  tutti i fondi statali saranno distrutti,  o in moratoria;  o  anche  confiscati o  la loro scadenza riprogrammata.

Dunque,  su scala di generazione, l’unica vera riserva di valore  non è la”carta” (tutte le “carte”  saranno distrutte, ma  le cose reali; beni materiali e tangibili, incluso l’oro che è un concentrato di tutti i valori reali  –  compreso il valore unico vero, il valore-lavoro. [il denaro è ciò che “comanda lavoro”]

Se avete colto come paradossale la rivelazione che “l’eccesso di capitale provoca deflazione”,  adesso Bertez cita  il paradosso dell’economista contrarian David Rosemberg (ex Merrill Lynch), grande critico dei successi  di Wall Street (per questo non lo trovate  spesso intervistato sui media):

“Il mercato  borsistico per salire aveva bisogno di una economia debole. Le imprese  hanno potuto  emettere quantità colossali di debito [obbligazioni, bonds] e con questi debiti riacquistare  le loro azioni, non investire in attrezzature produttive. Questo meccanismo ha aumentato il profitto per azione. Hanno trasformato il latte rancido  in gelato.

I quattro trilioni  di quantitative easing [“stampa”  della Fed]  sono andati esattamente in 4 trilioni di riacquisti di azioni e nient’altro; non c’è stato un solo anno con una crescita del 3%.

E’ per questo che Wall Street, il mercato delle azioni, “non ci dice più niente dell’economia reale”. I riacquisti di azioni producono questa divergenza tra il mercato azionario e l’economia  reale; hanno aumentato la domanda di titoli; hanno dato un’illusione di prosperità.

Rosemberg  per questo invita a guardare i tassi d’interesse sui debiti pubblici: “E’  un indicatore molto migliore rispetto al mercato azionario,  e  questo mercato dei tassi annuncia deflazione.

I  tassi a 10 anni scenderanno al di sotto dell’1% e quelli del Treasury trentennale  scenderanno al di sotto dell’1,5%.  -Le aspettative di inflazione continuano a scendere e sono indicatori molto migliori di quanto si pensi.

Quando la Fed, nel 2018, ha cercato di alzare i tassi, ha fallito. “Tassi di interesse del 2,5% sono stati sufficienti  a  strangolare il mercato del debito a dicembre 2018 e hanno  dimostrato   l’economia non era  in grado nemmeno di sostenere tassi  reali  zero [tale essendo  l’interesse del 2,5%: copertura dell’inflazione americana]. I tassi mondiali non hanno  alcuna possibilità  di risalire e quindi scenderanno, non c’è altra via d’uscita.

Come andrà a finire? Rosenberg tende  prevedere  che  avremo diversi decenni di austerità con una dieta del  credito, la riduzione della capacità di produrre  debito fino all’eaurimento del Consumatore Americano, non si spinge oltre    –  ma questo, prima dell’esplosione del coronavirus  – del Cigno Nero che ha infartuato l’ “ordine globalista”, con la Cina che produce tutto e noi che lo acquistiamo indebitandoci sempre più.

Adesso, per sopravvivere,  il sistema  deve “stimolare”. Con effetti che saranno raccontati nel prossimo articolo.

 

Rosenberg: “Il capitalismo di Wall Street ha bisogno di un’economia debole”

 

 

 

(Qui  l’intervista a Rosenberg su Barron’s:

https://webreprints.djreprints.com/4776641387376.html)