Merkel girevole: in Siria, Putin è utile

Qualche giorno fa avevamo lasciato la Cancelliera che “metteva in guardia Mosca” dall’intervenire in Siria con le sue forze armate, ricalcando  con precisa obbedienza  la linea neocon-americana di intimidazione della Russia.   Sabato, ecco la giravolta:  una soluzione del conflitto siriano, dice,   è possibile solo  insieme ai russi,  insieme agli Stati Uniti,  “altrimenti non ci sarà una soluzione”.  Un rovesciamento che avvicina Berlino a  Austra e Spagna, i due paesi UE (ed uno, la Spagna, della NATO) che hanno lanciato la proposta di mettere a un tavolo negoziale Assad e i ribelli (diciamo) con i garanti delle parti, fra cui la Russia. Il che significa riconoscere che  Mosca  ha interessi legittimi in Siria; Spagna ed Austria avevano anche definito “realistica” la posizione russa, di far partecipare Assad ad un negoziato per una transizione controllata.  La posizione americana, come noto, è: “Assad  must go”, Assad deve sparire.  E la Russia non s’intrometta nella “lotta all’Isis”  (ossia distruzione di Assad con cambio di regime).  Anche l’Italia si è schierata per l’idea di un tavolo che metta fine al bagno di sangue, visto che siano noi ad essere invasi dai profughi prodotti dal conflitto, e che una Siria sotto l’ISIS non è  più tranquillizzante di una sotto Assad.. 

Un rovesciamentodi posizioni abbastanza notevole nelle file della servitù europea.

Il fatto è che il ministro degli esteri tedesco,  Frank- Walter Steinmeier, ha in poche ore incontrato il suo pari-grado Lavrov, ufficialmente per parlare di Ucraina ma sicuramente anche per  scambiarsi idee sulla Siria;  lo stesso Steinmeyer ha scritto un articolo per il New York Times, dove ha invocato  la costituzione di un gruppo di contatto sulla Siria,  con il coinvolgimenti di stati della regione, come l’Iran; ha annunciato di aver contattato per   questo sia Lavrov, sia il collega francese Fabius.  Frattanto la ministra della Difesa germanica,  Ursula von der Leyen,  ha spiegato allo Spiegel  che il fatto che Putin voglia partecipare “alla lotta contro l’organizzazione  estremista” detta Stato Islamico è da accogliere, visto che debellare l’IS è interesse comune.

Secondo le apparenze è un dito in un occhio degli americani, che trattano Assad da mostro con cui non si deve fare alcuna trattativa, e sulla presenza russa, hanno mostrato chiaramente di ritenerla un’intrusione  semi-criminale nella loro “lotta al terrorismo islamico”  (leggi:  cacciare Assad).  La flessione dei muscoli militari da parte di Mosca  (fra cui l’esercitazione navale al largo di Latakia) è stata  unita a un intenso lavoro diplomatico, di spiegazione delle proprie esigenze legittime e di chiara volontà di non invelenire la situazione (come invece fanno i neocon nell’Amministrazione Obama) che pare aver fatto breccia sugli europei e, quel che conta, sui tedeschi.

Alla Merkel   è stata fatta cambiare idea  –  forse  –  anche dal fatto che, dopo aver invitato “500 mila”, anzi 800 mila profughi, le  strutture d’accoglienza tedesche sono già  sopraffatte  da  63 mila dei primi arrivati in 2 settimane. “Abbiamo perso il controllo”; come ha ammesso l’ex ministro degli Interni Hans Pieter Fridrich.

 

 

Passeggeri regolari sono stati sloggiati per far posto ai profughi, sul treno ICE-Zug (tipo Frecciarossa) Monaco-Berlin:  segno, fra i tanti, di panico, confusione e improvvisazione ben poco tedeschi.

