Allora Trump era un Salvini

L’ultimo discorso di Donald: ha parlato del Muro col Messico e ha ringraziato tutti per la sua realizzazione. Si è dichiarato contrario al proprio impeachment. E ha detto che lui è contrario alla violenza.

Insomma il nulla. Bisogna accettare la realtà: tutte le carte che poteva giocare – dalla corruzione della famiglia Biden ai brogli, alle rivelazioni di Epstein alle peggiori cose del Deep State – non le ha giocate. Il fantastico Kraken non l’ha scatenato. Allo stato attuale, bisogna concludere che queste carte non ci sono; che sono state creazioni deliranti della rete QAnon, miraggi e calunnie che in qualche misura hanno indotto in errore anche me. Io di QAnon ho diffidato, ma non abbastanza.

A cosa abbiamo creduto? A tweet del generale Flynn, dell’avvocata Sidney Powell e dell’avvocato Lin Wood – oggi tutti bannati da Twitter, e a questo punto giustamente: Lin Wood ha fatto intendere persino che Epstein era vivo e avrebbe smascherato gli orrori più nefandi dei potenti. In fondo, non è sicuro nemmeno che quei tweet fossero scritti proprio dalle persone di cui sopra. Il mondo digitale è un mondo di miraggi e personalità fittizie.

Trump è stato un Salvini più grosso e con la chioma arancione.

In Usa si torna alla normalità. La transizione alla Casa Bianca avviene fluidamente.

Il segretario di Stato Mike Pompeo, nelle ultime ore della sua carica, ha dichiarato che è stato l’Iran ad aiutare Osama Bin Lden ad abbattere le Twin Towers l’11 Settembrre di circa 20 anni fa.

Questa è la pura verità. E si torna alla casella zero.