Ceduto a un fondo americano predatore il 20% di ENI plenitude (ex ENI gas e luce che rifornisce famiglie e imprese di elettricità e gas). Anziché nazionalizzare e perseguire la sovranità energetica, noi continuiamo a svendere.
Finisce di completare gli smantellamenti dell’IRI di Prodi… perfino fuori tempo massimo, perché l’ideologia pseudo-scientifica (“l’efficienza del privato”, la “mano invisibile del mercato” risanatrice…) dell’economia che la giustificava è in discussione persino in US.
Se volete insultare Gioggia, chiamatela anglo-sionista , dilapidatrice di patrimonio pubblico, serva dei “merca “ delle “agenzie di rating”. Chiamatela “prodina ”
E poi: Eni affoga nei profitti ; perché ha bisogno di quei due miliardi? Per quali investimenti?
A memoria d’uomo, non si ricorda un solo caso in cui i monti di miliardi realizzati con le privatizzazioni a tappeto abbiano portato un qualche anche generico beneficio all’interesse generale, e soprattutto nemmeno allo Stato che li ha incamerati.
ENI è il nostro ultimo grande baluardo geopolitico, se cede è davvero finita. Esercitare il golden power di Stato è uno stretto dovere.
Per la demolizione scientifica della pseudo scienza economica liberista,raccomandiamo questo
Bernard Maris, economista e intellettuale francese, firma con “L’economia smascherata” un’opera radicale e provocatoria, che smonta con ironia feroce e rigore critico i miti fondanti dell’economia liberale. Il libro si presenta come un “contro-trattato” che rovescia gli assiomi tradizionali, denunciando le distorsioni del mercato globale e la deriva ideologica di una disciplina che si è trasformata in dogma.
Critica alla “mano invisibile” e alle leggi economiche
Maris inizia il suo attacco smontando la metafora smithiana della “mano invisibile”, che vorrebbe il mercato come regolatore automatico del bene comune. L’autore sostiene che questa visione, fondata su equilibri ideali e concorrenza perfetta, non resiste alla realtà dei sussidi agricoli statunitensi e europei, delle speculazioni finanziarie e delle disuguaglianze strutturali. Come nel caso emblematico del crollo di Enron, Maris mostra come i meccanismi di mercato, lontani dall’essere neutrali, generano spesso caos e sfruttamento, anziché armonia.
L’economia come scienza sociale, non naturale
Un tema centrale è la natura stessa dell’economia, che Maris rifiuta come “scienza dura”. Egli sottolinea come i modelli economici siano costruzioni culturali, spesso manipolate da poteri politici e finanziari. La legge di Say (“l’offerta crea la propria domanda”) o la curva di Phillips diventano pretesti per giustificare politiche di austerità, ignorando le esternalità sociali e ambientali. L’autore invita a riscoprire l’incertezza cara a Keynes, opponendosi alle “aspettative razionali” che riducono gli individui a agenti calcolatori privi di libertà.
Il ruolo dello Stato e la critica alla globalizzazione
Maris difende un interventismo statale che corregga le storture del mercato, come il dumping agricolo che distrugge l’economia locale nei Paesi poveri. Egli denuncia la “globalizzazione selvaggia”, che esporta modelli di consumo omologati, cancella le diversità culturali e impoverisce il tessuto sociale. In un passaggio memorabile, paragona l’espansione del capitalismo a un “ologravio universale”, dove la ricchezza si concentra mentre la dignità umana si dissolve .
L’opera non si limita alla critica, ma propone una visione alternativa. Maris invoca un’economia che integri etica, arte e storia, ispirandosi a pensatori come Keynes e Marx. Egli celebra la gratuità delle relazioni umane – amicizia, altruismo, cultura – che sfuggono alla logica del profitto. Come scrive, “cosa saremmo senza Omero o i cavalli di Chauvet?”: un richiamo a riconoscere il valore incommensurabile di ciò che non è mercificabile .
“L’economia smascherata” è un testo essenziale per chiunque voglia comprendere i limiti del pensiero economico dominante. Con un linguaggio incisivo e interdisciplinare, Maris ci ricorda che l’economia non è una fatalità, ma una scelta collettiva. La sua eredità – purtroppo ancora attuale – è una sfida a immaginare un sistema più giusto, dove la crescita non sia divorata dalla speculazione, e la società non si riduca a un “mercato di individui isolati” .
Per un’analisi approfondita, si consiglia la lettura integrale dell’opera.
Bernard Maris (Tolosa, 23 settembre 1946 – Parigi, 7 gennaio 2015) è stato un economista, giornalista e scrittore francese, noto per la sua critica al liberismo e alla globalizzazione. Professore all’Institut d’Études Européennes di Parigi e consigliere della Banca di Francia. Attivo nel movimento dei Verdi e membro del consiglio scientifico di Attac Francia, Maris è stato anche un giornalista e azionista di Charlie Hebdo , dove è morto tragicamente durante l’attentato terroristico del gennaio 2015.