I JIHADISTI SERVONO – per “ISRAELIZZARE” la società europea

 

di Siro Mazza

Il piano dell’Isis è quello di provocare l’ascesa dei movimenti “xenofobi”, “razzisti”, “populisti”, ecc. in modo da fomentare lo “scontro di civiltà”: è quello che, senza ombra di ritegno ma con tanta comicità involontaria, ha asserito uno dei più viscidi e conformisti   esponenti  del giornalismo italoide, Massimo Gramellini, nella sua rubrica sulla Stampa “Shalom” (pardon, volevo dire “Buongiorno”). La stessa cosa l’ha sostenuta il truce Corrado Formigli qualche sera fa in tv su La7, nel programma condotto da Davide Parenzo (promosso conduttore per meriti… “onomastici” e in quanto spalla del radio-sicario Cruciani) e da un altro ceffo lombrosiano di cui non mi interessa manco il nome.

Può darsi invece che i terroristi del (Rita) Katz siano mossi da altri fini. Ad esempio, la trasformazione dei nostri Paesi in una sorta di imitazione dello stato di polizia sionista: già il 24 marzo scorso, dopo gli attentati di Bruxelles, il Foglio sollecitava gli Stati della UE a affidare la “sicurezza” a Israele, “l’unico capace di coniugare la lotta al terrorismo coi principi democratici e liberali” (sic!).

A dire il vero, non pareva un consiglio particolarmente lungimirante, visto che è noto (ma solo a pochi) che gli aeroporti americani all’11/9 e la metropolitana londinese ai tempi delle stragi del 2005 fossero gestiti da agenzie private israeliane, che non pare dimostrarono (o non vollero dimostrare?) tutta questa grande efficienza…

Ma ieri Libero (la versione trash del Foglio, per la plebe, così come il primo è rivolto ai “colti”, alle classi digerenti, se non agli iniziati) rilancia, pubblicando una morigerata e riflessiva prima pagina, di cui allego immagine.

Si ricordi che, di fatto, il quotidiano della famiglia Angelucci è diretto da quel Feltri che, al tempo delCharlie Hebdo, disse in televisione che in Francia abitano “sei milioni diislamisti”: e non lo disse, provocatoriamente, per sostenere che tutti i musulmani sono ideologizzati, ma proprio perché ignora che un fedele dell’Islam non si definisce così, ma “islamico”: potete immaginare che profonda autorevolezza abbia sto ignorante!…

Fatto sta che dobbiamo prepararci: se “impareremo dagli Israeliani”, il quartiere vicino a quello dove abito io, in prevalenza residenza di musulmani, al prossimo attentato verrà raso al suolo; verrà introdotta l’apartheid e tanti bambini potranno senza problemi essere sbattuti in galera  – come appunto nella civilissima Israele . Vivremo nel terrore del pugnale e della bomba, esattamente come vivono gli israeliani sulla terra che hanno rubato.

Per non parlare della militarizzazione e totale de-occidentalizzazione giuridica (in senso buono) che sarà messa in atto: presunzione di innocenza? Divieto di tortura? ma quando mai! Arresti di massa, uccisione di prigionieri, frati presi a sputi e chiese vandalizzate? Tutto bello e normale, in uno Stato a immagine e somiglianza dell’entità sionista! E che dire del fatto che la nostra radio principale sarà quella dell’esercito e che i rabbini detteranno legge nell’esercito stesso, indottrinando debitamente i militari che loro principale dovere è lo sterminio degli “Amaleciti”.

E poi cavalli di Frisia e muri di cemento armato. Ma non al confine dello Stato, come pretenderebbero quegli oscurantisti degli “xenofobi” e “estremisti di destra”: gli Austriaci, ad esempio, che a inizio ottobre voteranno, finalmente, un presidente dell’Fpo, o, peggio ancora, l’Ungheria di Orban, dove contemporaneamente si voterà un referendum popolare (orrore!) per rifiutare i diktat pro-immigrati emessi da mamma Merkel e da Junker l’alcolizzato. Ma va, quelli sono ostacoli alla generazione Erasmus e violazione dei “valori europei” (in pratica: i quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio). No, si tratterà di filo spinato e sbarramenti all’interno o al confine delle città, come capita oggi nella “unica democrazia mediorientale”, e che costringono a file massacranti sotto il sole, gravi perdite di tempo, umilianti perquisizioni e altre angherie,  e infine alla messa in pericolo di vita per chi deve raggiungere un ospedale, oppure per chi semplicemente (e quotidianamente!) deve recarsi sul proprio posto di lavoro. Questi sì, che sono muri “democratici” e garanti della sicurezza e dell’integrazione dei popoli!…

Ma, soprattutto, va considerato l’aspetto psicologico: come più volte hanno spiegato Blondet e altri, il sistema israeliano ha tutto l’interesse a mantenere la propria popolazione in un costante stato di psicosi di massa, di insicurezza, di odio e disprezzo verso gli “animali parlanti” palestinesi.

Altro che movimenti “populisti” e “nazionalisti”: chi ha creato e manovra Daesh vuole un “grande Israele” non più dal Nilo all’Eufrate, ma dal Golfo Persico all’Oceano Atlantico. Anzi, al Pacifico, visto il ruolo di “big stick”, “soft” e “hard power” svolto dagli Usa al servizio di Giuda.

 

 Siro Mazza