Vladimir Putin promette una risposta “militare e tecnica” in caso di “azioni ostili”

Martedì (21 dicembre) il presidente russo Vladimir Poutine ha promesso una risposta “militare e tecnica” se i suoi rivali occidentali non mettessero fine alla loro politica ritenuta minacciosa dalla Russia, in un contesto di crescenti tensioni intorno all’Ucraina. “Nel caso in cui venga mantenuta la linea chiaramente aggressiva dei nostri colleghi occidentali, adotteremo adeguate misure militari e tecniche di rappresaglia, reagiremo con fermezza ad azioni ostili (…) Abbiamo tutto il diritto di farlo”,  ha dichiarato durante un intervento davanti ai dirigenti dell’esercito russo e al ministero della Difesa.

La Russia chiede garanzie di sicurezza
“Il rafforzamento alle frontiere russe dei raggruppamenti militari degli Stati Uniti e della Nato così come l’organizzazione di manovre militari su larga scala costituiscono una seria fonte di preoccupazione” ha osservato, mentre l’Occidente ha invece accusato il Cremlino di aver ammassato equipaggiamento militare al confine con l’Ucraina in preparazione di un’offensiva. In questo contesto, il presidente russo ha ancora una volta sottolineato la necessità, secondo lui, che Stati Uniti e Nato diano garanzie di sicurezza alla Russia firmando trattati che dovrebbero vietare ogni futuro allargamento dell’Alleanza Atlantica.

(Quello che Putin ha proposto agli occidentali è la pace. Gli occidentali l’hanno presa deliberatamente comme una “aggressione” e una volontà di  condizionamento della NATO.

Si veda l’ottimo pezzo di Manlio Dinucci su Il Manifesto

«Mossa aggressiva» russa: Mosca propone la pace

L’arte della guerra. La Federazione russa propone agli Usa un trattato e un accordo per disinnescare le tensioni tra le due parti

La Federazione Russa ha consegnato agli Stati Uniti d’America, il 15 dicembre, il progetto di un Trattato e di un Accordo per disinnescare la crescente tensione tra le due parti. I due documenti sono stati resi pubblici, il 17 dicembre, dal Ministero degli Esteri russo. La bozza di trattato prevede, all’Art. 1, che ciascuna delle due parti «non intraprenda azioni che incidono sulla sicurezza dell’altra parte» e, all’Art.2, che «si adoperi per garantire che tutte le organizzazioni internazionali e alleanze militari a cui partecipa aderiscano ai principi della Carta delle Nazioni Unite».

All’Art. 3 le due parti si impegnano a «non utilizzare i territori di altri Stati allo scopo di preparare o effettuare un attacco armato contro l’altra parte». L’Art. 4 prevede, quindi, che «gli Stati Uniti non stabiliranno basi militari nel territorio degli Stati dell’ex Urss che non sono membri della Nato», ed «eviteranno l’adesione di Stati dell’ex Urss alla Nato, impedendo una sua ulteriore espansione ad Est». Nell’Art. 5 «le parti si astengono dal dispiegare le loro forze armate e i loro armamenti, anche nell’ambito di alleanze militari, nelle aree in cui tale dispiegamento può essere percepito dall’altra parte come una minaccia alla propria sicurezza nazionale». Quindi «si astengono dal far volare bombardieri equipaggiati con armamenti nucleari o non nucleari e dallo schierare navi da guerra nelle aree, al di fuori dello spazio aereo e delle acque territoriali nazionali, da cui possano attaccare obiettivi nel territorio dell’altra parte».

All’Art. 6 le due parti si impegnano a «non usare missili terrestri a gittata intermedia o corta al di fuori dei loro territori nazionali, nonché nelle zone dei loro territori da cui tali armi possano attaccare obiettivi sul territorio dell’altra parte». L’Art.7, infine, prevede che «le due parti si asterranno dallo schierare armi nucleari al di fuori dei loro territori nazionali e riporteranno nei loro territori le armi già schierate al di fuori» e che «non addestreranno personale militare e civile di paesi non nucleari all’uso di armi nucleari, né condurranno esercitazioni che prevedano l’uso di armi nucleari».

