MAFIA NIGERIANA: ORA IRRIDE L’ITALIA E SI FA BEFFE DI MONTI E VATICANO

___di Fabio Giuseppe Carlo Carisio ___

Centinaia di pagine (568) che nel dossier semestrale della Dia (Direzione Investigativa Antimafia) naascondono anche rivelazioni inquietanti ed imbarazzanti in riferimento ai “cult” come vengono chiamate le consorterie mafiose nate in Nigeria ed oramai largamente diffuse e radicate in Italia anche grazie i patti di reciproca tolleranza con Cosa Nostra in Sicilia e la Camorra in Campania.

 

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In mezzo a questa ridda di feroci bestie africane, mi quereli il primo giudice che ritiene umani individui che violentano e gettano sulla strada fanciulle di 12 anni o vendono gli organi di ragazzini come si è scoperto avvenire a Castel Volturno (Caserta), ci sono malavitosi nigeriani che si distinguono per un’impronta più raffinata che sembra palesare un’espressione esoterica intellettuale altamente selettiva analoga a quello della massoneria occidentale deviata e sovente alleata della mafia.

[….]fatto sta che “Mario Monti” è il nome che qualifica il boss responsabile della sezione “trasferimento denaro” all’interno del Maximo Academyc Performance Highly Intelectual Empire.

Il simbolo del Maphite

…Si tratta del cult nigeriano più noto con l’acronimo Maphite, che ha come simbolo due mani giunte e come “cupola” italiana principale la sezione denominata Famiglia Vaticana… Tutte queste informazioni sconcertanti emergono da un’attenta lettura del Focus inserito nella relazione al Parlamento della Direzione Investigativa Antimafia riferita al II semestre 2018.

Ecco quindi affiorare una marcatura intellettuale originale e capziosa che irride anche quello stesso Stato Pontificio così prodigo di prediche di accoglienza indiscriminata verso i migranti, destinati in buona parte a restare disoccupati, essere sottopagati o diventare complici o schiavi dei Vikings, degli Eye o dei famigerati Black Axe che hanno come simbolo l’ascia e designano con gli inequivocabili nomi di Butchers (macellai) i picchiatori inviati dai Lord per le punizioni punitive contro i militanti inottemperanti alle rigorose regole o le prostitute ribelli.

Per  la lettura integrale, rimando al sito:

1 – MAFIA NIGERIANA: ORA IRRIDE L’ITALIA E SI FA BEFFE DI MONTI E VATICANO

interessantissimi i capitoli:

LA DIA IMPEGNATA DAL 2001 COL PROGETTO JUJU

E’ davvero un incubo quello che emerge dal dossier DIA focalizzato sulla criminalità nigeriana. Una tregenda di ramificazioni consolidate da sembrare quasi figlia di un progetto geopolitico più che di un semplice fenomeno di degenerazione malavitosa: ovvero il disegno criminoso internazionale di rendere l’Italia fulcro di una mafia strapotente che sta nascendo grazie alle sempre più frequenti connessioni tra i Cult nigeriani e le famiglie di ‘Ndrangheta calabrese (la più diffusa e forte nel mondo come vedremo in un prossimo reportage), Cosa Nostra siciliana, Camorra campana e consortiere lucane pugliesi. Ma ecco origini, storie, riti sanguinari e voodoo delle nuove mafie nere all’ombra del tricolore…

MALEDIZIONE COL VOODOO CONTRO LE SCHIAVE SESSUALI

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«A tal riguardo assume sicuramente rilievo un’importante iniziativa, presa il 9 marzo 2018, a Benin City (Stato di Edo) dall’Oba (re in lingua yoruba) Eware II, massima autorità religiosa in Nigeria (un re spirituale secondo la popolazione devota al culto animista Voodooo – ndr), il quale, per arginare il fenomeno delle donne sfruttate sessualmente in Europa ed assoggettate ai riti voodoo juju, ha emesso un editto in cui vieta tutti i riti di giuramento che vincolano con maledizioniterribili le ragazze che accettano o cadono nella rete dei trafficanti di esseri umani. L’editto ha imposto ai native doctorsdello Stato di Edo di annullare tutte le maledizioni e i giuramenti posti sulle vittime di tratta, lanciando, nel contempo una maledizione su coloro che costringessero ancora le vittime a prestare giuramento» riferisce la Dia.

I CULTS: CONFRATERNITE FIORITE NELLE UNIVERSITA’

 

Il simbolo dell’organizzazione malavitosa Black Axe, l’ascia nera che rompe le catene

TUTTA COLPA DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA

LA DROGA A GRAPPOLO E GLI AFFARI CON LA CAMORRA

L’area di Castel Volturno, nel casertano, fortemente inquinata dalla presenza del clan dei Casalesi, può essere sicuramente considerata, da almeno tre decenni, proprio l’espressione della coesistenza tra gruppi camorristici e criminalità nigeriana, Quest’ultima è riuscita ad imprimere a quel territorio – già di per sé connotato da forti criticità – l’immagine, anche a livello mediatico, di una sorta di free zone – quale punto nevralgico dei traffici internazionali di droga e della massiva gestione della prostituzione su strada – favorita, nel tempo, anche dalla disponibilità alloggiativa, talvolta abusiva, da parte di proprietari del posto senza scrupoli…..

Buona lettura.