L’Europa cerca carbone.. dal Botswana

( MB – nella linea dell’innaturale, come l’uomo incinto)

Dall’inizio della guerra in Ucraina, il Botswana è stato contattato da diversi clienti europei (Stati e settore privato) per fornire mensilmente fino a 50.000 tonnellate di carbonio e garantire la domanda di contratti a lungo termine che accumulano 1 milione di tonnellate all’anno e.

 

E’ quanto ha affermato il presidente Mokgweetsi Masisi in apertura di un’intervista con Reuters a margine del Mining Indaba, che si svolge da lunedì 9 maggio a Capo del Sud Africa. Il conduttore ha aggiunto che il suo Paese è pronto a rispondere a queste richieste “per quanto possibile”.

 

Il  bello è che il Botswana, insieme al Sudafrica e Mozambico, ha subito continue pressioni dai paesi europei a ridurre la loro estrazione di carbone, in nome della “necessità di ridurre le emissioni di CO2”.

 

Il paese dell’Africa australe figura tra i principali produttori di carbone del continente, ma  le  sue   esportazioni sono  ancora essenzialmente destinate al mercato regionale e  avrà difficoltà a   fare subito fronte a tutte queste richieste.

 

Il Botswana, che vuole continuare a sfruttare le proprie riserve di carbone nonostante gli appelli dell’Occidente a cessare il combustibile fossile più inquinante, prevede comunque la costruzione di nuove miniere e l’aumento della capacità produttiva delle  esistenti.

Così com’è, l’uscita del capo dello Stato ha il merito di ricordare  [ai gretini]  le difficoltà poste dalla concreta applicazione delle misure di  abbandono totale e immediato del carbone. Costretti oggi dalle sanzioni UE a trovare alternative al gas russo,  diversi paesi europei si stanno rivolgendo al carbone, lo stesso combustibile che stanno cercando di bandire dalla loro fornitura di energia.

Dall’inizio dell’anno i prezzi del carbonio sono più che raddoppiati a fronte della crescita della domanda. Secondo un’analisi basata sull’indice di riferimento di Rotterdam e prodotta da Rystad Energy, la tonnellata metrica di carbonio termico in Europa è passata da $ 186 del 23 febbraio a $ 462 del 10 marzo. Questa singola situazione di aumento dei prezzi dà motivo ai produttori che, come il Botswana e il Sud Africa, vogliono sfruttare le proprie risorse per beneficiare del denaro.

Inoltre, l’esempio europeo mostra che l’abbandono del carbonio senza un piano solido a lungo termine espone a rischi di deficit energetico che i paesi africani che utilizzano il carbonio per soddisfare una parte importante del loro fabbisogno elettrico non possono accettare.

 

botrswana

D’altra parte per l’industria siderurgica piacerebbe sapere cosa può sostituire il carbon coke ; la riduzione del minerale di ferro non ho visto come si può realizzare altrimenti, per l’alluminio sull’uso di energia elettrica ma tra l’ alluminio che fonde a 660° ma la fusione negli altiforni   avviene  1500° …..