CRISTIANESIMO E PHILOSOPHIA PERENNIS

CRISTIANESIMO E PHILOSOPHIA PERENNIS

Nel link che proponiamo in calce a questo breve commento si tratta della cosiddetta “philosophia perennis”, descrivendone contenuti e percorsi storici a partire dall’umanesimo. Da Gemisto Pletone al gruppo di Eranos viene ricostruita per sommi capi la storia del ritorno rinascimentale al Plato a-christianus, sull’onda del “neopaganesimo umanista”, dopo che la grande Patristica della Chiesa aveva sistematizzato, nel quadro della Rivelazione, il Plato christianus “preparatore dei pagani al Vangelo” nel segno dell’incontro provvidenziale tra Gerusalemme e Atene (e Roma).

Purtroppo tra XV e XVI secolo, allorché invece iniziò l’opera di decristianizzazione del retaggio antico, la Chiesa non ebbe a disposizione altri Padri e, di fronte alla marea montante della cultura umanista intessuta di neoplatonismo e di ermetismo, dei quali, come gli studi più recenti hanno dimostrato, era debitore anche Lutero, si chiuse in una tridentina difesa tutta fondata sul tomismo ma dimenticando che proprio l’Aquinate dipendeva, nella strutturazione basilare del suo pensiero, dal neoplatonismo cristiano di Agostino e di Dionigi Pseudo-Areopagita, il quale gli consentì di accordare l’aristotelismo, che la Chiesa del suo tempo aveva a ragione in forte sospetto, con la Rivelazione. Fu una chiusura in quel momento forse necessaria e inevitabile ma che doveva essere superata. Nel XX secolo ci ha provato la cosiddetta Nouvelle Théologie a tentare di andare oltre la scolastica degradata per recuperare l’eredità patristica. Non a caso Henry-Marie de Lubac, uno dei nuovi teologi, parlava, a proposito del riapparire rinascimentale del platonismo, di “alba incompiuta del Rinascimento” ad indicare lo sviamento intervenuto, con e dopo Pico della Mirandola e Marsilio Ficino, nell’approccio alla “philosophia perennis”.

Un approccio che invece di restituirci, come fecero per l’appunto i Padri della Chiesa, le intuizioni, ante litteram, cristiane di Platone, depurandone il pensiero per innestarlo sul solido albero della Sapienza biblica, è sfociato nell’illuminismo e nella massoneria a causa della relativizzazione della Tradizione Originaria e Universale del Logos ridotta, per tale via, ad un mero raggio con altri convergenti verso il centro della ruota costituito non più dal Logos cristiano ma da una anonima “Tradizione primordiale” disancorata da qualsiasi concretezza fino a sminuire l’evento centrale dell’Incarnazione che, piaccia o meno, è l’Asse del cosmo e della storia.

La Nouvelle Théologie ispirò il Vaticano II con questo intento di superare lo scolasticismo e tornare alla grande Patristica. Ma evidentemente non tutto è andato per il verso giusto e le speranze novecentesche sono naufragate in un oscuramento della fede anziché nel suo rinvigorimento. Come disse Paolo VI, mentre si aspettava una nuova Pentecoste il fumo di Satana intanto penetrava nel Tempio. Tuttavia è illusorio pensare che la mera restaurazione tridentina e scolastica consentirebbe il superamento della crisi attuale della Chiesa. Al punto nel quale siamo resta – ed è fondamentale – la colonna portante dell’Eucarestia che la Chiesa continua a darci, perché Essa come ci è stato promesso non verrà mai meno, ma bisogna prendere atto che qualsiasi rinascita spirituale ecclesiale potrà operarla solo Dio. Nei tempi e nei modi che Egli ha già stabilito.

Luigi Copertino

https://totapulchra.news/tradizionalismo-philosophia-perennis/