Sul messaggio di Francesco per la Giornata della pace / Mi spiace, santità, ma…

Ho letto con tristezza e dispiacere il messaggio di Francesco per la Giornata mondiale della pace 2023, dal titolo Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace.

Francesco scrive: “Il Covid-19 ci ha fatto piombare nel cuore della notte, destabilizzando la nostra vita ordinaria, mettendo a soqquadro i nostri piani e le nostre abitudini, ribaltando l’apparente tranquillità anche delle società più privilegiate, generando disorientamento e sofferenza, causando la morte di tanti nostri fratelli e sorelle”.

Mi spiace, santità, ma tutto questo non l’ha fatto il Covid. L’ha fatto l’utilizzo truffaldino del Covid. L’ha fatto un modo sbagliato di curarlo, nonostante gli avvertimenti lanciati subito da alcune voci rimaste inascoltate. L’ha fatto l’utilizzo del Covid a fini sociali e politici.

Lei prosegue: “Spinti nel vortice di sfide improvvise e in una situazione che non era del tutto chiara neanche dal punto di vista scientifico, il mondo della sanità si è mobilitato per lenire il dolore di tanti e per cercare di porvi rimedio; così come le Autorità politiche, che hanno dovuto adottare notevoli misure in termini di organizzazione e gestione dell’emergenza”.

Mi spiace, santità, ma per qualcuno la situazione è stata chiarissima fin dall’inizio. Le misure prese (tachipirina e vigile attesa, ricoveri forzati, impossibilità e non volontà di fornire cure a casa) sono state subito denunciate da alcuni come sbagliate e criminali. Nonostante ciò, le autorità politiche non hanno fatto altro che applicare politiche liberticide, che hanno procurato più danni del virus, mettendo a tacere le voci dissonanti.

Lei poi scrive: “Assieme alle manifestazioni fisiche, il Covid-19 ha provocato, anche con effetti a lungo termine, un malessere generale che si è concentrato nel cuore di tante persone e famiglie, con risvolti non trascurabili, alimentati dai lunghi periodi di isolamento e da diverse limitazioni di libertà”.

Mi spiace, santità, ma non è stato il Covid-19 a provocare tutto ciò. Sono state le cure sbagliate e le politiche di lockdown prese in spregio dei più elementari diritti.

Lei dice: “Inoltre, non possiamo dimenticare come la pandemia abbia toccato alcuni nervi scoperti dell’assetto sociale ed economico, facendo emergere contraddizioni e disuguaglianze. Ha minacciato la sicurezza lavorativa di tanti e aggravato la solitudine sempre più diffusa nelle nostre società, in particolare quella dei più deboli e dei poveri. Pensiamo, ad esempio, ai milioni di lavoratori informali in molte parti del mondo, rimasti senza impiego e senza alcun supporto durante tutto il periodo di confinamento”.

Mi spiace, santità, ma quanto lei descrive non è stato il risultato della presunta “pandemia”. È stato il risultato di scelte sciagurate da parte dell’establishment medico, farmaceutico e politico. E sono state queste scelte a provocare drammatiche conseguenze.

Lei dice: “Dopo tre anni, è ora di prendere un tempo per interrogarci, imparare, crescere e lasciarci trasformare, come singoli e come comunità”.

Mi spiace, santità, ma lei arriva con grave ritardo. Molti di noi si sono interrogati subito, individuando mancanze, errori, soprusi. Ma siamo stati messi a tacere, tacciati di complottismo, emarginati e bollati come pazzi irresponsabili.

Lei si chiede: “Che cosa abbiamo imparato da questa situazione di pandemia?”. E risponde: “Di certo, avendo toccato con mano la fragilità che contraddistingue la realtà umana e la nostra esistenza personale, possiamo dire che la più grande lezione che il Covid-19 ci lascia in eredità è la consapevolezza che abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri, che il nostro tesoro più grande, seppure anche più fragile, è la fratellanza umana, fondata sulla comune figliolanza divina, e che nessuno può salvarsi da solo. È urgente dunque ricercare e promuovere insieme i valori universali che tracciano il cammino di questa fratellanza umana”.

Mi spiace, santità, ma non posso evitare di notare che così potrebbe parlare un massone, non il successore di Pietro. L’eredità lasciataci dall’esperienza vissuta non è che abbiamo bisogno gli uni degli altri: è che la verità non può essere negata. La fratellanza umana è importante, ma ha valore solo se fondata sulla verità.

Poi lei dice: “Mentre, da una parte, la pandemia ha fatto emergere tutto questo, abbiamo potuto, dall’altra, fare scoperte positive: un benefico ritorno all’umiltà; un ridimensionamento di certe pretese consumistiche; un senso rinnovato di solidarietà che ci incoraggia a uscire dal nostro egoismo per aprirci alla sofferenza degli altri e ai loro bisogni; nonché un impegno, in certi casi veramente eroico, di tante persone che si sono spese perché tutti potessero superare al meglio il dramma dell’emergenza”.

Mi spiace, santità ma, fatto salvo l’impegno di alcuni, quello che lei chiama “ridimensionamento delle pretese consumistiche” è stato un impoverimento micidiale. Tanta gente è rimasta senza lavoro, cacciata da un giorno all’altro perché non disposta a cedere alla narrazione dominante, alimentata sconsideratamente anche da lei.

