Germania, egemone delirante.

Mentre tutti gli occhi sono rivolti alle elezioni Usa, Alastair Crooke si domanda inquieto: che cosa vuole la Merkel? Perché  corteggia una rivoluzione?  Crooke è un ex diplomatico britannico, ex dirigente dell’intelligence, che ha voltato le spalle quel mondo dei conflitti senza fine (non a caso abita a Beirut, dove ha fondato il Conflict Forum) e distilla analisi geopolitiche di rara acutezza.
Nell’imminenza dei risultati che devono decidere chi sarà alla Casa Bianca, la Germania ha offerto agli Usa un “New Deal” millitare, nell’apparente intento di rimettersi in buona con The Donald. Lo ha notato solo MittDolcino, apponendo la parola “Clamoroso” al fatto: “Il ministro della difesa tedesco, Annegret Kramp-Karrenbauer (AKK) (che poi sarà il successore di A. Merkel in caso di vittoria trumpiana, ndr), di un New Deal con gli USA di Trump, un armistizio insomma”. Un piano alla pari: la Germania si propone come egemone su tutta Europa, unico vero sovrano, (Macron che ha vere forze armate è buttato da parte da questa proposta di accordo diretto Berlino-Washington).

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Clamoroso: il ministro della difesa tedesco offre un New Deal agli USA (accortisi che Trump sarà Presidente): il fine è ricreare il Reich militare in Europa

Ed ecco come la vede Crooke: “La Germania ha appena offerto a Washington “ un dolce affare ” in cui l’Europa – con la Germania in testa – accetta in pieno  la strategia a tutto campo dell’America di isolare e indebolire la Russia e Cina. E in cambio sta chiedendo agli Stati Uniti di accettare la leadership tedesca di un’entità europea “ politica di potenza ” che viene portata alla pari con gli Stati Uniti. Senza mezzi termini,  la Germania punta allo status di “ superpotenza ”,   al vertice di  un “Impero” dell’UE per la nuova era. Putin ha  preso atto di  tale  metamorfosi (la Germania aspira a essere una superpotenza) durante il suo recente discorso a Valdai .

Ma questa offerta agli Usa  arriva quando ci sono troppi “pezzi in movimento” , dice Crooke, che qui si distanzia da Mitt: ” in primo luogo, lo stratagemma della Germania è subordinato alle speranze di una vittoria di Biden, che può non accadere. E poi, anche il presidente Macron cerca per se stesso, e per la Francia, la leadership dell’Europa – con quest’ultima   in qualche modo subordinata a una Brexit senza accordo in corso alla fine dell’anno, che indebolirebbe ulteriormente una Merkel disanimata e in dissolvenza. La Francia, vuole organizzare  lei  il “grand reset” dell’Europa: uno “spazio” regolamentare e imposto dai valori [laicità, lgbt, eccetera], sostenuto da un regime fiscale e di debito comune che ricostruirebbe l’infrastruttura economica della Francia.
E se invece vince Trump? “Ci si può aspettare che punga e sgonfi ogni aspirazione tedesca (o francese) di prosciugare parte del potere americano, per quanto il ministro degli esteri tedesco lo abbia avvolto nella carta-regalo più scintillante,  dicendo che gli Stati Uniti non tanto perdono potere, ma acquisiscono “un partner forte a parità di condizioni”. (Pensate come sarà contento Trump di questa degnazione).

L’idea che l’Europa possa attuare questa partnership attraverso la proposta dell’adesione della Germania “verso l’Occidente come sistema di valori“,  sistema  che è “a rischio nella sua interezza“, e che dunque solo la Germania e gli Stati Uniti insieme possono mantenere forte – sembra un po ‘ un sogno ad occhi aperti. Anche quando parla di “difendersi contro l’inequivocabile sete di potere russa e le ambizioni cinesi per la supremazia globale”, che secondo la AKK dovrebbe attirare Trump come il miele il calabrone.

Perché non dimentichiamo che oltre a Trump, ci sono “Cina e Russia, che stanno vedendo il gioco . Berlino sembra aspettarsi che il primo, la Russia, continui come se nulla fosse storto [per esempio fornendo come sempre il gas]. Annegret Kramp-Karrenbauer sembra pensarla così (è sia ministro della Difesa, sia presidente della CDU, il partito della Merkel).

E ha parlato di contenere del “capitalismo cinese controllato in modo aggressivo dallo stato”, creando una sfera commerciale europea aperta solo a coloro che vogliono rafforzare e sostenere l’ordine liberale basato su regole – e al quale gli altri stati devono ‘sottomettersi’ (in questo caso la parola è di Macron). Questo, lo scheletrico progetto di come Bruxelles si propone di raggiungere l’ ‘“autonomia strategica” (il termine è di Charles Michel, il belga presidente del consiglio europeo).

