Lituania invasa da clandestini… iracheni

Un tiro di Lukashenko

Titolo di un articolo a prima vista incomprensibile. Poi amaramente istruttivo:

L’UE spinge l’Iraq ad arginare i voli dei migranti verso la Bielorussia

L’Unione europea ha detto giovedì che sta facendo pressioni sull’Iraq perché fermi il flusso di migranti verso la Bielorussia che vengono poi contrabbandati attraverso il confine in Lituania.

Circa 2.700 migranti, la maggior parte provenienti dall’Iraq, sono entrati illegalmente nello stato baltico e membro dell’UE negli ultimi mesi.

I funzionari sospettano che l’afflusso sia orchestrato dal regime bielorusso in rappresaglia contro le sanzioni dell’UE, con voli che trasportano migranti da Baghdad a Minsk.

“Siamo stati in contatto con il governo iracheno per controllare meglio i voli verso la Bielorussia e riammettere i cittadini iracheni che vogliono tornare volontariamente o non hanno diritto alla protezione internazionale”, ha scritto il commissario per gli affari interni Ylva Johansson in una lettera ai ministri dell’UE .

Il capo della politica estera dell’UE Josep Borrell ha dichiarato mercoledì di aver avuto colloqui con il ministro degli esteri iracheno “su come affrontare l’aumento del numero di cittadini iracheni che attraversano irregolarmente la Bielorussia verso la Lituania”.

“Questo è motivo di preoccupazione non solo per uno Stato membro, ma per l’intera UE. Contiamo sul sostegno dell’Iraq”, ha scritto Borrell su Twitter.

Baghdad si è impegnata all’inizio di questo mese a indagare sul presunto traffico di persone in Lituania e ha istituito un comitato congiunto con l’UE per discutere di questioni migratorie.
Un portavoce del blocco ha detto giovedì che “gran parte” di coloro che entrano in Lituania non sembrano idonei a chiedere asilo nell’UE.

Bruxelles ha minacciato di aumentare le sanzioni che ha imposto alla Bielorussia dallo scorso anno per la repressione delle proteste contro le elezioni contestate. Il mese scorso l’UE ha colpito settori chiave dell’economia bielorussa dopo che Minsk ha costretto un aereo di linea europeo ad atterrare per arrestare un giornalista dissidente.

csg/del/pbr

Il network canadese CBC ha dedicato  un inchiesta allo strano fatto:

Iracheni disperati l’ultima pedina nello scontro tra Bielorussia e UE

Nelle tende d di sfollati dell’Irak del Nord,  fra i profughi, per lo più giovani uomini yazidi, perseguitati da tutte le componenti irakene,  s’è sparsa una speranza: “Bielorussia, Bielorussia”.  Qualcuno li ha informati che  la Bielorussia offre visti all’arrivo per 70 nazionalità, compresi gli iracheni, e che la Bielorussia ha un confine di 600 chilometri, per lo più non monitorato, con lo stato membro dell’UE, la Lituania.  E qualcuno gli ha parlato dei  due voli diretti settimanali  tra Baghad  e Minsk.

Nelle prime due settimane di luglio, secondo quanto riferito , più di 1.100 migranti e richiedenti asilo hanno attraversato irregolarmente dalla Bielorussia al suo vicino dell’UE, la Lituania.  Per confronto,  erano solo 81 in tutto il 2020. La maggior parte di loro erano iracheni.  Ma la Lituania dice che questo non è un flusso di rifugiati o una crisi migratoria. Invece, il ministro degli esteri lituano Gabrielius Landsbergis ha affermato che i migranti vengono usati come ” arma politica ” da una Bielorussia sempre più isolata. La Lituania ha definito illegittimo il presidente bielorusso Alexander Lukashenko e ospita dissidenti bielorussi e esponenti dell’opposizione.

“Non la chiamiamo una crisi dei rifugiati, la chiamiamo un attacco ibrido”, ha detto Landsbergis all’emittente di stato turca, un attacco del suo vicino bielorusso.

Vedete, noi italiani non possiamo  identificare l’invasione di clandestini operata dalle ONG estere  conla categoria della “guerra ibrida”, la Lituania sì.  E la UE aiuta attivamente a frenare questo tipo di arrivi, mentre non aiuta a frenare gli arrivi a Lampedusa.

Ue e ministro lituano sostengono che gli yazidi non sono qualificati a chieder asilo…  Anche se appartengono alla minoranza yazida irachena, che ha subito alcune delle peggiori atrocità dell’ISIS. Al limnite del tentato genocidio.  Abbandonate dai peshmerga curdi che dovevano proteggerli e si sono squagliati.   Donne sistematicamente violentate.  Da quattro anni in campi  sotto le tende, senza prospettive di reinserimento nella società irachena.