ERDOGAN PROVOCA ATENE (RICORDIAMO PAISIOS), ed altri démoni

Nel caos geopolitico travolgente, la notizia può essere sfuggita. Erdogan ha fatto visita alla Grecia e, appena sceso dall’aereo, dopo aver  dichiarato “imperiosamente” che Atene non sarebbe mai entrata nella NATO se non fosse stato per il  sostegno di Ankara, ha aggiunto: il Trattato di Losanna andrebbe “modernizzato”. Il Trattato di Losanna, datato 1923, in cui   si fissavano i nuovi confini fra l’allora impero ottomano, la Grecia e la Bulgaria,  a favore di questi due, e a bruciante umiliazione dei turchi; una ferita mai rimarginata, perché nel 1922 la Grecia aveva subito una schiacciante sconfitta dalle truppe turche, e perché la rettifica dei confini aveva prodotto uno scambio di popolazioni con relativi stermini, e popolazioni rimaste imprigionate nella nazione nemica. Difatti, Erdogan ha aspramente criticato Tsipras e i suoi ministri perché secondo lui  stanno facendo cader in rovina i luoghi di culto islamici, e non garantiscono i diritto religiosi della minoranza musulmana in Tracia settentrionale , territori un tempo turchi. Per giunta ha chiesto la consegna degli otto militari turchi   fuggiti su un elicottero militare  nei giorni di quello che appare  il fallito golpe,  forse  organizzato da Obama contro Erdogan, tramite la setta di Fetullah Gulen.

https://www.theguardian.com/world/2017/dec/07/turkish-president-erdogan-to-make-landmark-visit-to-greece

Smarriti, i ministri greci hanno risposto che il Trattato di Losanna, in quanto  “definisce i confini della Grecia e dell’Unione Europea”  non ha alcun bisogno di essere rammodernato.

Mi chiami pure superstizioso il lettore. Ma questa pretesa di revisione dei confini mi ha ricordato una delle profezie del monaco Paisios dell’Atos, il veggente scomparso nel 1994, che egli confidò ad alcuni importanti visitatori.

«Quando senti alla televisione che si parlerà della questione delle miglia, dell’estensione delle miglia (della fascia costiera) da 6 a 12, allora sta arrivando subito dopo la guerra.  I Turchi lanceranno una sola provocazione alla Grecia, che avrà a che fare con la fascia costiera”.

Lo disse, Paisios, nel 1991.   Su quel tempo futuro disse un particolare che allora nemmeno si poteva immaginare: “la fame ci afferrerà. La Grecia avrà fame. Abbiate un pezzetto di terra, anche poco, e coltivatelo. Vicino a voi aiuterete anche qualcuno che non ne avrà».

Come sappiamo, descrisse una guerra a  cui avrebbero partecipato gli stati della Comunità europea, ma non la Grecia: “Il governo (greco) prenderà la decisione di non inviare l’esercito. Terrà l’esercito solo ai confini. E sarà una grande benedizione non prendere parte. Perché, chiunque prenda parte a questa guerra  è perduto …”. Previde la scomparsa della Turchia, e che la Città , Costantinopoli, sarebbe stata ridata ai greci dagli alleati.  Il resto lo ho già raccontato qui:

Le parole originali del monaco Paisios su Turchia e Costantinopoli

Il lato agghiacciante delle  visioni di Paisios il monaco è che esse potevano parere del tutto impossibili e fantastiche nel 1991, ed oggi lo sono molto meno. Allora la Turchia era la solida colonna della NATO  sul fianco Sud,  stata per entrare  nella UE;  la Russia in pieno disfacimento, tanto che nessuno poteva immaginare sarebbe diventata protagonista della vittoria in Siria. E chi poteva dar credito, nel 1991, a una frase come : “Collaborerà molto anche il Papa, poiché tutti i figli del diavolo li riterrà suoi, e suggerirà loro di seguire l’anticristo”.

Erdogan, poi,  si direbbe che non abbia bisogno di aprire anche questo contenzioso. Di carne al fuoco ne ha già tanta. In pochi mesi,  è passato da complice dell’ISIS e di Obama   nell’operazione di smembramento della Siria e della  sua  consegna ad un regime di terroristi tagliagole, a  quasi-nemico degli Usa; da abbattitore di un aereo russo che gli  rovinava gli affari petroliferi con  l’ISIS, a quasi-alleato di Putin,  e semi-collaboratore nella integrità territoriale siriana (non senza un pensierino di  arraffarne  però la zona curda);   da colonna della NATO a semi-nemico dell’Alleanza e della UE;  ha sventato un colpo  di stato e sta procedendo a  purghe senza fine del settore  pubblico e de suoi nemici  interni.

