Pechino lo fa apposta. Contro Shanghai il Gran Reset?

Non so il perché, ma niente mi toglie il sospetto che il blocco totale di Shanghai e dei suoi 26 milioni di abitanti è fatto apposta. La variante Omicron non giustifica misure così feroci: la detenzione di fatto di 26 milioni di persone con fornitura inadeguata del cibo, sequestro di cittadini col preteso Covid, positivi ma senza sintomi in centri di quarantena sovraffollati senza docce “dove tutti tossiscono e sputano nello stesso secchio”, come ha scritto un italiano che abita lì ed è stato sequestrato, al separazione dei bambini piccoli dai genitori, tutto questo è semplicemente insensato. 

A me sembra che lo scopo del regime di Pechino, miri proprio ad eliminare la metropoli meridionale che il potente motore economico, e a rendere inoperante il suo immenso porto, centro necessario del mercato globale.

Un vento di demenza autolesionista e genocida sta prendendo il regime? Il vostro cronista è abbastanza vecchio da sapere che gli atttacchi di follia letale sono ricorrenti nella dittatura cinese.

Fu Mao Tsetung, sempre pieno di idee riformatrici per accelerare il comunismo, a provocare la morte di forse 14, forse 43 milioni idi sudditi nella grande carestia (che durò tre anni) a cominciare dal 1960, in quello che chiamò “ grande balzo in avanti (大躍進T, 大跃进S):    un piano economico e sociale di sua invenzione “per mobilitare la vasta popolazione cinese per riformare rapidamente il paese, trasformando il sistema economico rurale, fino ad allora basato sull’agricoltura, in una moderna e industrializzata società comunista, caratterizzata per aggravare la cosa dalla collettivizzazione forzata: la popolazione contadina, assembrata a forza nelle “comuni popolari”, doveva non solo coltivare, ma produrre acciaio in piccolo fornaci fai-da-te nei campi e prsino nei quesrieri cittadini

“Mao – spiega Wikipedia – considerava il grano e l’acciaio come i pilastri portanti dell’economia e dichiarò che entro 15 anni la Cina avrebbe raggiunto l’Inghilterra nella produzione di acciaio. Il Politburo stabilì che la produzione di acciaio sarebbe dovuta raddoppiare in un anno, soprattutto grazie all’introduzione di piccole fornaci “da cortile”.

Forse 20milioni di morti (la cifra è inaccertabile) costò quella che Mao chiamò “la Grande Rivoluzione Culturale e Proletaria”: Mao mobilitò i giovani e gli studenti contro tutti a cominciare dai professori di univcersità e delle superiori – per estromettere i dirigenti, sia nazionali sia locali, che lo avevano emarginato dopo il letale fallimento del Grande Balzo in Avanti.

Qualche concezione “riformatrice” del genere sta animando Xi e i suoi nella sua volontà di azzerare Shanghai? Forse una lotta di potere interna di cui non abbiamo contezza sta decretando il fallimento dall’alto di Shanghai come centrale globale e motore economico? Si fa’ presto a dire “cinesi”: la distanza fra Pechino e Shanghai è di quasi 1400 chilometri, e i caratteri non possono essere più diversi: Pechino è nordica, fredda e “svedese” – città amministrativa – in confronto alla Shanghai meridionale, esplodente di produttività e spirito d’intrapresa, dove anche la cucina è piccante e nulla deve alla cantonese. Forse a Shanghai stava fiorendo un tipo di capitalismo non gradito a Pechino, da stroncare? Forse stava prosperando lì una classe dirigente giudicata “pericolosa” concorrente dal freddo Nord? Forse è il ricorrenet vento di follia omicida del potere supremo?

Sembra impossibile che Pechino lo faccia apposta. Il motivo per cui il potere accetta di pagare il costo in termini di mancato PIL ci sfuggono completamente. Ma in fondo, che altro sta facendo Mario Draghi con tutto il suo governo, se non stroncando volontariamente l’economia italiana, provocando la disoccupazione e la miseria di milioni e centinaia di migliaia di morti per vax, su istruzioni ricevute dal World Economic Forum? E anche Draghi non esita un istante – come Xi – a mettere in conto al suo governo dei migliori un arretramento tragico del PIL italiano facendo alla Russia la guerra delle sanzioni che colpiscono noi. Non lo trattiene nemmeno la preoccupazione di salvaguardare sua fama di benevolente “salvatore dell’economia”, tutta mediatica. Anche il Gran Reset è la versione occidentalista del “Grande Balzo in Avanti” , e insieme della Rivoluzione Culturale : “2030 non avrai nulla e sarai felice”, e uno slogan che Mao avrebbe fatto suo. Magari Xi sta dando una mano a Schwab…

Nemmeno l’autolesionismo è un limite per chi ha il potere totale

La situazione oggi a Shanghai:

https://twitter.com/MarineInsight/status/1514185387975266311

Circa 500 navi sono bloccate davanti ai porti cinesi con una menzione speciale per Shanghai, scrive l’economista francese Charles Sannat

“La chiusura di Shanghai, introdotta dalle autorità cinesi per combattere una nuova epidemia di Covid, sta causando una notevole congestione nei terminal portuali. Privato della sua forza lavoro, messo in isolamento come l’intera popolazione della città per quindici giorni, il porto di Shanghai funziona ora solo al rallentatore. Di conseguenza, il numero di navi in ​​attesa al largo dei terminal è in forte aumento. Secondo Bloomberg, lunedì 11 aprile, 222 navi portarinfuse, principalmente cariche di minerali e cereali, erano in attesa davanti al secondo porto più grande del mondo.

Questa congestione si sta diffondendo ai porti vicini, con gli armatori che si allontanano in massa dal porto in cui non possono più sbarcare. Il vicino e porto più grande del mondo, Ningbo, è particolarmente colpito, con 134 navi in ​​attesa secondo Bloomberg. In tutto, l’11 aprile, secondo l’agenzia americana, 477 portarinfuse erano in attesa al largo dei porti cinesi.

Le navi portacontainer non sono immuni dalla congestione, in attesa che possano imbarcarsi nei porti cinesi. Quasi 200 di loro sono stati così bloccati davanti a Ningbo e Shanghai”.

Le catene di approvvigionamento si spezzeranno

Come al culmine della pandemia del 2020, quando Wuhan era completamente bloccata e gran parte della Cina parzialmente bloccata, mai, voglio dire, mai Shanghai era stata chiusa per così tanto tempo.

Mentre la reclusione doveva durare solo pochi giorni, finalmente, dopo 15 giorni di reclusione si è deciso di estenderla nuovamente per 15 giorni, le autorità cinesi non sembrano voler rompere con la loro strategia 0 Covid, che rischia di essere spazzata via , no, che verrà travolto dalla contagiosità di Omicron.

Le autorità cinesi hanno infatti fatto dello “0 Covid” un dogma insostenibile”.

Si legga l’articolo de L’Internazionale

https://www.internazionale.it/opinione/junko-terao/2022/04/15/shanghai-lockdown-esasperazione