APOSTASIA O PROFEZIA?

APOSTASIA O PROFEZIA?

L’articolo di Maurizio Blondet “Sono quasi contento. Tutto ciò sta per finire. Buon Giubileo” è foriero di molte riflessioni che gli avvenimenti più recenti, dal canto loro, sollecitano alla nostra coscienza cristiana. Blondet si chiede se l’affermazione di Papa Bergoglio a proposito del primato della Misericordia sul giudizio sia ortodossa. Nell’articolo si da voce anche ad altri cari amici, molto preoccupati della potenziale apostasia papale, che ricordano il limpido insegnamento dell’Aquinate per il quale la misericordia senza giustizia è principio di dissoluzione. Considerati poi altri fatti, non ultimo lo spettacolo di dubbio buon gusto (per non dire di peggio) messo in scena sulla facciata di san Pietro, c’è in effetti molto da preoccuparsi se non fosse per la fiducia che i cristiani ripongono in Dio. Quella fiducia che proprio da Dio viene provata, nella sua sostanza, nei momenti difficili della vita personale e comunitaria.

Ma procediamo con ordine, iniziando dalla ortodossia o meno della parole del Papa sul primato della Misericordia. Che in Dio la Misericordia sovrabbondi sulla Giustizia, la quale tuttavia rimane e deve essere soddisfatta (il purgatorio è, proprio per questo motivo, un dono dell’infinita Misericordia divina: non è lo scrivente a dirlo ma la Madonna in una rivelazione privata e tuttavia accreditata dalla Chiesa: cfr. Consuelo “Maria trono della Sapienza”, Ancora), è una affermazione perfettamente ortodossa. Non so cosa di preciso Papa Bergoglio abbia inteso dicendo che la misericordia va anteposta al giudizio ma sembra difficile che abbia voluto dire qualcosa di diverso da quanto sempre creduto ed affermato dalla Chiesa. Che le sue parole hanno altro significato va dimostrato e non presunto.

Vittorio Messori, in un articolo recente sul Corsera, ha spiegato molto bene l’apparente antinomia tra Giustizia e Misericordia nel Dio cristiano e come anche nella stessa Chiesa spesso si sia con difficoltà compreso che tra l’una e l’altra il contrasto è solo apparente. Messori cita, ad esempio, il contrasto, in merito, tra i gesuiti (Bergoglio, non dimentichiamolo, è un gesuita), accusati di lassismo morale, ed i giansenisti rigoristi e cripto-protestanti. Questi ultimi finirono poi per troppo radicalizzare le loro posizioni e per sconfinare apertamente nell’eterodossia. Tra di loro solo quelli in buona e cattolica fede, come il grande Blaise Pascal, riconobbero gli errori di Giansenio e scelsero di rimanere cattolici).

I cattolici sono perfettamente consapevoli che tra Misericordia e Giustizia il contrasto è insussistente. La Rivelazione ci dice che l’uomo peccando ha rifiutato l’Amore del Creatore ed ha offeso la Giustizia di Dio. L’uomo si è in tal modo opposto al Suo Creatore. Il peccato dell’uomo è stato tanto violento da richiedere, a riparazione, un atto di assoluta obbedienza. Un atto del genere però era impossibile all’umanità, ontologicamente ferita dal peccato, perché, al contempo, doveva essere un atto di assoluto amore a Dio. Ma l’uomo non era in grado di amare Dio con lo stesso Amore con cui Egli ama l’uomo, per il quale ha fatto il mondo. Sicché è stato soltanto per la Sua Misericordia che Dio stesso si è incarnato e si è offerto, nel Figlio al Padre, al Sacrificio d’Amore della Croce per espiare la colpa dell’uomo, altrimenti inespiabile per le sole povere forze umane.

Dunque, per la fede cattolica, ferma rimanendo la Giustizia, che deve essere comunque soddisfatta, la Misericordia di Dio ha sovrabbondato sulla Sua Giustizia. Se non fosse così nessuno potrebbe nutrire speranza di salvezza. Il purgatorio – che non è affatto invenzione medioevale come ha erroneamente ritenuto un pur grande storico come Jacques Le Goff (all’epoca ne cambiò, casomai, solo l’immaginario attraverso un processo di “infernalizzazione” che lo rese simile all’inferno) – è, come si diceva, anche sulla base delle esperienze dei mistici cristiani, un grande atto di Misericordia di Dio verso l’uomo per offrirgli ogni possibilità di salvezza a condizione, però, che il peccatore soddisfi, per l’appunto, anche alla Sua Giustizia.

