«Morti sospette», ombre sul convento in Campania

(MB: Pubblichiamo questo pezzo del Mattino di Napoli perché illustra bene il livello di bassezza ripugnante a cui si riducono i nemici dei Francescani dell’Immacolata. Adesso spuntano “morti sospette” in convento. La “fonte”, sarebbe un dossier di padre Volpi, il commissario vaticano, “misteriosamente” morto lui stesso anzitempo: morte di cui ovviamente si adombra che i colpevoli siano i francescani azzurri, senza alcun indizio. Un rapporto che l’avvocato Sarno – il legale dei nemici – ha consegnato alla Procura di Avellino: soltanto adesso. Perché tanto ritardo, se ci sono indizi di omicidi e suicidi procurati? Notate poi il periodico che ha preso sul serio e strombazzato la storiaccia: “Giallo”, un  periodico che non pretende  di essere altro che una rivista-spazzatura di un editore specializzato, Cairo. Se tutto fosse vero, perché il Vaticano non eleva un formale atto di accusa? Invece ha soppresso l’ordine senza formularne il motivo, e tiene in prigione il fondatore senza consentirgli di difendersi)

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«Pochi giorni prima di morire misteriosamente, padre Fidenzio Volpi era molto nervoso. Mi aveva detto: Se mi succede qualcosa, sai cosa fare del dossier che ho scritto sull’Ordine dei Frati Francescani dell’Immacolata. Io ho rispettato la promessa che gli avevo fatto: dopo la sua morte, sono andato in Procura e ho consegnato agli inquirenti quello scottante documento. Me ne aveva consegnata una copia proprio per ragioni di sicurezza: lui non se ne sarebbe mai separato». È il racconto che l’avvocato Giuseppe Sarno fa al settimanale Giallo, edito da Cairo Editore e da oggi in edicola. Un dossier, quello nelle mani della Procura della Repubblica di Avellino che parla di morti e suicidi sospetti. È lo stesso commissario apostolico a indicare il numero e i nomi delle persone che negli anni sono morte in circostanze misteriose nel convento dei Frati Francescani dell’Immacolata di Frigento.

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Padre Volpi riferisce di cinque morti, ma se si tiene conto che anche lui è deceduto in circostanze poco chiare i decessi sospetti salgono a sei. Ecco cosa c’è scritto nel dossier che il settimanale Giallo pubblica in esclusiva e che ora nelle mani della magistratura: «Un aspetto molto doloroso e altamente scabroso –scrive padre Volpi- è il caso dei tre suicidi e di almeno due morti che si presentano con caratteristiche strane e problematiche. Mentre i frati, ovviamente, dicono che è tutto normale. Consiglierei con prudenza e discrezione di riaprire e rivisitare i tre casi di suicidio e le almeno strani morti avvenuto in quest’Istituto».
«Pare – aggiunge Volpi – che le circostanze e le cause di queste morti non siano così chiare e limpide come sostiene l’Istituto. Secondo alcuni pare che i suicidi non sarebbero stati propriamente dei suicidi e che stranamente, sempre queste persone suicidate erano contrarie alle malefatte di Manelli o avevano scoperto gravi colpe compiute da lui o dai suoi collaboratori». «Invece per le morti almeno strane – dice il religioso – ci sarebbe stato un concorso causato dalle privazioni non esentate o dalla mancata assistenza medica in quanto in questo Istituto ogni volta che c’era un disturbo fisico o venivano accusati dei malori veniva ripetuto sempre lo stesso mantra: “È un fatto di testa” e anche “È contro la povertà prendere medicinali”».

L’ultimo a morire in circostanze poco chiare è Padre Fidenzio Volpi, 75 anni, il commissario apostolico nominato dal Papa nel giugno del 2013, che è morto ufficialmente il 7 giugno del 2015 con un ictus di sovra stress, ma che invece potrebbe essere stato ucciso. Il sospetto, fondato su alcune confidenze raccolte da persone vicino al prete defunto, è che padre Volpi sia stato avvelenato lentamente con dosi giornaliere. Il secondo caso di morte sospetta riconducibile a un omicidio è quello del frate filippino Mattew Lim, originario di Quezon City, di 30 anni e morto il 22 luglio del 2012. Tutti lo chiamavano Fra Matteo. La testimonianza ora nella mani della Procura è di una suora, I.T., che scrive: «Ho conosciuto personalmente Fra Matteo: era una persona sorridente, solare, molto allegro, giocherellone. Gli ho parlato prima che morisse e il frate mi rivelò con sgomento: “Ci sono e si fanno cose che non vanno in questo Istituto”». È raccapricciante anche la storia di suor Maria Gloria: «Suor Gloria era ammalata –si legge nella testimonianza – aveva una febbre che non passava mai. Telefonammo alla madre generale per chiedere l’autorizzazione a dispensare Suor Gloria dai digiuni, dall’alzata notturna e quando altro di penitenziale. Ma la madre generale rispose di “no”: “Se non siamo capaci di mantenere la nostra vita religiosa non siamo suore!”». Suor Gloria peggiorò e dopo tanta sofferenza morì e seppellita nella cripta del Santuario di Frigento.

 

Segue un articolo de Il Fatto Quotidiano:

Sesso, sangue, soldi e suore. La versione di padre Manelli: “Complotti per accaparrarsi 30 milioni di beni”

Il fondatore dei Frati Francescani dell’Immacolata è indagato dalla Procura di Avellino per frode e maltrattamenti. I suoi legali contrattaccano depositando una denuncia per associazione a delinquere, calunnia e diffamazione: “Il fondatore infangato per mettere le mani sul patrimonio della congregazione

I soldi sono “Il patrimonio delle associazioni finite sotto inchiesta, ossia l’«Associazione Missione dell’Immacolata» e l’«Associazione Missione del Cuore Immacolato» vale 30 milioni di euro tra depositi, immobili, terreni, un impianto radio-tv, 5 impianti fotovoltaici, 102 autovetture”.

Bella cifra, 30 milioni. I nemici vogliono prenderseli, e ne chiedono il sequestro:

“La Procura chiede due volte il sequestro di quei beni; il Tribunale del Riesame e la Cassazione li restituiscono alle associazioni, negando i presupposti del sequestro (due volte, ndr.). Non sono mancate, nel frattempo, proposte di transazione avanzate dai commissari della Santa Sede (e naufragate) per ottenere la dimissione degli amministratori laici delle associazioni e la devoluzione dei beni alla Chiesa stessa, con impegno a restituirli poi all’Istituto. In cambio, la rinuncia ad ogni azione giudiziale. L’accordo sarebbe poi saltato per la professata “indifferenza alla patrimonialità” da parte del Manelli”.

 

Proposte di transazione che puzzano lontano un miglio. Scrive Il Fatto:

“Fallito il tentativo di sequestro, gli avrebbero prospettato la rinuncia ad ogni azione giudiziale in cambio dei beni”. Cioè: tu molli il malloppo, e noi ti rimettiamo agli onori del mondo. Fino a che punto Francesco il Papa della Misericordia sa tutto ciò? Lo autorizza?