La BBC ha mandato in onda il servizio sul genocidio a Gaza

Il documentario che – secondo l’accusa di 300 giornalisti della BBC, la BBC si è rifiutata di mandare in onda, che mostra gli attacchi, la detenzione e la tortura di medici a Gaza da parte delle autorità israeliane, è stato trasmesso il 2 luglio.

Secondo la ricercatrice Budour Hassan di Amnesty UK, le autorità israeliane avrebbero utilizzato siti segreti – definiti da lei come veri e propri “black sites” – per la detenzione, l’abuso e la tortura di medici palestinesi. Tali strutture agirebbero al di fuori di ogni controllo giudiziario, consentendo gravi violazioni dei diritti umani.

Il docufilm non si limita a testimonianze orali, ma presenta immagini forti di danni a strutture sanitarie, testimonianze drammatiche da parte di medici torturati.

Il documentario che la BBC si è rifiutata di mandare in onda, che mostra gli attacchi, la detenzione e la tortura di medici a Gaza da parte delle autorità israeliane, è stato trasmesso il 2 luglio.

Secondo la ricercatrice Budour Hassan di Amnesty UK, le autorità israeliane avrebbero utilizzato siti segreti – definiti da lei come veri e propri “black sites” – per la detenzione, l’abuso e la tortura di medici palestinesi. Tali strutture agirebbero al di fuori di ogni controllo giudiziario, consentendo gravi violazioni dei diritti umani.

Il docufilm non si limita a testimonianze orali, ma presenta immagini forti di danni a strutture sanitarie, testimonianze drammatiche da parte di medici torturati.

https://www.theguardian.com/tv-and-radio/2025/jul/03/gaza-doctors-under-attack-review-channel-4-crucial-film-stuff-of-nightmares

Il rapporto di Francesca Albanese

Nel rapporto del luglio 2025 sono prese in esame circa un migliaio di imprese, ma per il momento se ne citano solo 48 tra le più grandi, informate, tra l’altro, dell’indagine in corso da parte dell’Onu. Vi compare l’italiana Leonardo, assieme a Google, Amazon, Hp, Microsoft, Ibm, BlackRock, Chevron, Caterpillar, Volvo, Hyundai, Lockheed Martin, Airbnb e Booking.com, oltre a quelle israeliane direttamente interessate come l’industria di armi Elbit, la gestrice delle fonti idriche Mekorot e la produttrice di spyware Nso.

I rischi del rapporto Onu per le grandi corporation non sono solo eventuali danni di immagine e di reputazione, ma di diretta responsabilità penale e civile. Come afferma il rapporto nella traduzione offerta sul sito La Via libera, «laddove le entità aziendali continuino le loro attività e relazioni con Israele – con la sua economia, le sue forze armate e i settori pubblico e privato collegati al territorio palestinese occupato – si può ritenere che abbiano consapevolmente contribuito a: violazione del diritto palestinese all’autodeterminazione; annessione di territorio palestinese, mantenimento di un’occupazione illegale…; crimini di apartheid e genocidio… Sia le leggi penali che quelle civili in diverse giurisdizioni possono essere invocate per ritenere le entità aziendali o i loro dirigenti responsabili di violazioni dei diritti umani e/o crimini di diritto internazionale».

Sul piano degli armamenti il rapporto di Albanese afferma che lo Stato «beneficia del più grande programma di approvvigionamento della difesa mai realizzato – per il jet da combattimento F-35, guidato dalla Lockheed Martin con sede negli Stati Uniti, insieme ad almeno 1.650 altre aziende, incluso il produttore italiano Leonardo». Tale  “potere aereo senza precedenti” avrebbe  permesso di  sganciare circa  85 mila tonnellate di bombe provocando la morte o il ferimento di oltre 179mila palestinesi. Ma oltre le armi sembra esistere, ad esempio, la collaborazione nella distruzione degli insediamenti palestinesi con la fornitura di macchinari pesanti da parte di società afferenti a capitali pubblici e privati di numerosi Paesi.

Secondo il rapporto, la crescita della spesa in armi da parte del governo Netanyahu è stata possibile, inoltre, grazie all’acquisto dei titoli del tesoro israeliani da parte di istituti finanziari tra i più grandi al mondo (Bnp Paribas, Barclays, Blackrock, Vanguard,…).

Insomma un rapporto dal contenuto esplosivo anche se in gran parte conosciuto dal mondo dell’economia e della finanza. L’intento di Albanese è quello di chiedere alle autorità statali e sovranazionali di sospendere gli accordi commerciali legati alle filiere esposte nel rapporto, a cominciare da quella delle armi. Scelta sostenuta dal governo spagnolo guidato da Pedro Sanchez, ma non dagli altri Paesi dell’Unione europea, in particolare non dall’Italia.

Oltre alle relazioni ufficiali, Francesca Albanese sa che uno dei fattori determinanti nell’orientare l’opinione pubblica resta il fattore narrativo che permette di entrare nella vita delle persone in carne e ossa, oltre i numeri dei rapporti ufficiali. La giurista italiana ha perciò pubblicato recentemente con Rizzoli il libro Quando il mondo dorme. Storie, parole e ferite della Palestina (https://www.rizzolilibri.it/autori/francesca-albanese/), (https://www.rizzolilibri.it/autori/francesca-albanese/)un volume di racconti legati alla sua attività di relatrice speciale dell’Onu..

L’Onu esiste, il rapporto di Francesca Albanese

Città Nuova (https://www.cittanuova.it/lonu-esiste-il-rapporto-di-francesca-albanese/)
L’Onu esiste, il rapporto di Francesca Albanese
Francesca Albanese, dal 2022 relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, ha […]

https://twitter.com/monitorx99800/status/1941084712774045923?s=67

Cipro allarmata: gli israeliani stanno prendendo il controllo dell’isola

I politici ciprioti ondate di israeliani stanno arrivando, acquistando proprietà e insediandosi in aree strategiche. È questo il modello per un Israele 2.0?

“Ci stanno occupando” Stefanos Stefanou, capo del partito di sinistra AKEL, ha messo in guardia dalla formazione di “ghetti” a Cipro del Sud a causa delle vendite di proprietà agli israeliani, citando “scuole e sinagoghe sioniste” come parte di una strategia di espansione israeliana.

“Ci stanno portando via il Paese”, ha affermato durante un recente congresso del partito.

Un piano in lavorazione da anni Nell’agosto del 2023, il quotidiano israeliano Haaretz pubblicò l’articolo: “Il secondo Israele? Gli israeliani si riversano a Cipro per comprare qualsiasi cosa gli capiti a tiro”.

Poi li genocideranno..