Il “suicidio fatto male”  (apposta)  di Catricalà  ed i significati lugubri dell’evento, in attesa degli accadimenti che il morituro… (Condoglianze alla famiglia)

 

….Il giorno prima di morire Raul aveva detto in Foro Buonaparte che sarebbe andato da Di Pietro il giorno dopo a spiegare tutto. Sta di fatto che morì prima di andare in Procura, memore della morte di Gabriele Cagliari, anche quella una strana morte come spiegò nei dettagli il giudice Almerighi nel suo libro “Suicidi”(?)

Ve la faccio semplice: la prima Tangentopoli, a cui seguì la piccola Tangentopoli II tra il 2012 ed il 2014, fu costellata di episodi mai spiegati. Leggetevi il libro del giudice Almerighi, se lo trovate ancora, e capirete.

Sappiate solo una cosa: l’epoca delle grandi privatizzazioni italiane che decretarono l’inizio della fine del Paese, iniziò proprio con la morte di Raul Gardini. E senza dimenticare che Guido Carli firmò il Trattato di Maastricht, che come ben sapete era aborrito dalla prima Repubblica, come ministro di un governo decaduto, proprio causa Tangentopoli, Craxi docet (…).

Anche la morte di Raul Gardini sembrava tutt’altro che un suicidio, con lavori in strada in Piazza Belgioso lasciati a metà, con annessi martelli pneumatici mi dicevano i colleghi di Montedison; oltre a dettagli salienti che troverete se leggerete il libro sopra citato. Ad esempio, che l’attuale procuratore capo di Milano piangeva come un bambino alla morte di Gardini, ma chiaramente se ne guardò bene dall’indagare le ragioni di quelle lacrime quando divenne procuratore capo della Procura che seguì ai tempi le indagini, sbattendo di fatto contro un muro.

Chiaramente, la stessa procura che non trovò nulla di anomalo nella morte di Gabriele Cagliari  (ex presidente ENI) in carcere, suicidatosi con un sacchetto di plastica stretto al collo.

A Roma invece gli eventi sono da sempre più spettacolari, assieme all’ignavia italica – unita ad ignoranza – che non fa capire al popolino lercio che ad accettare certe derive poi arrivi precisamente dove siamo oggi, nella merda, basta attendere qualche anno, pochi. Vedasi la morte di Castellari, il vero ras delle partecipazioni statali dei tempi, coinvolto in scandali indicibili, non solo di armi che coinvolgevano anche la monarchia belga e/o olandese se ricordo bene, sembra (il caso Dutroux era in Belgio, mai dimenticarlo, ndr): se nel caso le morti di Gardini e Cagliari sarebbero state diciamo dissimulate nella loro vera essenza, quella di Castellari No!

Infatti, si sa, a Roma della forma  se ne fregano, da millenni, non ne hanno bisogno: dunque Castellari morì in un modo a dir poco strano, per suicidio con un colpo alla testa ma con l’arma infilata nella cintola dei pantaloni (evidentemente accadde qualcosa di miracoloso…). Naturalmente la procura di Roma, alias Porto delle Nebbie, concluse che si trattava di suicidio, come poteva essere altrimenti!


 

Arriviamo a Catricalà, che in teoria si è ucciso in balcone essendo in possesso di una pistola calibro 38 a tamburo. Il Corriere della Sera ci informa che è stato rinvenuto il bossolo dello sparo mortale su un balcone di un altro appartamento (appartamento vuoto, similitudine con Gardini?); chiaramente, si sa, il bossolo salta da un balcone ad un altro. Soprattutto in una pistola a tamburo, che non espelle bossoli (rammentando che il calibro “9 corto” citato da Dagospia, alias 9×19, è appannaggio solo delle forze dell’ordine e dei militari, non dei civili, ndr)

Eppoi volete mettere, suicidarsi in balcone, negli ultimi attimi di vita?

Insomma, è inutile che vi prenda in giro: quando ero piccolo e morì Gardini le cose erano diverse, non c’era stampa indipendente, non c’erano i blogs. Allora come oggi i suicidi “fatti male”, come quello di Castellari – sempre a Roma – è errato disquisire se siano davvero suicidi, non è assolutamente il punto. [Evitando però di aggiungere che abbiamo tutti fiducia nella correttezza delle indagini].

Infatti, come blog, ritengo che i tempi siano cambiati. E che, soprattutto in tempi di COVID, sua genesi inclusa, non è più importante difendere la forma. Forma, che con un’apparenza così fessa, significa solo una cosa: voler dare un segnale. Si, a partire da Castellari, con la sua morte così assurda (sempre si tratti di morte sua, …), evidentemente voluta “così”, si volle dare un segnale a chi osservava. Ossia che non bisognava opporsi al trend in atto…*

Così fu. E sappiamo anche cosa venne dopo (a chi ad es. fu venduta Montedison, al ministero della difesa Francese, non scherzo).

Ugualmente oggi, Catricalà morto in situazioni così assurde, certamente un segnale, vedremo a chi.

[…]  non è più necessario mantenere una benchè minima apparenza: anzi, nel periodo di King Gates e di Bergoglio, il popolo deve capire che non può nulla, che i tempi sono “finiti”, che la gente non comanda più e la democrazia non esiste veramente, quanto meno nelle cose importanti. Il risultato, permettetemi, sono le inettitudini enciclopediche, unite a poca scuola e nulla preparazione specifica per il ruolo ricoperto, ad es . di Di Maio e Salvini, che dovrebbero rappresentare “il nuovo”.

(l’integrale qui:

Il “sudicidio fatto male” di Catricalà (apposta) ed i significati lugubri dell’evento, in attesa degli accadimenti che il morituro… (Condoglianze alla famiglia)