IL GIORNO DELLA SMEMORIA, IN UNA PATRIA CHE NON ESISTE ANCORA
*14 AGOSTO 1862*
La legge Pica aboliva qualsiasi garanzia costituzionale (La Marmora ordinò ai procuratori di “non porre in libertà nessuno dei detenuti senza l’assenso dell’esercito“).
Su ordine del generale Enrico Cialdini viene inviata per un’operazione di rappresaglia poiché erano stati uccisi dai briganti (oggi sarebbero chiamati ” terroristi”, come i patrioti che Israel elimina) alcuni soldati del regio esercito.
Al comando del colonnello Pier Eleonoro Negri una colonna di 500 bersaglieri con la disposizione di massacrare tutti gli abitanti, ritenuti complici dei briganti, e per vendetta radere al suolo i due paesi.
Furono distrutti 51 paesi; ricordiamo, simboli di tanta tragedia, Casalduni e Pontelandolfo; il 14 agosto 1862, le truppe piemontesi circondano ed attaccano questi due inermi paesi del Sannio.
Non c’erano Briganti, solo donne, vecchi e bambini: tutti ugualmente massacrati con violenza e furono piú di 900 morti.
Essi rientrano nel bilancio finale del grande massacro perpetrato dai piemontesi, un’enorme tragedia.
A quei tempi considerazioni che oggi definiremmo razziste erano ancora legittimate dalla cultura e anche nei rapporti ufficiali gli abitanti del Sud erano paragonati a “incivili beduini”.
Massimo d’Azeglio scriveva che “unirsi ai Napoletani è come andare a letto con un lebbroso“, ovviamente il termine “napoletano” era riferito a ogni abitante della “Bassa Italia”.
II primo dei criminologi positivisti, Cesare Lombroso, effettuo` misurazioni sui crani dei briganti uccisi allo scopo di ottenere la prova scientifica che i Meridionali avevano una predisposizione innata per il crimine.
Antonio Gramsci, nel 1920, su Ordine Nuovo, a proposito di questi genocidi e di queste vere e proprie pulizie etniche perpetrate dei “civilizzatori e liberatori” italo-piemontesi a danno delle popolazioni meridionali, così ebbe a scrivere: ” *Lo stato italiano si è caratterizzato come una dittatura feroce che ha messo a ferro e a fuoco l’Italia meridionale, squartando, fucilando e seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare con il marchio di briganti* “.
Diceva Leonardo Sciascia: “Questo è un paese senza memoria e io non voglio dimenticare”. E per non dimenticare crediamo sia giusto e doveroso ricordare e celebrare oggi, a distanza di troppi anni, quelle vittime innocenti dell’eccidio di quel lontano 14 agosto del 1861 a Pontelandolfo e Casalduni in cui più di mille italiani furono massacrati da altri italiani e che la coscienza sporca di altri italiani ha cercato, per tutto questo tempo, di far passare sotto silenzio.