La Madonnina di Civitavecchia, che il caro Blondet cita nel suo articolo dimostrando di essersi “aperto” alle sue rivelazioni, ci ha ricordato proprio questa verità di fede. Ora, però, Quella di Civitavecchia è – attenzione! – la stessa Madonna di Medjugorie. Sui fatti mariani della località bosniaca tanti tradizionalisti hanno sospetti, generati dal fatto che, nella ex-Jugoslavia, la Madonna, apparendo, non parla male del Vaticano II. Costoro, in sostanza, vorrebbero essi dettare a Maria cosa deve dire all’umanità ed alla Chiesa. Forse ritengono di saperne più di Colei che i cristiani chiamano Vaso della Sapienza.

La Madonnina di Civitavecchia, della quale Blondet ha ripreso i messaggi, difendeva Giovanni Paolo II, che come tutti sappiamo non è mai stato molto simpatico ai tradizionalisti. Però proprio Papa Wojtila, nel cruciale passaggio al secondo millennio, sembra aver avuto un ruolo ben preciso nel disegno che la Provvidenza divina sta, con tutta evidenza, tracciando sulla storia. Maurizio Blondet, in altri suoi interventi, ci ha raccontato della sua devozione alla Divina Misericordia, il culto ispirato da Cristo a suor Faustina Kowalska con la promessa che si sarebbe diffuso universalmente nella Chiesa. Devozione che, a suo dire, gli è derivata dall’alta considerazione verso tale santa riscontrata presso le suorine di Madre Teresa di Calcutta (che sarà canonizzata durante il giubileo). Avendo egli toccato con mano, direttamente in India, come inviato speciale di Avvenire, l’immensa carità profusa da Madre Teresa e dalle sue suore ha compreso che in quella grande opera di Misericordia aveva un posto speciale la rivelazione a suor Faustina.

Ebbene, questa è allora la domanda: se Papa Francesco indice un giubileo della Misericordia non si pone forse sulla stessa scia del culto introdotto da Cristo per mezzo di suor Faustina? Oltretutto proprio Cristo rivelò a suor Faustina che, appunto, avrebbe fatto precedere la Sua Giustizia, imminente, dalla Misericordia e le rivelò come segno profetico – siamo negli anni ’30 del secolo scorso – che dalla sua patria, la Polonia, sarebbe venuto un pontefice il quale avrebbe guidato la Chiesa a rivolgersi verso la Divina Misericordia. Giovanni Paolo II ha scritto la “Dives in misericordia”, una enciclica fondamentale, quasi un piccolo trattato di teologia. Questa enciclica, per espressa dichiarazione di Papa Francesco, è la base teologica dell’attuale Giubileo della Misericordia. Lo stesso Giovanni Paolo II ha, poi, portato agli altari suor Faustina, il cui processo di canonizzazione era rimasto strumentalmente bloccato presso il sant’Ufficio.

Un’altra domanda si impone a questo punto: se, come giustamente ci ricorda Blondet, la Madonna a Civitavecchia ha ammonito sul pericolo di una terza guerra mondiale, chi ha oggi, per primo, denunciato la terza guerra mondiale già in atto e “fatta a pezzi”? Non è stato Papa Francesco? Dunque anche lui – al di là di ogni altra considerazione sul suo stile e su certi suoi atteggiamenti o discorsi che anche allo scrivente risultano, di primo acchito, ambigui – si è posto chiaramente su questa linea “profetica”, la stessa che inizia a Fatima e che continua nelle parole della Madonna di Civitavecchia – ossia della Madonna di Medjugorie – la quale ha riconfermato che, alla fine, il Suo Cuore Immacolato trionferà. L’ultimo messaggio della Madonna di Medjugorie dice di Satana attualmente scatenato più che mai, perché sa di avere ancora poco tempo, e del pericolo di guerra globale che aleggia sul mondo. Perfetta coerenza di ammonizioni, dunque.

Tutto questo non suggerisce qualcosa a chi vuol a tutti i costi far leva su umani errori curiali, come quello dell’indecente spettacolo eco-new-age sulla facciata della Basilica di san Pietro, per opporre, contro la linea indicata dal Cielo, l’attuale Papa ai precedenti, scambiando il suo appello alla Divina Misericordia con un facile buonismo sentimentale?

