DEPENALIZZANO IL GENOCIDIO (QUANDO LO FANNO LORO)

Il 4-5 maggio scorso, a Gerusalemme, s’è tenuta una conferenza di dal titolo istruttivo: “Verso un nuovo diritto di guerra” ( “Towards a New Law of War Conference).   In essa docenti universitari, politici e generali giudei hanno discusso  le strategie per modificare il diritto bellico vigente onde elaborare “una dottrina legale favorevole alle democrazie occidentali impegnate in conflitti contro attori non-tradizionali, non-democratici, non-stati”.

http://israellawcenter.org/activities/law-of-war-conference-towards-a-new-law-of-war/

È facile tradurre la neolingua orwelliana della frase sopra citata: Israele vuole rendere legittime le azioni definite come crimini di guerra, atrocità, genocidio, dalle norme internazionali, e proibite dalle convenzioni di Ginevra e simili dispositivi adottati dalla civiltà europea. Non a caso, l’organizzatore della conferenza è lo Shurat HaDin: un blocco di avvocati che opera a livello internazionale per difendere i responsabili israeliani, civili e militari, accusati qua e là davanti a tribunali del mondo evoluto per le periodiche atrocità che lo stato talmudico compie nei suoi attacchi contro Gaza, Libano ed altri “nemici”: bombardamento di civili col fosforo e e bombe a frammentazione, uccisione di bambini, bombardamento di ospedali e mitragliamento di ambulanze.

 

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Il punto è che i crimini di guerra sono a giurisdizione universale, ossia possono essere perseguiti dai giudici di qualunque paese aderente al diritto internazionale. È già accaduto che qualche loro generale arrivato a Londra sia stato avvertito che lo attendeva un ordine d’arresto, sia dovuto restare sull’aereo El Al (sacro suolo patrio) e decollare con quello, rinunciando allo shopping (1).

La soluzione è semplice: far cancellare queste norme del diritto e della civiltà. In vista anche dei futuri progetti di sterminio. Proprio a quel convegno, il ministro della difesa Moshe Yaalon, l’ha detto chiaro: nel prossimo conflitto contro Hezbollah, “faremo male ai civili libanesi, inclusi i ragazzi di famiglia. Abbiamo molto e profondamente discusso” a questo proposito. E “l’abbiamo fatto. L’abbiamo fatto nella striscia di Gaza (l’ultima volta nel 2014, ndr.) Lo faremo in tutte le tornate belliche del futuro”. Poi Yaalon ha parlato di come Israele si propone di lanciare bombe atomiche contro l’Iran, altro crimine contro l’umanità.

In Sion non c’è problema. Netanyahu ha scelto come ministro della Giustizia la signora Ayelet Shaked, la quale ha dichiarato che, essendo Israele in guerra con l’intero popolo palestinese, esso deve essere totalmente distrutto, “compresi i loro vecchi e le loro donne, le loro città e i loro villaggi, la loro proprietà e le loro infrastrutture”. Un limpido e completo progetto di genocidio. Che sarebbe perseguibile se pronunciato da qualunque altro personaggio politico, non appartenente al popolo eletto, impunibile e ingiudicabile.

Sappiamo già cosa aspettarci: una robusta azione della nota lobby nei paesi occidentali per ottenere dai governi e dai parlamenti la cancellazione dei crimini di guerra, quando uno stato dove vige la “democrazia” è costretto, poverino, a incenerire “entità non statali terroriste”. Già il governo britannico ha limitato la “giurisdizione universale” a favore dei generali di Sion, sancendo che solo il Direttore dei Procuratori Pubblici (un politico, politicamente malleabile) può emettere mandati d’arresto per violazione delle Convenzioni di Ginevra, sottraendo questa prerogativa ai magistrati ordinari messi di fronte a prove evidenti.

Adesso i tempi sono maturi per il passo ulteriore. Nella lista dei “terroristi” – così ufficialmente definiti dagli Usa – ci sono già Hezbollah, Hamas, insomma i nemici più vicini; la lista è ampliabile ad libitum, e Washington ne aggiunge e ne toglie chi gli pare. Si aprono rosee possibilità anche per Poroshenko, che ha definito terroristi i ribelli del Donbass. Del resto gli Stati Uniti già si sono dati la licenza di superare l’antiquato diritto di guerra: omicidi “mirati” con danni collaterali, legittimazione della tortura, carcerazioni infinite senza processo e senza accuse di individui sconosciuti a Abu Ghraib e Guantanamo…è una vera festa della civiltà occidentale.

