(ovviamente ha ricevuto re Carlo…)
Rinnegando il suo stesso pseudo-dogma
Bergoglio: ‘Misericordia va anteposta al giudizio‘. Da un punto di vista morale, sacramentale ed escatologico, questa è apostasia”. Così mi scrive l’amico Siro Mazza con un SMS fulminante.
Così, mi obbliga a parlare, mentre sono ammutolito. La verità cattolica, calpestata ogni giorno da Bergoglio fra gli applausi del Mondo, è evidente. Ma ripugna parlarne per molti motivi: non ultimo, l’ignoranza della dottrina cattolica nei credenti, per non dire lo spregio in cui è tenuta dai miscredenti uomini-massa che sono i più, rende impossibile far capire a tutta “questa generazione” il pericolo estremo che rappresenta per loro la finta misericordia sentimentalista ed ecologista bandita dal Vaticano.
Mancano le parole per mettere in guardia. Sicché questo pezzo sarà fatto quasi solo di citazioni, che mi soccorrono da amici.

A proposito della frase papesca di cui sopra: Misericordia va’ anteposta al giudizio, Matteo D’Amico mi scrive: “San Tommaso spiega che la misericordia senza la giustizia è il principio di ogni dissoluzione. Equivale a un pensare come eguali il malfattore e il santo, la vittima e il suo carnefice, il bene e il male. Una falsa carità che senza giustizia né giudizio assolve il colpevole e non gli impone alcuna pena, è il cuore di un’età anticristica”.
Riporto, ma con un dubbio: dicono ancora qualcosa queste messe in guardia ai più? La distorsione papesca del cattolico “primato” della misericordia è grossolana e volgare, eppure ancor troppo sottile per l’incultura dilagante.
L’altro giorno, i tg e le radio laiciste sembravano tutte Radio Vaticana: tutte hanno dedicato ore ed ore alla “apertura del Giubileo”, loro che se ne fregano e deridono la fede. Estasiate, plaudenti, noiosissime “religiosamente” commosse.
la specie in via di estinzione siete voi
Lo spettacolo osceno della basilica di San Pietro investita da pesci colorati, scimmie, giaguari e cannibali con l’osso al naso, finanziata dalla Banca Mondiale, doveva svegliarvi come un simbolo orrendo della vittoria dei poteri forti mondialisti. Ma sapete ancora agghiacciarvi, leggere i “segni” dietro lo spettacolo?
Là sulla facciata di San Pietro, è stata la messa in scena la vittoria della “natura” sulla “cultura” e sulla storia anzi, specificamente della civiltà italiana e cristiana, che si esprime nelle architetture più belle, lasciateci dai secoli di una civiltà cresciuta su se stessa – greca, romana, cristiana – come un tutto unico e armonioso.
La Banca Mondiale ci dice – attraverso El Papa – che questa, la cultura e la storia umana, e specificamente quella romana e cristiana, non conta nulla. Che deve sparire, come l’uomo stesso, per riportare la “natura” là dove regnava l’architettura. Molto presto – vi dice – faremo di San Pietro una rovina, e vi pascoleranno di nuovo gazzelle e giaguari – tutt’al più con qualche primitivo con l’osso al naso..Ma forse che questo suscita la necessaria rivolta nei nostri figli? Si riempiono già di tatuaggi e di piercing, si chiudono già in branchi tribali, la loro musica è fatta di percussioni ossessive e selvagge, si adunano in feste rave che sono ammucchiate selvagge con selvaggi accoppiamenti – insomma, sono già fuori dalla cultura, di cui peraltro non sanno più nulla; quanto alla storia non ha senso per loro che vivono appiattiti sull’istante presente. Insomma sono già selvaggi ed aspirano ad esserlo anche di più, quindi non si può far più capire cosa i poteri globali gli vogliono togliere; men che meno chiamarli a difesa di una bellezza-verità che non hanno i mezzi intellettuali per amare.
Mica esagero. La Scala c’è stata la prima con la rappresentazione della Giovanna d’Arco di Verdi. La regia è stata affidata ad un ebreo, Moshe Leiser. Ora, ecco come questo Moshe ha “letto” la storia della Pulzella: …«E’ la storia di una ragazza che vuole uscire dall’anonimato, che vuole una vita di gloria donandosi a Dio, e che di conseguenza non può avere una relazione normale con un uomo – in questo caso, Re Carlo: ciononostante, va a letto con lui e diviene peccatrice. Deve pentirsi, e perciò va sul rogo, morendo alla fine di consunzione. [..]”.
Sono quasi contento. Tutto ciò sta per finire. Buon Giubileo.