L’ombra delle forze speciali inglesi sulle operazioni ucraine

Davide Bartoccini

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Mosca si sta seriamente convincendo della presenza di incursori stranieri sul suolo ucraino che stanno combattendo i russi (o quanto meno stanno aiutando gli ucraini a combatterli). E ha parlando apertamente dello Special Air Service britannico, facendo riferimento, più o meno velatamente, all’affondamento delle navi da sbarco sorprese alla fonda nel porto di Berdyansk, non distante da Mariupol, dove sarebbero bastate un paio di mine magnetiche piazzate sullo scafo da un incursore subacqueo per scongiurare uno sbarco di forze a Odessa. Secondo quanto riportato, ne scrive chiaramente Gianluca De Feo su Repubblica: “Nei giorni precedenti gli ucraini avevano tentato invano di centrare i moli con i missili Tochka. Quella mattina però nulla è piovuto dal cielo”. Che la Marina russa abbia perso un asset navale indispensabile come la nave anfibia classe Alligator, invece, è storia documentata. Il punto è che potrebbero esserci stati ulteriori raid condotti da formazioni miliari “ibride”. Per il raid condotto in territorio russo sugli elicotteri Hind ci vuole più fantasia. Ma chi se ne intende sa che la realtà spesso supera la fantasia, almeno in tema di operazioni speciali.

Il sospetto di Mosca

Nelle scorse settimane l’agenzia di stampa russa Ria Novosti citante una fonte interna all’apparato di sicurezza di Mosca, aveva affermato che almeno venti esperti di sabotaggio delle forze speciali britanniche Sas erano stati schierati nell’Ucraina occidentale. Più precisamente nella regione di Leopoli. Secondo quanto riportato dall’agenzia stampa Reuters il comitato investigativo di Mosca ha finito per essere indotta a credere, in seguito al rapporto ricevuto dal fronte ucraino, che i membri del Sas  britannico erano stati inviati per “per assistere i servizi speciali ucraini nell’organizzazione di sabotaggi sul territorio dell’Ucraina”. Il ministero della Difesa britannica ha risposto con un: “We do not comment on Special Forces”, un’espressione ambigua che si posiziona tra il classico no comment, e la particolarità che riguarda le forze speciali come fossero argomento che non può essere soggetto a “commento”.

Non è un segreto che Londra abbia inviato, almeno in passato, addestratori in Ucraina per formare un esercito che si è rivelato più preparato e agguerrito di quanto Mosca di aspettasse. Gli addestratori militari che operano all’estero provengono in genere dalle forze speciali, e nel caso dell’Ucraina potrebbero essere in loco da più di un anno per istruire le truppe di Kiev all’utilizzo delle famigerate armi anticarro (come si sistemi Nlaw e Javelin) che hanno fatto strage di tank russi, e che Kiev supplicava di ricevere dalle potenze occidentali per prepararsi a respingere un’eventuale invasione. “Con un alto grado di probabilità, questi specialisti sono arrivati ​​per migliorare le capacità e l’efficienza dei servizi speciali ucraini nel coordinare le attività dei gruppi di sabotaggio nei territori dell’Ucraina controllati dalle truppe russe”, riporterebbero le fonti della sicurezza che hanno illustrato i fatti al comitato d’inchiesta presieduto da Alexander Bastrykin, noto investigatore russo e amico di Vladimir Putin.

Gli inglesi avevano dato garanzia che il personale altamente specializzato fosse stato ritirato all’inizio delle ostilità al di fuori di un piccolo “nucleo”, che sarebbe rimasto a proteggere l’incolumità dell’ambasciatore britannico. Se così non fosse stato, e se questo “nucleo” abbia agito nell’ombra per sabotare o pianificare l’arrivo di un commando di sabotatori del Sas, non può essere né confermato né smentito. Resta dunque un’ipotesi plausibile. Secondo gli analisti, e anche secondo il Cremlino che continua a minacciare ritorsioni contro le potenze terze che si sarebbero intromesse nel conflitto, ma non ha ancora intrapreso alcun tipo di “misura”. Né nei confronti di Londra, che avrebbe inviato i suoi sabotatori del Sas. Né nei confronti di Washington, che ha addirittura dichiarato apertamente di aver consentito alla Cia di fornire informazioni d’intelligence in tempo reale a Kiev, per respingere l’invasione russa o quella che Mosca piace ancora chiamare “operazione militare speciale” in Ucraina.

Special Air Service

Al motto di “Who Dares Wins” (Chi osa vince, ndr) il 22 Special Air Service, formato dal maggiore “fantasma” Archibald David Stirling, poi fatto Sir per i servigi portarti alla patria e al re, è nato proprio per operare dietro le linee nemiche attraverso incursioni in scala ridotta ma con risultati estremamente risolutivi. Di solito messi a segno da piccole unità aviotrasportate o trasportate su piccolo imbarcazioni armate operata dallo Sbs (Special Boat Service, ndr). Considerato come uno dei servizi speciali più temibili al mondo, il Sas ha ricevuto il battesimo del fuoco nel 1941, in Nord Africa, dove collaborò a stretto giro con Lrdg (Long range desert group) In seguito prese parte ad incursioni in Europa occidentale e orientale. Confermando in ogni occasione il valore del suo impiego strategico, che è proseguito nella la crisi dell’Oman; nelle operazioni della guerra per le Falklands, in Bosnia, nella liberazione di ostaggi in Sierra Leone; nelle diverse operazioni militari condotte in Libia, Afghanistan Siria e Iraq. L’operazione che ha portato maggiore fama all’unità è il salvataggio degli ostaggi dell’ambasciata iraniana di Londra. Avvenuta nella primavera del 1980 e nota come Operazione Nimrod. In quell’occasione trenta incursori del Sas liberarono più di venti ostaggi trattenuti all’interno dell’ambasciata da sei terroristi che agivano in nome del Fronte democratico per la liberazione dell’Arabistan (Drfla).