Padre Kolbe ai massoni

Nel 1926, a Bucarest, ci fu il congresso internazionale dei massoni, in riferimento a questo congresso Padre Kolbe scrisse: “Quei signori (cioè i massoni) credono di essere loro a governare: ascoltiamo, allora, ciò che scrivono i ‘Protocolli dei Savi di Sion’, (documento che Padre Kolbe chiamava: ‘Il libro davvero fondamentale della Massoneria’).”

“Il protocollo n. 11 afferma: Noi creeremo e metteremo in atto le Leggi e i Governi (…) e, al momento opportuno, (…) sotto forma di rivolta nazionale. (…) E’ necessario che le popolazioni, sconcertate dall’avvenuta rivolta, poste ancora sotto l’influenza del terrore e dell’incertezza, comprendano che siamo talmente forti, talmente intoccabili, talmente pieni di potere che in nessun caso terremo conto delle loro opinioni e dei loro desideri, ma, anzi, siamo in grado di schiacciare le loro manifestazioni in ogni momento e in ogni luogo (…). Allora, per paura, chiuderanno gli occhi e rimarranno in attesa delle conseguenze. (…) A quale scopo abbiamo ideato e imposto ai massoni tutta questa politica, senza dare ad essi la possibilità di esaminarne il contenuto? Questo è servito di fondamento per la nostra organizzazione massonica segreta (…) la cui esistenza neppure sospettano queste “bestie” da noi adescate nelle logge massoniche.”

Allora Padre Kolbe si rivolge direttamente ai Massoni:

“Avete sentito, signori massoni? Coloro che vi hanno organizzato e vi dirigono segretamente, gli ebrei, vi considerano delle bestie, attirate nelle logge massoniche per scopi che voi neppure sospettate (…). Ma sapete, signori massoni, che cosa vi attende il giorno in cui vi verrà in mente di incominciare a pensare da soli? Ecco, ascoltate: il medesimo protocollo prosegue affermando: – La morte è l’inevitabile conclusione di ogni vita. (…). Giustizieremo i massoni in modo tale che nessuno, (…) potrà avere dei sospetti, neppure le stesse vittime: moriranno tutti nel momento in cui ce ne sarà bisogno, apparentemente per effetto di malattie comuni (…) -. “

“Signori massoni” prosegue Padre Kolbe “ voi che, recentemente, durante il Congresso di Bucarest, vi siete rallegrati del fatto che la Massoneria si sta rafforzando ovunque, riflettete e dite sinceramente: non è meglio servire il Creatore nella pace interiore (…), piuttosto che obbedire agli ordini di chi vi odia?”

Padre Kolbe ha parole anche per i Capi Incogniti della Massoneria:” E a voi, piccolo manipolo di ebrei, ‘Savi di Sion’, che avete provocato coscientemente già tante disgrazie e ancora di più ne state preparando, a voi mi rivolgo con la domanda: quale vantaggio ne ricavate? (…). Gran cumulo di oro, di piaceri, di svaghi, di potere: tutto questo non rende ancora felice l’uomo. E se anche questo desse la felicità, quanto potrà durare? Forse una decina di anni, forse una ventina (…). E poi?… E voi, capi ebrei, che vi siete lasciati sedurre da Satana, il nemico dell’umanità, non sarebbe meglio se anche voi vi rivolgeste sinceramente a Dio?”

Si nota che Padre Kolbe non si scaglia con violenza contro questi ‘nemici’, li ammonisce con carità cristiana e vorrebbe salvarli dalle loro brame sataniche.

In merito a quanto sta scritto nei Protocolli, Padre Kolbe scriveva:

“Essi dicono di se stessi: – Chi o che cosa è in grado di far crollare una forza invisibile? La nostra forza è appunto di questa natura. La ‘Massoneria esterna’ serve solo per nascondere i suoi scopi, ma il piano d’azione di questa forza sarà sempre sconosciuto alla gente.-”

E Padre Kolbe fa capire a questi nemici acerrimi della Chiesa che c’è un Condottiero più forte di loro sicuramente: “Noi siamo un esercito, il cui ‘Condottiero’ vi conosce ad uno ad uno, ha osservato e osserva ogni vostra azione, ascolta ogni vostra parola, anzi… nemmeno uno dei vostri pensieri sfugge alla sua attenzione.

Dite voi stessi: in tali condizioni, si può parlare di segreto nei piani, di clandestinità e di invisibilità?”

Padre Kolbe rivela il nome del Condottiero: “E’ l’Immacolata, il rifugio dei peccatori, ma anche la debellatrice del serpente infernale. Ella vi schiaccerà il capo!”

Parole profetiche, preziosissime pronunciò Massimiliano Kolbe proprio sulla Piazza Rossa.

Negli anni Trenta Padre Kolbe attraversò l’Unione Sovietica sulla Transiberiana, in un viaggio che dal Giappone lo avrebbe portato in Polonia.

Kolbe fece una tappa a Mosca e, tramite testimonianze raccolte dal Padre Pierre Caillon, apprendiamo questa profezia forte e meravigliosa:

”Un giorno, l’Immacolata regnerà sul Cremlino e dal Cremlino sul mondo intero.”

Queste parole ci fanno comprendere la richiesta della Madonna apparsa a Fatima: la Consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato.

La Russia ha una grande missione spirituale, i nemici di ogni religione lo sanno bene, per questo motivo ci sono tanti attacchi alla Russia, ai suoi governanti, al suo popolo anche ai giorni nostri, spesso sono subdoli malvagi attacchi.

Riflettiamo.

