Recovery Fund: dai sogni alla realtà

(MB. Siccome anche scrivere da tastiera mi è diventato difficile – troppi errori di battitura, effetto collaterale del mio disturbo neurologico – farò sempre più copia-incolla. Grazie a Musso, oggi posso darvi u pezzo sul Recovery Fund: speranza ultima del potere che ha preso il potere in Italia (rimasugli massonici sparsi in tutti i partiti e media), suscita negli sviolina tori di Draghi sogni deliranti.

Esempio: Ugo Magri su Huff Post, delirando ammette la verità censurata : Draghi sta dando ragione a Bagnai e a Borghi – spendendo in deficit, proposito per cui sono stati demonizzati e cacciati all’inferno delle carceri europee – e può farlo senza misura, perché a lui la “Europa” lo consente.

Ecco l’inizio dell’euforico delirio:

Draghi ha le mani bucate. Forte del suo personale prestigio, spende e spande come nessuno prima di lui. Ha già surclassato Giuseppe Conte sui ristori, impegnando nel nuovo decreto 40 miliardi, esattamente il doppio di quelli che all’Avvocato del popolo sembravano sufficienti. Vuole investire ulteriori 30 miliardi in aggiunta ai 191,6 che riceveremo dall’Europa, per un terzo a fondo perduto e per il resto da restituire. Il suo piano di grandi opere fa invidia a quello mitico del Cavaliere (manca solo il ponte sullo Stretto). Nemmeno Matteo Salvini avrebbe osato tanto se si fosse insediato a Palazzo Chigi con l’allegra brigata degli anti-euro. Secondo le previsioni, per colpa della pandemia, il debito 2021 arriverà a sfiorare il 160 per cento del Pil, più 25 punti in dodici mesi: roba che pochi anni fa saremmo andati dritti in default e lo Stato non sarebbe stato in grado di pagare le pensioni. Chiunque, che non si chiami Draghi, verrebbe guardato come un giocatore di poker….” e via sviolinando.

Questo libro dei sogni è stato direttamente suggerito dal Quirinale.

Poi c’è la realtà. Quella della Reuters, che ha una esclusiva: cosa pensa davvero l’Europa dei miliardoni di cui il Recovery Fund dovrebbe inondare l’Itaglia?

ESCLUSIVO L’Italia rischia di perdere la scadenza del piano di ripresa a causa delle preoccupazioni dell’UE, affermano le fonti

Giuseppe Fonte Gavin Jones

L’Italia rischia di perdere la scadenza del 30 aprile per la presentazione alla Commissione europea della versione finale del piano di ripresa perché Bruxelles non è soddisfatta di diversi aspetti delle bozze presentate finora, affermano due fonti vicine alla questione.

Un portavoce del premier Mario Draghi ha negato fermamente che il termine sarebbe rispettato. “Il piano sarà presentato il 30 aprile”, ha detto. Un portavoce del ministero dell’Economia ha detto che “il nostro obiettivo resta quello di presentarlo il 30 aprile”.

Un rinvio sarebbe un duro colpo per Draghi, entrato in carica due mesi fa con il compito di mettere a punto il piano preparato dal precedente governo.

Tutti i 27 paesi dell’Unione europea hanno lavorato ai loro piani nazionali che spiegano come ogni governo vuole spendere la propria quota del programma di prestito congiunto del Fondo di recupero dell’UE da 750 miliardi di euro ($ 900 miliardi).

L’Italia ha diritto a più di 200 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti a basso costo dal Fondo, la fetta più grande di qualsiasi paese dell’UE. Il denaro verrà erogato gradualmente nell’arco di sei anni.

“La Commissione non è soddisfatta del piano di ripresa così com’è” [dunque sanno già com’è il piano Draghi, ndr.], ha detto una delle fonti, che ha chiesto di non essere nominata per la delicatezza della questione.

La fonte ha detto che Draghi presenterà probabilmente il piano intorno a metà maggio, ma potrebbe essere necessario un periodo più lungo per superare le obiezioni della Commissione.

Tra le principali preoccupazioni di Bruxelles vi sono la mancanza di dettagli su come verrà gestito il piano una volta ottenuto l’approvazione dell’UE e la sostanza di alcune delle riforme delineate, fra cui il sistema giudiziario, ha detto la fonte.

[MB. Che riformiamo la “Ggiustizzia” Palamara mettendo in riga la “magistratura” incompetente, corrotta e fancazzista, difesa per giunta per omissione dl Quirinale, la UE non lo crede. Pensano sarà una sceneggiata gattopardesca, cambiare tutto per non cambiare nulla . Chi vuole dargli torto, si faccia avanti.

Un’altra fonte ha anche detto che Bruxelles voleva modifiche al piano, che richiederebbero tempo, e ha detto che metà maggio ora sembra un periodo “realistico” per la sua presentazione.

Una portavoce della Commissione ha affermato di non avere commenti da fare sul piano italiano in particolare, ma la Commissione ha capito che l’elaborazione dei piani di ripresa è stato un compito impegnativo per tutti gli Stati membri mentre sono anche concentrati sull’affrontare la pandemia COVID-19.

Mentre i piani dovrebbero essere presentati di regola entro il 30 aprile, alcuni paesi “potrebbero aver bisogno di qualche settimana in più”, ha detto, e “la qualità dovrebbe essere la prima priorità”. Ha aggiunto che la Commissione è attualmente in “dialogo intenso” con tutti i paesi sulla preparazione dei loro piani.

Bozze PER LA SPESA

Il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis [il secondino affibbiato a Gentiloni] ha dichiarato venerdì che alcuni paesi dell’UE mancheranno la data obiettivo del 30 aprile, senza dire quali.

La missione principale di Draghi al momento dell’insediamento, insieme alla campagna di vaccinazione COVID-19, è stata quella di presentare un solido piano di ripresa per garantire il flusso dei fondi dell’UE per liberare finalmente la crescita per l’economia cronicamente lenta.

Nei suoi commenti di venerdì, Dombrovskis ha affermato che il ritardo nella presentazione di alcuni piani non avrebbe respinto lo schema nel suo insieme, i cui dettagli richiedono ancora la ratifica da parte dei parlamenti di alcuni paesi.

A condizione che eventuali ritardi nella presentazione dei piani non siano troppo lunghi e che la ratifica sia completata in tutti gli Stati membri entro giugno, la Commissione può effettuare i primi esborsi a luglio, ha detto Dombrovskis….”.

Insomma il programma che accetteranno è quello che sarà realizzato sotto dettatura loro.

Sempreché la Corte tedesca di Karlsruhe non abbia obiezioni. Sulla riforma della Palamara, sarà essa a giudicare. Secondo voi, la Palamara accetterà senza lottare a coltello la riforma dettata da questi signori?

Sempreché a Berlino il tramonto della Merkel non scateni la lotta di potere di cui si vedono i segni – e il vuoto decisionale che durerà per mesi e mesi, forse anni…