Il progetto di Accordo stabilisce le procedure di funzionamento del Trattato, basate sull’impegno che le due parti «risolveranno tutte le controversie nelle loro relazioni con mezzi pacifici» e «utilizzeranno i meccanismi delle consultazioni e informazioni bilaterali, comprese linee telefoniche dirette per contatti di emergenza». Il Ministero degli Esteri russo comunica che la parte statunitense ha ricevuto spiegazioni dettagliate sulla logica dell’approccio russo e di sperare quindi che, nel prossimo futuro, gli Stati uniti avviino seri colloqui con la Russia su tale questione critica.

Tace per ora la parte statunitense. Si fa sentire però la Voce dell’America, megafono multimediale di Washington che parla in oltre 40 lingue a centinata di milioni di persone in tutto il mondo: dice che «molti esperti sono preoccupati per questa mossa della Russia, che vuole sfruttare il fallimento del negoziato come pretesto per invadere l’Ucraina». Tace per ora la Nato, in attesa degli ordini da Washington. Tace l’Italia che, pur non essendo destinataria diretta della proposta russa, è parte in causa: tra le armi nucleari che gli Usa schierano al di fuori del proprio territorio vi sono le bombe B-61 installate a Ghedi e Aviano, tra poco sostituite dalle più micidiali B61-12, al cui uso viene addestrato il nostro personale militare nonostante l’Italia sia ufficialmente paese non nucleare. E gli Usa si preparano a installare in Italia anche nuovi missili nucleari a gittata intermedia.

Mentre i media calano una quasi totale cappa di silenzio sulla proposta russa, i gruppi parlamentari la ignorano come se non avesse niente a che fare con l’Italia, esposta a crescenti pericoli quale base avanzata delle forze nucleari Usa contro la Russia. Trovino almeno il tempo di leggere in pochi minuti la bozza che la Russia ha consegnato agli Usa per aprire la trattativa, e abbiano il coraggio politico di esprimere pubblicamente il loro giudizio. Se è negativo, spieghino perché è in contrasto con la nostra Costituzione e la nostra sicurezza.

Tempesta diplomatica tra Germania e Russia: espulsioni incrociate di diplomatici

15 dicembre, il tribunale di Berlino ha condannato all’ergastolo un russo dall’identità “fluida” per l’assassinio di un ex combattente separatista ceceno, cittadino della Georgia, in un parco della capitale, il 23 agosto 2019. La giustizia tedesca ha accusato il Autorità russe di aver ordinato l’omicidio. Berlino ha espulso due diplomatici russi. In risposta, questo lunedì 20 dicembre, Mosca ha espulso due diplomatici tedeschi. La tensione sale ulteriormente tra le due nazioni, questo lunedì 20 dicembre. “La parte russa respinge categoricamente le accuse infondate e scollegate dalla realtà”, ha affermato il ministero degli Esteri del Paese. Risposta della   fanatica Baerbock, capa  della diplomazia tedesca: la risposta russa è “del tutto ingiustificata” e “peserà ancora di più sui rapporti bilaterali”. Tra questi rapporti, spicca il Nord Stream 2: questo controverso gasdotto parte dalla Russia e arriva fino alla Germania, evitando l’Ucraina.Olaf Scholz è più misurato ma gli ambientalisti stanno dando voce. Che si tratti del ministro degli Esteri, Annalena Baerbock, o del ministro dell’Economia, Robert Habeck, che ha dichiarato” la costruzione di Nord Stream 2 è stata un «errore politico».

Risultato:
In 12 mesi EU Gas è aumentato di un bel 1000%, UK di un simile 900%

“Durezza del vivere” è un twitterologo che si occupa professionalmente di energia.
Un competente da seguire costantemente.

Ecco il suo giudizio:

https://twitter.com/durezzadelviver/status/1473325772689530880