Lei scrive ancora: “Da tale esperienza è derivata più forte la consapevolezza che invita tutti, popoli e nazioni, a rimettere al centro la parola ‘insieme’. Infatti, è insieme, nella fraternità e nella solidarietà, che costruiamo la pace, garantiamo la giustizia, superiamo gli eventi più dolorosi”.

Mi spiace, santità, ma la parola da rimettere al centro è un’altra: è la parola verità. La verità che è stata calpestata dal pensiero autorizzato, dalla censura applicata contro i diversamente pensanti, dalla persecuzione sofferta da tutti coloro che a mente lucida hanno cercato di spiegare la realtà dei fatti senza cedere alla propaganda fondata sul terrore.

Lei parla di “gruppi sociali, istituzioni pubbliche e private, organizzazioni internazionali” che “lasciando da parte interessi particolari” hanno risposto alla sfida.

Mi spiace, santità, ma non è così. Molti soggetti, a livello politico e scientifico nazionale e internazionale, non hanno fatto altro che spargere terrore a piene mani allo scopo di coltivare interessi particolari e ben poco nobili. Il contrario di quanto lei afferma.

Poi lei parla della guerra in Ucraina e dice che “questa guerra, insieme a tutti gli altri conflitti sparsi per il globo, rappresenta una sconfitta per l’umanità intera e non solo per le parti direttamente coinvolte”.

Mi spiace santità, ma, una volta ancora, lei ignora la vera vittima: che è di nuovo la verità. Questa guerra nasce sul terreno della menzogna e della mistificazione, e non è “l’umanità intera” che ne esce sconfitta. Ne escono sconfitte la verità e l’onestà intellettuale.

Lei dice, con frasi dal contenuto generico e superficiale: “Non possiamo più pensare solo a preservare lo spazio dei nostri interessi personali o nazionali, ma dobbiamo pensarci alla luce del bene comune, con un senso comunitario, ovvero come un ‘noi’ aperto alla fraternità universale. Non possiamo perseguire solo la protezione di noi stessi, ma è l’ora di impegnarci tutti per la guarigione della nostra società e del nostro pianeta, creando le basi per un mondo più giusto e pacifico, seriamente impegnato alla ricerca di un bene che sia davvero comune”.

Mi spiace, santità, ma di nuovo qui c’è un forte sentore di pensiero massonico. La guarigione si ottiene a una sola condizione: convertirsi a Dio. Ma non a un Dio indistinto, bensì al Dio i cui comandamenti sono custoditi dalla Chiesa cattolica e insegnati dalla retta dottrina.

Lei dice anche che “siamo chiamati a far fronte alle sfide del nostro mondo con responsabilità e compassione”.

Mi scusi, santità, ma mi  chiedo come lei possa parlare di compassione dopo che ha ceduto alla narrazione dominante imponendo il vaccino come “atto d’amore” e criminalizzando coloro che non sono stati al gioco.

Lascio perdere gli appelli finali alle “azioni di pace”, al “prenderci cura in maniera concertata della nostra casa comune e attuare chiare ed efficaci misure per far fronte al cambiamento climatico”, all’”accoglienza e all’integrazione, in particolare nei confronti dei migranti e di coloro che vivono come scartati nelle nostre società”.

Guardi, qui di scartati ce ne sono tanti, ma non sono i “migranti”. Siamo tutti noi che non abbiamo ceduto al pensiero unico e ci siamo visti respinti perfino dalla nostra stessa Chiesa.

Mi spiace, santità, ma anziché diffondere appelli generici in nome del politicamente corretto lei dovrebbe chiedere scusa per aver alimentato la discriminazione, per non aver difeso la verità e per aver irresponsabilmente contribuito a mettere sull’altare il dio vaccino.

A fronte del suo messaggio mi tornano alla mente le parole del cardinale Giacomo Biffi sull’ammonimento profetico di Vladimir Soloviev a proposito dell’Anticristo. Mi riferisco alla meditazione tenuta il 27 febbraio 2007 dal compianto arcivescovo emerito di Bologna durante gli esercizi spirituali quaresimali alla Curia romana e a Benedetto XVI, quando sottolineò come Solovev abbia attribuito all’Anticristo le qualifiche di pacifista, ecologista ed ecumenista.

L’ammonimento profetico che arriva dal grande filosofo russo è che “verranno giorni, quando nella cristianità si tenderà a risolvere il fatto salvifico, che non può essere accolto se non nell’atto difficile, coraggioso, concreto e razionale della fede, in una serie di ‘valori’ facilmente esitabili sui mercati mondani. Da questo rischio dobbiamo guardarci”.

Commentava Biffi: “Un cristianesimo che parlasse solo di ‘valori’ largamente condivisibili ci renderebbe infinitamente più accettabili nei salotti, nelle aggregazioni sociali e politiche, nelle trasmissioni televisive”, eppure “non possiamo e non dobbiamo rinunciare al cristianesimo di Gesù Cristo, il cristianesimo che ha al suo centro lo scandalo della croce e la realtà sconvolgente della risurrezione del Signore”.

Mi spiace, santità, ma il suo discorso per la Giornata della pace assomiglia davvero troppo alle prediche dell’Anticristo umanista immaginato da Solovev.

In quel racconto soltanto un gruppetto di cattolici con a capo il papa Pietro II e un piccolo numero di ortodossi guidati dallo staretz Giovanni riescono a resistere al fascino dell’Anticristo. Purtroppo, è ormai evidente che nella nostra realtà il papa sta dall’altra parte.

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Che il Signore abbia pietà.

A.M.V.

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