 

A tal punto che la Cancelliera – nuova  giravolta –  ha proclamato che “le regole europeee  restano in vigore”  (cioè il  trattato di Dublino: i paesi di primo arrivo hanno l’onere di registrare, identificare e selezionare  gli immigrati: insomma filtrarli), ha minacciato di sospendere Schengen per 30 giorni  (ma in base a cosa ha preso le decisioni, la Cancelliera?),  e  il governo tedesco ha bloccato i treni in arrivo dall’Austria carichi di profughi  (panico a Vienna: vuoi vedere che li lascia sul gobbo  a noi?), e – come ha annunciato la bionda  ministra della Difesa,   sono stati messi in allerta  4 mila soldati della Bundeswehr per fare “servizio di guardia” nel sistema di accoglienza ai profughi.  Se questa   misura sia dovuta alla necessità  di ispirare rispetto ai turbolenti siriani ( hannno comportamenti distruttivi e minacciosi,  sfidano la polizia con arroganza, derubano i soccorritori….) o per una presa di coscienza delle infiltrazioni terroristiche, non è del tutto chiaro.

Ma l’entusiasmo nell’accogliere deve essere calato  nella Cancelleria, se si è data questa accelerata alla diplomazia per la ricerca  di “una soluzione  per la Siria”: è albeggiata  nei   responsabili tedeschi  la consapevolezza che altri milioni di profughi erano per arrivare, tutti insieme. A dar  loro la misura della cosa è stato Jakub al-Hillo, il coordinatore per l’ONU dei campi-profughi siriani. In un’intervista a Reuters,  ha detto che la metà dei siriani ha lasciato le proprie case,  7,6 milioni sono sfollati o fuggiaschi. La maggior parte dei siriani che “non” sono fuggiti ma rimasti nel paese, sono nei territori occidentali, che – guarda guarda – sono tenuti dal governo Assad.  “Se non si fa’ qualcosa di grosso per risolvere il conflitto politico, il treno dei fuggiaschi dalla Siria non si fermerà per molti mesi”; ha detto il delegato ONU. E così,  la Merkel  –   “Abbiamo bisogno di eliminare le cause della guerra”, ha dichiarato d’improvviso, sabato,  in  un convegno della CDU.

 

E’ ’ presto per dirlo. Ma da come sembrano mettersi le cose,  per la seconda volta Putin  può aver   bloccato l’intervento militare diretto americano per abbattere Assad, infliggendo per la seconda volta a Washington una   sconfitta diplomatica  e politica ad Obama.

Se avverrà, a restare con il deretano scoperto saranno, per la seconda volta, Hollande e Cameron.   I due governo europei che vogliono,  assolutamente vogliono, partecipare –anzi espandere – i bombardamenti sulla Siria.  Cameron   ha  urlato che vuole  lanciare “un tappeto di bombe” su Damasco,  ruggito che “la crisi del Mediterraneo orientale è colpa di Assad, che ha macellato il proprio popolo e perchè l’ISIS ha,  a suo modo, massacrato altri…Assad deve sparire, l’ISIL deve sparire, e ciò richiederà anche una brutale forza militare” (Poi il suo ufficio-stampa ha corretto: invece di “brutal”, “hard military force”).   Quanto a Hollande, Berlino l’avrà avvertito del camnio di linea, e che lui rischia di restare solo  come l’altra volta…ma  ecco in una copertina la stima che in Germania si ha del genio del presidente francese.

François-Hollande

 

Stiamo a veder cosa s’inventeranno per recuperare  il progetto di distruggere il governo Assad e dare la Siria, smembrata , ai gruppi terroristi. Fra pochi giorni Putin guiderà la delegazione russa all’assemblea generale dell’Onu e  sicuramente parlerà della Siria e della lotta all’ISIS.  Sarà sicuramente molto protetto, perché non si producano incidenti come quello del  volo MH17  abbattuto mentre sorvolava l’Ucraina, fors’anche perché le sue insegne avevano qualche somiglianza con l’aereo del presidente russo.