Usa vuole escludere Mosca da SWIFT

Non ha ancora finito di regolare i conti né di concludere le imprese  aperte in un Medio Oriente in piena ebollizione, eppure Apre il contenzioso coi greci.   Lo spinge il suo demone fatale.

E sono molti  i personaggi e leader che in questi mesi,  più che agire,   appaiono  “agiti”  da forze apocalittiche e pulsioni demenziali, che agiscono come sonnambuli  su un cornicione, che   compiono atti irreversibili verso  il sinistro esito  che tutti vediamo.  Nessuno poteva prevedere (nemmeno lui) che Trump avrebbe aperto una stagione di inimicizia fatale contro la Russia,   riaperto la piaga ucraina mandando armi letali  al  regime di Kiev, imponendo sanzioni su sanzioni  contro Putin.

Quella che adesso il Tesoro Usa proporrà a febbraio, sarà la sanzione definitiva: l’esclusione delle banche e ditte russe dallo SWIFT, il sistema di clearing e compensazione interbancaria mondiale; sarebbe l’isolamento   totale dell’economia russa dell’Occidente, nell’intento di strangolarla. Già oggi, sotto le sanzioni esistenti, le banche russe non possono ottenere prestiti   sui mercati occidentali   se non con maturità 14  giorni; con l’esclusione da Swift,  sarebbe del tutto impossibile ottener credito alcuno.   E’ questo  un motivo sufficiente, da solo, per spingere alla guerra un paese dotato di armi atomiche che viene messo con le spalle al muro.

https://www.rt.com/news/414124-sanctions-sberbank-cold-war/

Ma altri sono colti dalla loro specifica frenesia: chi avrebbe immaginato un personaggio come Mohamed Bin Salman in Arabia Saudita? Uno che contemporaneamente distrugge incarcera  il  suo parentado per rapinarlo, cerca di provocare la guerra civile in Libano, si accoda con Israele e con Jared  Kushner per scatenare la  guerra finale contro l’Iran? Chi avrebbe immaginato un Papa Bergoglio?  Dicono che l’intero Israele è in preda ad una”frenesia” di rivincita contro Hezbollah. Insomma un Ballo di San Vito sinistro, dove l’Europa invece di agire da razionale moderatore, partecipa alla frenesia  verso l’abisso.

Ne do un solo esempio:

 Austria  indicata come nemica da Soros & Bonino

Austria: cavallo di  Troia della Russia?”. Questo  il   sobrio titolo di un’analisi elaborata dallo European Council of Foreign Relations. Se  si sa  che tale organizzazione privata è ricalcata sull’americano Council on Foreign Relations fondato negli anni ’20 dai Rockefeller allo scopo (ottenuto con successo) di guidare la politica estera Usa  secondo gli interessi del grande business; che è co-finanziata da Soros; e che ha fra i suoi presidenti Emma Bonino , è il caso di prestare attenzione.

I   due terzi dell’articolo sono dedicati  a sottolineare come  il nuovo governo abbia ben poche possibilità di attuare una vera politica anti-immigranti  in quanto legato mani e piedi  dalle normative-capestro UE,  quanto poco  possa permettersi di configgere con la Merkel opponendosi alle sanzioni  contro Mosca; quanto sia poco probabile che davvero Kurz si unisca al “campo di Orban nell’Europa del’Est” e “torni l’Austria-Ungheria” di absburgica memoria – insomma  dopo aver  spiegato ben  bene quanto  il governo austriaco sia debole e  senz’armi nel contrastare “l’integrazione europea”, ecco che l’articolo si concentra sul FpO. Notando anzitutto che è “più socialista di quanto pensino i conservatori” (ossia Kurz e suo partito), essendo “l’aumento delle pensioni e il sostegno per i redditi bassi molto in  alto nella lista delle priorità del partito” (quindi “cattivo”), e incompatibile con i programmi di “disciplina fiscale e riduzione della spesa sociale” del partito ÖVP, i democristiani di Kurz (che quindi è “buono”). Deplorando   poi che il FpO insista sulla “democrazia diretta” (cattivo)  e vorrà sottoporre a referendum le leggi taglia-pensioni.