E già – fateci caso – Hollywood prepara le platee alla nuova legalità bellica: in Bastardi senza gloria, Quentin Tarantino ha glorificato otto soldati ebreo-americani che nella seconda guerra mondiale, non solo assassinano qualunque soldato tedesco, ma ne prendono lo scalpo (un atto di civiltà altissima); in Fury, si giustifica la necessità di compiere atrocità, perché la guerra è un lavoro sporco, e i nostri ragazzi mica sono cavalieri medievali. Vedremo altri film del genere,e alla fine tutto ciò che faranno ci sembrerà normale, o almeno necessario. Presto si perderà anche il ricordo di cosa il fiore della civiltà giuridica, lo Jus Publicum Aeuropaeum, dichiarava crimine contro l’umanità ed atrocità punibile: “Azioni prese per iniziativa di governi, che portano a massacri, deumanizzazione, ingiuste carcerazioni, punizioni extragiudiziali, torture, persecuzioni etniche e razziali, e simili fatti”. Vi pare che si applichi allo stato sionista? Ma no.

Nel 1976 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite dichiarò crimine contro l’umanità la “persecuzione sistematica di un gruppo razziale su un altro”: già, ma serviva contro l’apartheid sudafricano. La norma rischia di essere scomoda nel caso, poniamo, della persecuzione sistematica dei palestinesi. Meglio cancellare tutto. A ciò aiuta, del resto, la dominanza totale del “positivismo giuridico” nel jus occidentale. Il principio per cui una rapina o un omicidio sono reati solo se vengono così definiti dalle leggi vigenti. Senza legge, la rapina non è reato, come spiegava il fondatore di questa deriva, Hans Kelsen. Ciò ha rovesciato il fondamento stesso del diritto classico: per il quale “se Tizio minaccia con le armi in pugno il cassiere” per farsi dare i soldi, questo è un male in sè, che esige la reazione dell’ordinamento. Il positivismo giuridico rende insignificante la morale – è nato per questo, per negare il fondamento “religioso” del diritto nei Dieci Comandamenti – e dà un potere immenso al potere: chi lo prende, impadronendosi della “legalità”, può dichiarare bene ciò che la coscienza umana considera male, facendo approvare una legge che, purché sia emanata con le forme dovute, è giusta e vera. Ora, questa deriva feroce si coniuga col diritto come risulta dal Talmud: che il termine di “uomini” spetta ai soli eletti, e il resto del genere umano non sono che “animali parlanti”.

Lo dicono i rabbini. Lo sancì il “rebbe” della potente setta dei Lubavitcher, Schneerson: “Il corpo dell’ebreo sembra simile in sostanza al corpo del non ebreo (…) ma la similarità è solo (…) esteriore e superficiale. La differenza della qualità interiore è così grande che i corpi devono considerarsi specie del tutto diverse. È per questo che il Talmud stabilisce una diversità halachica (di diritto divino, ndr.) tra i corpi dei non ebrei (…). Un ebreo non è stato creato come mezzo per uno scopo; egli stesso è lo scopo, tutta la sostanza della emanazione è stata creata soltanto per servire gli ebrei. “In principio Dio creò i cieli e la terra” (Genesi 1,1) significa che tutto fu creato per il bene degli ebrei, che sono chiamati ‘il principio’. (…) Sta scritto: ‘e gli stranieri cureranno le vostre leggi’ (Isaia 61,5). “L’intera creazione esiste solo per il bene degli ebrei”.

La legge degli eletti rovescia  la reciprocità, che è il fondamento elementare di qualunque diritto penale: non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te. Il talmudico si arroga il diritto di farti ciò che non ti permette di fare a lui. L’incontro del laicissimo positivismo giuridico con il messianismo talmudico, espone noi e voi a qualunque atrocità e macellazione. E chi emana questo diritto è un popolo-messia che si è dotato di centinaia di armi nucleari, ed è protetto dalla sola superpotenza rimasta che si è data il potere di ammazzare chi vuole con droni nel mondo intero, di torturare e incarcerare senza processo. Naturalmente  direte che questo è “antisemitismo”. Io vi rispondo:  è l’arretramento radicale nella barbarie. Siete stati avvertiti.

 

Note

1 –

“Il generale Doron Almog doveva arrivare a Londra con un volo della El Al, quando l’ambasciata israeliana lo ha avvertito che c’era un ordine di arresto emesso da un magistrato inglese. Almog non scese neppure dall’aereo e tornò a Tel Aviv. Il giudice spagnolo Fernando Andreu ha cercato di incriminare l’ex ministro della Difesa israeliano, Benjamin Ben-Eliezer, e sei funzionari militari accusati di aver organizzato omicidi dei capi di Hamas. Nel dicembre 2007 il ministro Dichter rinunciò a partecipare a una conferenza in Gran Bretagna per non rischiare di essere arrestato. Un anno prima anche Yaalon rischiò la detenzione in Nuova Zelanda. (http://www.ilfoglio.it/articoli/2012/11/23/israele-e-la-sua-licenza-di-uccidere___1-v-101478-rubriche_c666.htm. “Un magistrato britannico ha incriminato l’ex ministro degli Esteri e attuale leader dell’opposizione israeliana Tzipi Livni per «crimini di guerra» dopo l’offensiva «Piombo Fuso» di inizio 2009 nella Striscia di Gaza, ha annunciato la tv araba Al Jazeera. Per questo la Livni avrebbe rinunciato a un incontro a Londra organizzato dalla comunità ebraica locale”.