Ecco alcuni estratti dell’“accordo ” di Annegret Kramp-Karrenbauer nel discorso del 23 ottobre:
“… Soprattutto, l’America ci ha dato ciò che chiamiamo ‘Westbindung’… Westbindung, per me, è e rimane un chiaro rifiuto della storica tentazione dell’equidistanza. Westbindung ci lega saldamente alla NATO e all’UE e ci lega strettamente a Washington, Bruxelles, Parigi e Londra. Ci posiziona chiaramente e giustamente contro una fissazione romantica sulla Russia – e anche contro uno stato corporativo illiberale che rifiuta partiti e parlamenti [cioè la Cina] … Westbindung è la risposta alla famosa “questione tedesca”, la domanda su cosa rappresenta la Germania … Solo l’America e l’Europa insieme possono mantenere forte l’Occidente, difendendolo dall’inconfondibile sete di potere russa e dalle ambizioni cinesi di supremazia globale …
Essere il donatore [in un processo di ‘dare e avere con gli Stati Uniti] ci richiederebbe di prendere un ferma posizione politica di potere. Giocare ambiziosamente il gioco geopolitico. Ma anche guardando tutto questo, ci sono ancora alcuni americani che non sono convinti di aver bisogno della NATO. Lo capisco. Perché manca ancora una cosa: che gli europei agiscano con la forza [militare] da soli, quando arriva il momento critico. In modo che gli Stati Uniti possano vedere l’Europa come un partner forte a parità di condizioni, non come una damigella in pericolo.
Come si può vedere, il dilemma tedesco è anche un dilemma europeo. Restiamo dipendenti [dagli Stati Uniti], ma allo stesso tempo dobbiamo fare da noi . Nel rafforzare l’Europa in questo modo, la Germania deve svolgere un ruolo chiave … consentendole di operare in modo più indipendente e allo stesso tempo più stretto con gli Stati Uniti … ”. ”.
Tre grandi questioni geopolitiche qui si intersecano, chiosa il britannico : in primo luogo, la Germania si sta trasformando politicamente, in un modo ha inquietanti paralleli con la sua trasformazione nel quadro europeo quale era prima della Prima Guerra Mondiale [la potenza del Kaiser: qui è palesemente l’inglese che si allarma]. Quindi è vero, la “ questione tedesca ” sta riaffiorando (ma non nel modo che lo intende AKK): quando è caduto il muro di Berlino, la Russia ha sostenuto la riunificazione della Germania perché ha riposto le sue speranze sulla Germania come partner per il più ampio progetto di unificazione: la costruzione di un ‘ Grande Europa ‘.

Speranza che si è rivelata una chimera: la Germania, lungi dal sostenere l’inclusione della Russia, ha invece favorito l’espansione dell’Europa e della NATO ai confini della Russia. L’UE – sotto la pressione degli Stati Uniti – stava formando una Grande Europa che alla fine avrebbe incluso tutti gli stati d’Europa, tranne la Russia .

“Ma così facendo, l’Europa occidentale ha assorbito nell’UE il tumore della neuro-ostilità dell’Europa dell’Est per la Russia. Berlino, nel frattempo, ha giocato sull’ostilità viscerale dell’America verso la Russia, più come uno strumento per costruire il suo spazio europeo fino al confine russo. La Germania quindi ha dato la priorità ad alleviare le antiche antipatie dell’Europa orientale, al di sopra di qualsiasi tentativo reale di un rapporto con la Russia. Ora la Germania vuole ‘ripetere il gioco’: in un’intervista di luglio, Annegret Kramp-Karrenbauer ha detto che la leadership russa deve “confrontarsi con una posizione chiara: siamo ben fortificati e, in caso di dubbio, pronti a difenderci. Noi vediamo cosa sta facendo la Russia e non permetteremo che la leadership russa la faccia franca ”  [sic].

Ebbene: mi hai ingannato una volta … ma due ..? L’episodio di Navalny è stata l’ultima goccia. Era una palese menzogna . Merkel e Macron sapevano che era una bugia. E sapevano che lo sapeva anche Mosca. Eppure entrambi hanno preferito lanciare ai russofobi di casa un altro “osso”.

“Adesso, Mosca ha chiuso con loro”, conferma Crooke . ” Il vero enigma è perché Mosca ha sopportato questa commedia così a lungo. La risposta forse sta nell’aquila russa a due teste, le cui teste sono rivolte in direzioni opposte: una verso l’Europa e l’altra verso l’Asia. L’ovvia impostura della Merkel ha messo alla prova  la fiducia della Russia, una volta di troppo, definitivamente. Le élite russe possono protendersi verso l’Europa, ma la loro base guarda ad Est. Navalny è stata la goccia di umiliazione che ha fatto traboccare il vaso.

“Ora Macron – ancora energico, ma anche lui politicamente indebolito – spera di indebolire ulteriormente la forza della Merkel (in termini mercantili), attraverso la messa a punto di una Brexit senza accordo nel Regno Unito che colpirebbe l’enorme surplus commerciale della Germania verso la Gran Bretagna, proprio nel momento in cui la Germania sta perdendo mercati: in Russia (e ora forse in Cina); e l’America, se Trump fosse rieletto, probabilmente sferrerà una guerra commerciale con l’Europa.