Certo, poi, è vero che Lucifero è sempre all’opera e sparge zizzania nel campo di grano del Padrone. Quindi non può meravigliare che la Banca Mondiale ed altri organismi globalisti treschino con sprovveduti monsignori vaticani, come Fisichella, per realizzare spettacoli osceni e dal contenuto neo-pagano e panteista persino nel centro della Cristianità. Sappiamo, del resto, quanto certi ambienti e circoli pagano-animal-ecologisti speculano persino sulla figura di san Francesco facendolo passare per un panteista. Ma sappiamo anche che il santo di Assisi non era affatto panteista e che nel suo “Cantico delle creature” (nel quale, in barba alle distorsioni degli odierni animalisti, non è citato alcun animale, benché Francesco con gli animali ci “parlasse” pur non disdegnando affatto, visto che non era cataro, di nutrirsene) egli esprime la gioiosa visione cristiana del creato – sottolineo creato – come Opera di Dio, come Dono ontologico del Suo Amore e della Sua Gratuità per l’uomo che del creato è centro ed apice. Quando Papa Bergoglio ha scritto la sua enciclica “Laudato sì” è a questo visione francescana e cristiana che ha pensato, non al panteismo ecologista. Se poi l’ecologismo neopagano, complice il sistema mediatico, si è impadronito dell’enciclica facendola passare per un manifesto dell’ambientalismo mondialista è un altro discorso che richiederebbe da parte di noi cristiani un altro genere di sforzo ossia quello della chiarificazione e della denuncia della mistificazione mediatica e non quello della denigrazione del Papa.

Satana ha operato così da sempre, nel tentativo di intralciare la Chiesa e sviare gli uomini dalla Verità, ed il Signore nel Vangelo ce lo ha detto: grano e zizzania cresceranno insieme fino a che Lui non verrà a mietere e a separare l’uno dall’altra. Satana non spadroneggia solo seminando zizzania tra i cristiani. Banche cosiddette “popolari”, ossia in teoria dedite al credito produttivo per il “ben – essere” della povera gente, che truffano i risparmiatori, per intenti speculativi, rifilando loro titoli tossici ed altamente rischiosi ma facendoli passare per forme garantite di risparmio, sono espressione di quel potere del “mammona”, contrapposto a Dio, del quale il Libro della Rivelazione – l’ultimo Libro della Bibbia che spiega il significato autentico del primo Libro, quello del Genesi – ci ha profetizzato la progressiva estensione globale. Un potere, questo di mammona, che insieme alla guerra, con la fame e la malattia, sono il frutto dell’originario peccato ossia dell’illusione dell’uomo di auto-deificarsi, di scalare babelicamente il Cielo, anziché riporre ogni sua fiducia nel Signore, nella Misericordia salvifica e gratuita del Suo Creatore.

Del resto, questo potere finanziario è penetrato, e non da oggi, anche nelle “sacre stanze”, come i fatti dello Ior attestano e come di recente ha dimostrato la ridicola faccenda del monsignore e della giovane carrierista che per soldi, e per sesso, hanno rivelato notizie riservate. Zizzania, appunto, anche questa nel campo di grano del Padrone.

Noi, come ci chiede insistentemente ed accoratamente la Madre della Divina Misericordia, non possiamo far altro che pregare affinché il Padrone faccia pulizia al più presto ma implorandolo che lo faccia solo dopo aver usato la Sua Misericordia perché – ed è bene che questo nessuno lo dimentichi mai, in particolare certi tradizionalisti che si sentono giusti come si sentiva tale il fariseo della parabola a cospetto del pubblicano contrito – se Egli non ci usasse Misericordia chi mai di noi (parlo, si badi, proprio di noi in senso specifico, di me, di te, di voi che leggete) potrebbe sperare di salvarsi, peccatori come tutti siamo?

Le sue vie non sono le nostre vie. I disegni di Dio non possono essere costretti nei nostri angusti schemi di pensiero (neanche in quelli dello scrivente, sia chiaro) perché i Suoi pensieri sovrastano infinitamente i nostri, anche quelli più dotti, ed è inutile lo sforzo dei costruttori se Dio non costruisce con loro. Non possiamo noi pretendere di mettere confini all’infinita Misericordia di Dio, dire noi a Lui fino a che punto il peccatore è degno di redenzione. Questa sarebbe una orgogliosa pretesa umana, un atteggiamento a modo suo prometeico, un “forzare la mano a Dio”. Dobbiamo essere piuttosto felici che Lui ci ha promesso di usare la Sua Misericordia prima della Sua Giustizia.

Luigi Copertino