Maurizio Blondet

I MANOVRATORI DELLA RIVOLUZIONE ARMENA

 Saker Italia

Continua in Armenia la “rivoluzione di velluto”. Dopo le dimissioni del primo ministro Serzh Sargsyan, l’opposizione non se n’è andata, e improvvisamente dalla piazza centrale di Yerevan sono sorte nuove richieste per la formazione del governo e per elezioni per acclamazione diretta (della piazza). Come dimostra la tecnica dei processi rivoluzionari, questo ultimatum al potere non sarà l’ultimo, e la crisi non farà che peggiorare.

Deborah Grieser, capo dell’ufficio a Yerevan dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo

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OPINIONI


Daniele Pozzati
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Il conflitto siriano è entrato nell’ottavo anno. Un conflitto che più volte è sembrato prossimo a concludersi, grazie ai negoziati di pace di Astana condotti da Russia, Turchia e Iran, per poi riaccendersi ogni volta.

Il conflitto si riaccendeva tramite operazioni false flag, dirette a sabotare il processo di pace e a giustificare interventi “umanitari” di dubbia legittimità. O tramite attacchi proditori contro la Siria, di cui quello israeliano nella notte tra il 29

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La guerra segreta americana

er anni l’esercito americano si è tenuto lontano dalla brutale guerra civile in Yemen nella quale si fronteggiano i ribelli sciiti Houti e le forze fedeli al governo rovesciato nel 2014, sostenute dall’Arabia Saudita. Ma alla fine dello scorso anno, sostiene il New York Times che cita funzionari americani e diplomatici europei, una squadra formata da 12 Berretti Verdi sarebbe stata inviata al confine tra Arabia e Yemen dando il via a una vera e … Leggi tutto

 

di Milena de Sanctis – Secolo d’Italia

Era già accaduto con Silvio Berlusconi, la sua amicizia con Putin era vista come un “pericolo” dalla burocrazia europea. Ora accade lo stesso con Matteo Salvini, che – come dimostra il caso della Siria – ha sempre preso posizioni controcorrente, schierandosi apertamente con le scelte della RussiaE contro le sanzioni che hanno colpito Mosca, sanzioni che piacevano tanto al Pd e che hanno finito per danneggiare l’Italia. A considerare … Leggi tutto

SUI BLACK BLOC. E IL TRIONFO DELLA SRAGIONE.

Propongo un esperimento mentale: immaginate  il primo maggio, una squadra di 1200 militanti, giovani figli di papà che calzano Timberland da 220 euro, che investono in forza la capitale; immaginateli  tutti in divisa nera, tutti a volto coperto; alcuni col teschio sul passamontagna nero;  organizzati e disciplinatissimi, armati di bastoni, molotov e lanciarazzi, che  si pongano alla testa  un grande corteo di quasi 15 mila estremisti, ne prendano la guida e: attacchino la polizia, incendino auto e negozi, distruggano spacchino … Leggi tutto

PERCHE'  DA NOI CI VOLLE  L'IRI.

Probabilmente pochi sanno che, prima del 1940, lo Stato “cercò di ritrasferire alla proprietà privata le imprese IRI salvate dal disastro:  il tentativo non andò a buon fine perché mancavano le persone fisiche dotate di capitale proprio, e non preso a prestito dalle banche” (Antonio Venier, Il disastro di una Nazione, Ar, 2000).

Già: il regime (non a caso Male Assoluto) aveva questa pretesa, che i capitalisti ci mettessero del loro capitale. Oggi che l’IRI è stata svenduta a … Leggi tutto

                                                                  di Roberto Pecchioli

A due mesi dalle elezioni politiche, lo stallo è totale. L’irresponsabile ircocervo Rosatellum sta rispondendo egregiamente al suo compito: impedire la formazione di un governo, poiché gli italiani hanno reso impossibile l’auspicato (dalle centrali di potere) accordo tra PD, Forza Italia e “responsabili” assortiti.

In queste settimane si assiste allo spettacolo inverecondo di forze politiche che discutono di tutto, fuorché dei problemi nazionali. Del resto, è arduo chiedere a chi ha appiccato il fuoco di trasformarsi in … Leggi tutto