“Il piano di Bruxelles per un ‘grande ripristino’ – trasformare l’economia europea e la sfera sociale – attraverso l’automazione e la tecnologia il “verde” è, come ha notato Tom Luongo, delirante: “L’illusione dell’Europa di poter soggiogare il mondo sotto i suoi valori [lgbt, apertura frontiere, anti-sovranismo eccetera], imponendo le sue regole e standard a  tutti noialtri,  Cina  inclusa, mentre ancora una volta  agiscono verso l’Est come  delegati degli Stati Uniti – e nello stesso tempo l’Europa pretende di mantenere  il suo rango  ideale –   è delirante”.

“Delirante”, perché la Cina sarà pure un “capitalismo di stato controllato in modo aggressivo” in neuro-lingua  di AKK, però  è anche un grande “Stato-civiltà”, con i suoi valori distinti . Bruxelles ha un bel definire il suo spazio di regole e direttive come  “aperto”, ma è chiaramente escludente e non multilaterale. L’attuazione di questa politica finisce solo per portare il mondo verso lo stabilirsi di sfere normative distinte e separate – e verso una recessione più profonda”.

Poi Croocke affonda il coltello:
“Sul piano pratico, al contrario della prima fase Covid i governi in carica in Europa avevano più o meno l’appoggio dei loro cittadini, questo picco di infezione attuale lo sta distruggendo. Proteste e rivolte si accendono sempre più in tutta Europa. Episodi di violenza sono stati accolti con rabbia e orrore dalle autorità, che dichiarano di credere  che la criminalità organizzata e i gruppi estremisti siano all’opera  per innescare un incendio politico”, criminalizzando il dissenso [vedi Lamorgese]

“Alla disoccupazione strutturale – già molto alta nella prima fase – va ora aggiunta un’altra ondata di disoccupazione  irreversibile, e di nuovo nel settore dei servizi. Per le piccole imprese e i lavoratori autonomi è un incubo. La rabbia cresce man mano che chi perde i mezzi di sussistenza osserva che i dipendenti pubblici  stanno attraversando questo episodio, praticamente indenni.
“C’è una confusione assoluta mentre i governi cercano di quadrare il mantenimento dell’economia, con il contenimento degli infetti da ospedali, senza ottenere nessuno dei due.

“In questa rabbia crescente fermenta un oscuro sospetto: c’è chi vede il Covid come una pura cospirazione. Ci si può non credere, ma non è certo da cospirazionisti vedere che i governi europei hanno consapevolmente utilizzato la pandemia per aumentare i loro strumenti di controllo sociale. “Questo è stato concordato in previsione dei cambiamenti impliciti nel “Grande Reset”? E’ un fatto che, fin dall’inizio, i governi occidentali hanno chiamato le loro misure come “di guerra” – e come guerra che richiedeva un’economia diretta dallo stato –  ed obbedienza da tempo di guerra.
“Stiamo vedendo accendersi una guerra culturale. Toni di rabbia acutissimi  nelle strade degli Stati Uniti. Qui, in Europa, sospetti che la vita culturale venga chiusa per preparare gli europei all’annegamento delle loro identità culturali nel grande melting-pot deciso da Bruxelles. Queste paure possono essere fuori luogo, ma esistono e sono virali.
“Quello che è in gioco è il tessuto politico e la coesione sociale dell’Europa, e i suoi leader non sono solo confusi: hanno paura”.

Insomma, dice Crroke:
Ridotti come sono i governi europei, come pensa la Merkel di gestire insieme la disoccupazione d massa e le rivolte, la perdita di industrie e di sbocchi commerciali, con la grandiosa offerta di alleanza militare alla pari fatta agli Stati Uniti? Come si può sognare di ampliare la forza militare al punto da far paura alla Russia e ottenga il rispetto di Trump e di Xi, e contemporaneamente applicare il Grand Reset di Davos, che prescrive la trasformazione “verde e sostenibile” dell’economia europea e la robotizzazione a tappeto, che significherà disoccupazione strutturale aggiuntiva per milioni di europei? E perché ha scelto proprio questo momento,  Merkel, per offendere in modo irreversibile la Russia con la menzogna Navalny e voltare le spalle persino al Nord Stream 2 nel mentre le proteste di massa dei senza-lavoro stanno diventando rivolta? I leader europei “vogliono la rivoluzione”?
Ecco illustrato il carattere delirante dell’egemonia tedesca, fuori tempo massimo sulla storia.
(Noi che ricordiamo il caro Irlmaier, vediamo in questo delirio egemonico merkeliano la preparazione incosciente della messa della Russia con le spalle al muro, con quel che seguirà. Che Dio abbrevi questo tempo. )