Aborto. Pro Vita Famiglia: Francia abolisce diritto alla Vita. Appello all’unità del popolo pro-vita italiano

I vescovi approvano la scelta anticristica:

“L’aborto fa parte della salute pubblica” – Vescovi francesi


“L’aborto fa parte della salute pubblica”. Questa perversione è stata scritta da Isabelle de Gaulmyn in un editoriale di “La Croix”, il quotidiano dei vescovi francesi.

La de Gaulmyn è caporedattore del giornale. Commenta la decisione del Parlamento francese di sancire nella Costituzione del Paese il diritto di uccidere i bambini non ancora nati, il che implica l’obbligo legale per il personale medico di partecipare al crimine.

Senza scrupoli, Isabelle de Gaulmyn sostiene come un abortista: “Nessuno può giudicare la decisione di una donna di abortire”. E che dire del bambino ucciso?

De Gaulmyn continua: “Ogni donna che ci è passata le dirà che l’aborto non è qualcosa che si fa con leggerezza. Ma nei Paesi in cui l’aborto è proibito, assistiamo al ritorno di pratiche di altri tempi, di disuguaglianze sociali, e la salute delle donne più povere o più isolate è troppo spesso messa a rischio”. Si sta forse lamentando che i criminali hanno una vita difficile?

De Gaulmyn perde l’ultimo residuo di decenza e dignità: “In questo senso, l’aborto fa parte della salute pubblica, per evitare il peggio. Certo, è il peggiore di tutti”.

Se i vescovi francesi accettano questo, non potranno più chiedersi perché l’ira di Dio li stia spazzando via e gettando loro e la loro Chiesa all’inferno.

4 marzo 2024

«Siamo sconcertati e allarmati dalle iniziative promosse nelle scorse settimane su temi Lgbtqia+ in alcune parrocchie delle Diocesi di Napoli e Chiavari. Il 22 febbraio, infatti, nella chiesa di S. Maria di Piedigrotta a Napoli si è parlato di “Omosessualità Lgbt” con esponenti dell’associazione Agedo, mentre il 25 febbraio nelle parrocchie di S. Anna e dei SS. Gervasio e Protasio, a Rapallo, in provincia di Genova, si è parlato di “Cammini di fede nel mondo Lgbtq+”. Nonostante il condivisibile intento di promuovere una cultura del rispetto e della convivenza civile, lascia interdetti che realtà parrocchiali si siano fatte promotrici di tali tematiche e ci lascia ancor più sconcertati e sinceramente sorpresi il silenzio sia di monsignor Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli che di monsignor Giampio Luigi Devasini, vescovo di Chiavari, ai quali ci siamo appellati, chiedendo chiarimenti, con due lettere ufficiali, prima dello svolgimento degli eventi stessi. L’ideologia gender, portata avanti proprio dal mondo Lgbtqia+, è stata infatti più volte condannata da Papa Francesco nel corso del suo Pontificato, un’ideologia che rappresenta “il pericolo più brutto” come ha dichiarato il Santo Padre venerdì scorso. Una dottrina che mira al sistematico smantellamento della famiglia naturale fondata da un uomo e una donna e del diritto di ogni bambino ad avere una mamma e un papà oltre che della libertà educativa di questi ultimi. Ci auguriamo, ma siamo ancora fiduciosi in una eventuale risposta da parte dei vescovi, che si sia parlato solo ed esclusivamente del giusto rispetto dovuto ad ogni persona, ma anche con la condanna verso pratiche omosessuali, che sono intrinsecamente disordinate, così come da sempre dichiara il Magistero della Chiesa». Così Toni Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia Onlus.

Toni Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus