Un vizio mentale italiota 

Mi hanno girato un testo di Diego Fusaro che vuol dimostrare quanto il genereale Vannacci sia funzionale al Sistema…

Il generale Vannacci è funzionale al sistema?

Lo posto sotto a istruzione di tutti, come reperto di un vizio mentale, anzi di una patologia ricorrente. Appena qualcuno si schiera dalla nostra parte, invece di dargli il benvenuto e unirsi a lui e, se ha più seguito, mettersi geneosamente al suo comando, ecco la frenesia di “smascherarlo”; frenesia diabolica di addentare alla gola chi ci è vicino, perché cosa è se non diabolica – spirito di divisione – questa incoercibile pulsione biliosa a additare in anticipo falso e bugiardo, mosso da basse motivazioni un possibile alleato, e bollarlo come gatekeeper e esponente della “falsa controinformazione”, questo godimento a suscitare il sospetto? L’effetto è ovviamente di dividere il campo nostro, che è già piccolo se non microscopico?

Guardate come invece gli avversari cercano di unirsi e andare d’accordo, la piddina con i 5 Stelle. E’ una pulsione che ho già visto all’opera nel momento del voto, che non ci ha fatto superare il 3 per cento. Di colpo, tutti si sono messi a litigare con tutti, a esibire il più rigido settarismo, “Con quello no perché è comunista”, “perché non è abbastanza cattolico tradizionalista”, quell’altra è New Age ,“Paragone è un massone”, “Toscano è questo”, “Messora è quello”. Tutti eravamo diventati schifiltosi, trovavamo insopportabili e condannabili per posizioni diverse degli altri.

Fusaro ritiene urgente smascherare Vannacci come funzionale al sistema, è una azione a cui tiene perché gli ha dedicato anche dei video. A conti fatti, lo accusa di non essere abbastanza radicale; di non condividere la teoria di Fusaro sul “nuovo ordine erotico del pansessualismo deregolamentato, insomma di non aver studiato le sue lezioni. Lo accusa di Tatcherismo e di atlantismo, con una energia che farebbe meglio a prodigare alla Meloni che governa appunto con queste due caratteristiche.

Quando bolla come corbellerie la frase che gli omosessuali sono anormali, fa sua semplicemente l’accusa che al generale rivolge al nemico, e si veder che mastica amaro che questa frase abbia incontrato il favore popolare… L’accusa di “aver lavorato per la NATO” no è solo bassa e meschina, ma è un insulto alla sua stessa intelligenza, di Fusaro. Se non avesse “lavorato per la NATO”, Vannacci non sarebbe un generale ma un privato senza peso e potere politico. Questa critica è pari, per assurdità e idiozia, a quella dei piccolo-borghesi di Francia dopo Waterloo: “Se Napoleone si fosse accontentato di essere sottotenente, sarebbe ancora Imperatore”.

Una ultima ipotesi: non sarà che questa rabbietta sia dettata da bassa invidiuzza?

Qui il pezzo di Fusaro. Giudicatelo voi.

In molti si domandano se il generale Vannacci, autore del fortunato quanto mediocre libro “Il mondo al contrario”, sia funzionale al sistema che pure dice di contestare. Non mi spingerei in alcun caso a dire che il Vannacci sia un infiltrato dal sistema, come usa dire con orrida formula. Non credo affatto che lo sia e penso che esprima in maniera del tutto libera le proprie convinzioni. Convinzioni che, come altra volta ho detto, egli ha il sacrosanto diritto di esprimere, con buona pace dei tanti censori in tinta arcobaleno che ancora ricordiamo mentre dicevano ipocritamente je suis Charlie. Quel che voglio sottolineare tuttavia è che le tesi espresse dal Vannacci, se lette in trasparenza, risultano perfettamente funzionali all’ordine neoliberale rispetto al quale vengono urbi et orbi definite antagonistiche. Si è detto che il libro del Vannacci rappresenta la critica più radicale del sistema dominante, quasi un pugno in faccia assestato con coraggio al pensiero unico politicamente corretto. A parte il fatto che è possibile colpire il pensiero unico politicamente corretto sostenendo delle perfette idiozie, ciò che rivela come la critica debba essere costruita in maniera sensata e come non basti rovesciare il pensiero unico per giungere alla verità. Così ad esempio quando il Vannacci dice le sue corbellerie sugli omosessuali come “anormali” sarebbe un grave errore scambiarle per la vera critica al sistema del nuovo ordine erotico del pansessualismo deregolamentato. La vera critica deve essere condotta contro la decostruzione neoliberale della famiglia, non certo contro gli omosessuali (moltissimi dei quali oltretutto sono in prima linea nella difesa della famiglia contro la sua distruzione turbocapitalistica). Per inciso, le uniche parti vagamente difformi, anche se in modo oltremodo gretto, rispetto all’ordine simbolico egemonico, sono quelle che riguardano l’ambito dei valori e dei costumi, ove il Vannacci prende il pensiero dominante e lo rovescia di 180 gradi pensando che quella sia la perfetta critica e senza avvedersi che in non rari casi precipita in posizioni non meno false di quelle del pensiero unico dominante che pure vorrebbe contrastare. Ma la parte più interessante, che rivela la perfetta adesione del generale Vannacci al pensiero unico dominante, riguarda la visione socio-economica propugnata dal suo mediocre libro. L’autore sposa integralmente il liberismo thatcheriano, vale a dire il libero mercato competitivo come forma di produzione e di coesistenza. In quest’ottica si spiegano le crociate condotte dal generale nel libro contro la decrescita à la Latouche o contro le proteste dei no TAV in Val Susa, contro gli oppositori al nucleare e contro ogni pure vaga idea di socialismo. Insomma, sul versante economico e sociale il mediocrissimo libro del Vannacci risulta perfino più realista del re, difendendo a spada tratta e in modo francamente grottesco l’ordine neoliberale egemonico. Per non parlare poi dell’atlantismo fanatico che affiora da ogni pagina del libro e che rivela anche in questo caso il posizionamento del nostro autore – non per caso un generale che, salvo errore, per la Nato ha pure lavorato – nel diagramma dei rapporti di forza, dove egli si colloca senza tema di smentita dalla parte del pensiero dominante. Per questo motivo, il libro in questione e più in generale la figura del Vannacci non possono in alcun modo essere letti come antagonistici rispetto all’ordine dominante, al quale anzi finiscono per essere perfettamente funzionali quanto più vengono indicati come alternativi. Insomma, Vannacci e il suo libro rappresentano un eccellente esempio di critica conservatrice o, se si preferisce, di dissenso riconfermante il consenso alla civiltà neoliberale. Finché non si sarà capito questo, non si sarà colto il punto della questione.

Diego Fusaro