MAZZALAI: “Bisogna ristrutturare il debito”

La gravità dell’attuale depressione economica è tale che la fiducia va ricostruita per superare il disagio sociale e l’immensa disparità di ricchezza creata in questi anni da una sconsiderata politica monetaria.

L’Europa dei ricatti, la Brexit, gli USA alle prese con tensioni sociali, e una deflazione da debiti che non lascia prevedere nulla di buono, nemmeno per la Cina. Cosa potrà accadere in questo anno? Ne abbiamo parlato con Andrea Mazzalai, Consulente finanziario e autore del seguitissimo e pluripremiato blog Icebergfinanza.

Come ogni anno cerchiamo di vedere cosa riserva il futuro. Con che occhi guardare al 20121?

Come ho scritto più volte, il debito, soprattutto quello improduttivo e speculativo come sta accadendo ora, è una metastasi in grado di frenare o rendere inutile ogni sforzo di maggiore crescita e produttività. La storia, ci dice che sono quattro le soluzioni per attenuare una dinamica che ormai è completamente fuori controllo.

Come suggerisce Lacy Hunt, uno degli economisti più illuminati degli ultimi anni, ogni dollaro aggiuntivo di debito nel 1980 durante la Grande Inflazione, generava almeno una crescita di 60 centesimi di Pil, ultimi anni nei quali la produttività del debito è aumentata. Nel 2019 siamo arrivati a soli 27 centesimi di crescita, ci vogliono circa 3,7 dollari di prestito per creare un dollaro di crescita economica e il rapporto è in costante peggioramento, quanto può durare?

In America Biden, ancor prima di diventare presidente, si sta rimangiando le promesse della cancellazione del debito studentesco, ci sono voluti quattro mesi di feroce dibattito per raggiungere un accordo su soli 600 dollari da inviare alle famiglie americane, 900 miliardi di stimoli sono finiti in mille direzioni, la maggior parte verranno utilizzati in maniera improduttiva, clientelare, per soddisfare conflitti di interesse ovunque. No, gli stimoli fiscali non basteranno, il debito va monetizzato, sta già avvenendo, molte banche centrali lo stanno facendo, politicamente in Europa non c’è alcuna speranza, sino a quando Germania e Francia, continueranno a dettare l’agenda.

L’inflazione, come abbiamo visto e detto, ha fallito il suo compito di ridurre l’onere del debito pubblico in ognuno di questi 12 anni che ci separano dalla crisi subprime, dove l’esplosione del debito ha raggiunto livelli mai visti prima. Sembra che i costi sociali ed economici non interessano ai banchieri della FED che anelano disperatamente ad una reflazione che non ha alcuna possibilità di avverarsi, neppure attraverso l’alimentazione delle aspettative.

Il livello di crescita economica è stato ampiamente sotto la media storica, mentre nessuno ne i governi né le banche centrali sono riusciti a porre un argine all’esplosione del debito. Razionalmente non resta che una ristrutturazione del debito, una moratoria o il fallimento di famiglie e imprese.
Gli stimoli fiscali non fanno altro che rimandare la resa dei conti, il debito resta e continua a gravare sull’economia.

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L’Europa di fatto ha lasciato che i suoi membri affrontassero la crisi economica da pandemia in ordine sparso con il solo supporto non convenzionale della BCE. Cosa ti aspetti per il futuro?

Per quanto riguarda l’Europa come ho già detto, tra un ricatto e l’altro, un compromesso al ribasso, giusto per prendere tempo, nulla è cambiato in questi anni. L’egemonia tedesca continua, la solidarietà è un’illusione.

La storia suggerisce che è quasi impossibile politicamente mettere insieme gli interessi economici e politici di un numero così grande di Stati, soprattutto quando a prendere le decisioni sono sempre gli stessi. Abbiamo scoperto che basta una pandemia per cancellare anni e anni di regole assurde, limiti anacronistici, trattati obsoleti. Pareggio di bilancio o austerità sono termini che però non possono scomparire così facilmente, dietro l’angolo ci attende una nuova stagione lacrime e sangue.

(L’integrale qui: http://www.businesscommunity.it/m/20210113/cover/andrea-mazzalai-icebergfinanza-sara-il-debito-il-vero-protagonista-del-nuovo-anno.html)