(di D.Asaro Romanoff)

Chiesa sinodale e Massoneria: il metodo “Fiducia supplicans”

FONTE: FSSPX ATTUALITÀ

Il 16 febbraio 2024 si è svolto a Milano un incontro tra alti dignitari cattolici e massoni. Da una parte i tre Gran Maestri di tre logge italiane, dall’altra l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, il cardinale Francesco Coccopalmerio, il teologo francescano Zbigniew Suchecki e il vescovo Antonio Staglianò, presidente della pontificia Accademia di teologia.

I tre massoni erano Stefano Bisi per il Grande Oriente d’Italia (GOI), Luciano Romoli per la Gran Loggia d’Italia dell’ALAM (GLDI) e Fabio Venzi (in videoconferenza da Roma) per la Gran Loggia Regolare d’Italia (GLRI).

Come riporta Riccardo Cascioli su La Nuova Bussola Quotidiana del 19 febbraio, “Bisi [GOI] ha anche mostrato tutta la sua delusione per il fatto che papa Francesco abbia aperto le porte agli omosessuali [Fiducia supplicans], poi ai divorziati [Amoris laetitia], ma si è dimenticato che fra i massoni ci sono anche tanti cattolici ai quali è impedito di ricevere la comunione”.

In altre parole, commenta La Nuova Bussola, “possibile che il ‘Chi sono io per giudicare?’ [dixit Francesco in tema di omosessuali] e il ‘Todos, todos, todos’ [tutti indistintamente devono essere accolti nella Chiesa] non valgano per i massoni?”.

A questa aspettativa massonica, mons. Staglianò ha risposto “facendo a pezzi l’approccio dottrinale da parte cattolica e in fondo andando incontro alle esigenze degli esponenti massoni” – Un dettaglio che non è sfuggito agli osservatori: il prelato aveva infilato la croce pettorale nella tasca interna della giacca. Certamente per non dare l’impressione che stesse facendo proselitismo.

Scrive Riccardo Cascioli: “Staglianò toglie di mezzo l’ingombro dottrinale: la dottrina, dice in sintesi, non esaurisce l’appartenenza alla Chiesa, anzi questa è anzitutto vita. […] E infatti Staglianò prosegue: ‘A me interessa l’evento cristiano, non la dottrina’. “E come definire l’evento cristiano? Come la manifestazione in Gesù Cristo di ‘Dio che è amore, solo e sempre amore’. […]”

Dunque è chiaro che questa è anche la strada per superare l’inconciliabilità con la Massoneria. E si prepara anche una teologia ad hoc. Staglianò ha infatti criticato anche il documento del Dicastero per la Dottrina della Fede che nel novembre scorso ha ribadito il divieto per i cattolici di aderire alle logge massoniche, perché è riduttivo, rimane sul piano del confronto dottrinale.”

“Ormai ci vogliono altre categorie, «ci vuole una sana teologia sapienziale», quella che papa Francesco ha chiesto di sviluppare alla Pontificia Accademia per la Teologia retta da Staglianò.”

Una teologia adattata al mondo di cui adotta lo spirito

Il giornalista italiano si chiede cosa significhi questa “sana teologia sapienziale”, e risponde citando Francesco: Lo ha detto il Papa: “Una teologia capace di pensare criticamente tutto, di corrispondere anche alle istanze critiche della ragione universale, perché viviamo in un mondo dove se non dialoghi rischi di essere assolutamente fuori dal mondo”.

“Sapienziale vuol dire che sappia unire scienza e sapienza di vita». Non è chiaro? Non fa niente, quello che si deve capire è che alla fin fine sulla “sapienza di vita” si può collaborare anche con i massoni, in opere di bene e per il bene comune. Tanto la Misericordia piove su tutti.”

Su La Nuova Bussola Quotidiana del 27 febbraio, Riccardo Cascioli torna alla carica: “La tattica è sempre la stessa: a parole si dice che la dottrina non cambia, ma poi c’è la vita, che è sempre più grande della dottrina. È esattamente il senso dell’intervento fatto da Staglianò a Milano”.

“Così troviamo da una parte l’affermazione della profonda diversità tra il Dio cristiano e la concezione massonica del Grande architetto, ma dall’altra il superamento dell’ostacolo dottrinale con il concetto di amore e di misericordia, che abbraccia tutti.”

Il giornalista italiano aggiunge: “dal punto di vista logico il discorso di Bisi [del GOI] non fa una grinza: se siamo tutti peccatori e tutti devono essere accolti nella Chiesa a pieno titolo, perché le coppie irregolari sì e i massoni no? Come si fa per le unioni gay si potrebbe sempre dire che non viene benedetta la Massoneria ma i singoli massoni”.

“E infatti Staglianò non difende questa discriminazione, anzi pone le premesse per superarla. Inclusa l’invocazione finale di una «sana teologia sapienziale» che superi l’approccio dottrinale di cui è ancora intriso l’ultimo documento del Dicastero per la Dottrina della Fede pubblicato lo scorso novembre.”

Nota infine Riccardo Cascioli: “Insomma si ripete lo schema ormai noto: si condanna l’ideologia gender ma poi in Vaticano sono di casa gruppi organizzati di gay e trans [vedi le udienze concesse da Francesco a questi gruppi durante l’ultimo sinodo]; si dice no al diaconato femminile ma poi si fanno commissioni per studiarlo e non si interviene in quelle realtà europee dove le donne fungono anche da parroci; si sostiene l’importanza di mantenere il celibato sacerdotale ma poi si accetta di discuterne. E così via”.

(Fonte: Nuova Bussola Quotidiana – FSSPX.Actualités)