Ma questo è ancora niente. Il peggio – e qui entra nel vivo –   che il FPÖ “è uno dei pochi partiti in Europa che ha un contratto ufficiale di cooperazione con il partito di Putin “Russia Unita” : e qui posta il link a un articolo del New York Times,  l’organo mediatico della casa madre di questi “europeisti” alla Bonino, i democratici di Hillary.

https://www.nytimes.com/2016/12/19/world/europe/austrias-far-right-signs-a-cooperation-pact-with-putins-party.html?_r=0

“Fin dagli anni 2000  la cerchia interna di Strache [il capo del FpO]ha coltivato stretti legami con intellettuali russi ultraconservatori”,  fra i quali spicca Alexander Dugin (“nel cui repertorio c’è la derisione  dell’individualismo e omosessualismo”, ossia i nostri valori); organizzano insieme “balli, eventi d’affari e congressi politici”.

Insomma “c’è da aspettarsi che il Kremlino farà uso dei suoi alleati oggi associati al governo” austriaco.

“Nel nuovo  governo, il FPÖ controlla  sia il ministero degli Interni sia  quello della Difesa”, si allarma   la lobby Soros-Bonino – “Per cui, sia i servizi di controspionaggio civili e militari sono nelle sue mani, e avranno il potere di scegliere quali casi  investigare e quali lasciar cadere.  Essi possono distogliere risorse da un dipartimento (Russia) e dirigerle verso altri: pochi obietterebbero  ad una aumentata vigilanza contro gli estremisti  islamici mentre pochi noterebbero che ciò viene a spese di altri scopi”.

Capito?   Lo ECFR  vuole che   Vienna continui a spiare i russi, più che gli islamisti.

“Già in passato, il  Golowatow-affair  ha dolorosamente dimostrato il problema. Di che si  tratta?  Una crisi diplomatica fra Austria e Lituania  datata 2011.  “L’allora ministro ÖVP (democristiani) per la Giustizia Beatrix Karl ordinò il rilascio di Michail Golowatow, un ex ufficiale del KGB  contro cui la Lituania aveva elevato un mandato di cattura europeo per crimini di guerra”, scrive ECF. “In realtà, Golovatov era capo delle truppe speciali sovietiche che nel gennaio 1991 presero d’assalto la tv pubblica di Vilnius, occupata da ribelli indipendentisti. Ci furono 14 morti. Una  delle tragedie  connesse al collasso e sgretolamento dell’URSS.    Di passaggio all’aeroporto di Vienna il russo fu prontamente arrestato in base al mandato europeo; poco dopo le autorità l’hanno rilasciato perché  il mandato   concepito dai lituani era “troppo vago” e “in Austria lo stato di fermo è autorizzato per un massimo di 48 ore”,  cosa che ha scandalizzato la Lituania (è vero, prendano esempio dall’Italia che fa durare  la carcerazione preventiva quanto le pare). La Lituania rispose facendo sapere che intendeva emettere un mandato di cattura anche contro  Gorbachev.

http://www.ilpost.it/2011/07/19/la-crisi-diplomatica-tra-lituania-e-austria/

Naturalmente si scandalizza anche il think tank Soros-Emma Bonino: adesso,   simili rilasci “possono divenire la norma. Da cui per la UE, il timore  non è che l’Austria si allontani dai processi di integrazione europei, come quelli sulla integrazione militare e la cooperazione nell’intelligence. La paura è che l’Austria ne sarà parte, e  usando la “neutralità” per evitare di dare   qualunque contributo significativo, nel contempo passi le informazioni al Cremlino”.

L’Unione Europea deve reagire e contrastare questo pericolo: perché ormai è chiaro, la UE  è in guerra contro lo Stato che Trump ha definito “revisionista”  perché “si oppone agli interessi globali americani”. Ma come? Con sanzioni a Vienna per punirla di aver votato  come ha votato? Già l’ha fatto nel 2000 (contro Haider), ma ora lo sconsiglia. “Nel 2000, sanzioni all’Austria vennero imposte senza alcuna ragione oggettiva [ah sì? Interessante  ammissione,  ndr.]. Diversamente dall’Ungheria di Orban o  alla Polonia di Kaczynski, il governo di allora non aveva “riformato” l’ordine giudiziario [come Varsavia, contro la quale sono comminate sanzioni europee], né ridotto la libertà di stampa, né tolto i contrappesi istituzionali. Come risultato, le  sanzioni hanno accresciuto  la popolarità dello FPO invece di danneggiarla”.  Già. Succede, quando (quasi sempre) Bruxelles fa un politica anti-popolare a solo vantaggio delle oligarchie vincenti  nella globalizzazione, che hanno occupato il potere negli enti sovrannazionali.

E allora che cosa consiglia lo ECFR?

