Elogio della preghierta distratta

Padre Serafino Tognetti

A coloro che sono nel mondo ma non sono del mondo, non viene sempre facile pregare con concentrazione. La preghiera è spesso e volentieri disturbata da altri pensieri, altre preoccupazioni, altri affanni; il rosario viene detto un poco meccanicamente, senza fissare la propria mente sui misteri che si meditano in quel giorno. Eppure, non bisogna smettere di pregare, anzi quella preghiera ha veramente un valore speciale.

Come mai dico questo? Cercate di seguire. Siamo esseri fragili. Pascal nei suoi Pensieri affermava: L’uomo è solo una canna, la più fragile della natura; ma una canna che pensa. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo; un vapore, una goccia d’acqua bastano a ucciderlo. Ma, quand’anche l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe pur sempre più nobile di quel che lo uccide, perché sa di morire, e la superiorità che l’universo ha su di lui; mentre l’universo non ne sa nulla. Tutta la nostra dignità sta, dunque, nel pensiero. In esso dobbiam cercare la ragione di elevarci, e non nello spazio e nella durata, che non potremmo riempire.

Lavoriamo, quindi, a ben pensare: ecco il principio della morale”. Quindi la facoltà più nobile è quella del pensare, ma è proprio in uno degli elementi del pensare, la capacità di focalizzarsi, che si annida l’avversario. Eppure la volontà di non arrendersi alla tentazione di lasciare perdere, già denota una vittoria importante. Il diavolo non si arrende, ma neanche noi. Se non ci arrendiamo stiamo ingaggiando il nostro sacrosanto combattimento spirituale.

[*] Padre Serafino Tognetti è nato a Bologna nel 1960 e dal 1983 è membro della Comunità dei Figli di Dio, fondata da Don Divo Barsotti (1914-2006), con il quale ebbe modo di vivere e collaborare in stretta figliolanza spirituale. Dal 1990 è sacerdote.