“L’Europa  deve riconoscere che il FPO ha un diritto democratico ad avere vedute politiche differenti dall’Europa mainstream” [bontà loro, lo concedono]. Ma nello stesso tempo, i governi europei – e in special modo i servizi di intelligence devono tenere strettamente d’occhio ciò che accade a Vienna. Le [varie sedi] ONU a Vienna e l’OSCE  forniscono ampie scuse per accreditare “diplomatici” che sono in realtà spie russe,  che  approfitteranno dei loro contatti col FPO. Ma anche la UE ha messi di pressione su Vienna. Come sopra detto, Sebastian Kurz dipenderà   pesantemente da coalizioni a livello UE per fa progredire il suo programma interno. Ciò   assicura che egli terrà sotto controllo le relazioni estere sovversive del FPO”.

http://www.ecfr.eu/article/commentary_austria_russias_trojan_horse

Notiamo come un  gruppo  privato, quale è lo European CFR di Soros-Bonino,  s’impanchi a “consigli” i “servizi di spionaggio” degli stati europei  di indagare sui rapporti   di un partito regolarmente eletto con Mosca: evidentemente la voce del Padrone che parla  attraverso di loro.

Il FPO ha avuto il 27 per cento e passa di voti; già dal 1999,  quando era capeggiato da Haider, raccolse il 47% dei voto operai; alle presidenziali dell’aprile 2016 il suo candidato Norbert Hofer  ha ottenuto 35,1 dei voti, e solo una serie di trucchi  e brogli  – accettati dalla UE col silenzio – ha dato la presidenza al vecchio verde-rosso attuale presidente Van Der Bellen.   Come si permette lo ECFR di  pretendere che “i servizi”  di altri paesi tengano sotto controllo questo partito? Per i suoi rapporti cordiali con il partito Russia Unita:    dunque è vietato in Europa avere tali rapporti?  Lo ECFR concede a parole il diritto del FPo “ad avere vedute differenti da quelle dell’Europa mainstream” (sic), ma poi   nega quel diritto,  definendo quei rapporti “sovversivi”. E’ palesemente più sovversivo, poniamo, il governo Gentiloni (come prima quello di Renzi e Monti) mai sottoposti a suffragio popolare.

Oltretutto “il primo dicembre abbiamo celebrato il ventesimo anniversario dell’entrata in vigore dell’accordo di  partenariato e cooperazione tra la Russia e l’UE”, come  ha ricordato l’ambasciatore di Mosca a Bruxelles, Vladimir Chizhov.  E’ “sovversivo” anche quello?, o è santificato dal fatto che l’abbia stretto l’eurocrazia?  C’è  fra  le tonnellate di “normative” e “direttive” europee un articolo  che vieta ai partiti europei di  trattenere rapporti speciali con “Russia Unita”?  Perché solo in questo caso un ente privato potrebbe bollare di “Cavallo di Troja  di Mosca”  un partito politico  legittimo. Ma allora la Russia è un  nemico per la UE –   e lo ECFR ne parla come di un nemico pericoloso che manda “diplomatici che sono in realtà spie”..

Questo è il linguaggio che corre ormai nei circoli oligarchici euro-americani, senza che  le opinioni pubbliche distratte se ne rendano conto: un linguaggio di ostilità bellica.  Un clima che ha fatto dire al generale dei Marines Robert Neller, parlando il 21 dicembre i 330 Marines americani stanziati in Norvegia: “Spero di sbagliarmi, ma ci  sarà una  guerra.  Dovete sempre esser  pronti all’eventualità di una guerra”. Le truppe Usa sono stanziate in Norvegia da un anno. “Pensiamo che ciò contraddica la politica norvegese non stazionare  basi militari straniere in tempo di pace sul suo territorio”,  commentò allora  Maria Zakarova, la portavoce della Difesa russa. Infatti la Norvegia era neutrale,  un tempo. Ma ora ognuno è agito dal suo demone  e travolge ogni regola.

Viene da ripetere l’antica preghiera dei tempi  antichi, i più bui dell’Europa:

 “A peste fame et bello

libera nos Domine”

L’Italia, ovviamente, non fa eccezione. Anche noi siamo preda dei nostri ben identificati dèmoni, dei nostri partiti demonici,  ciascuno chiuso nelle sue ossessioni  terminali. L’effetto è una caduta della civiltà giuridica e morale,   che viene descritta in questo video. E’ lungo, dura un’ora a mezza: ma prendetevi il tempo – è  il nostro  autoritratto collettivo, la nostra adesione volontaria ad un totalitarismo  mostruoso nascente dalla “libertà”.