El Papa ha scelto un frocio ossessivo-compulsivo come predicatore (di frociaggine)

“vede” coppie gay in ogni pagina dei Vangeli

CATHOLICA  

Ma cosa insegna sull’omosessualità il nuovo predicatore della Casa Pontificia Roberto Pasolini?

di Salvatore Carloni

AFFERMAZIONI DI FRA PASOLINI

Il cappuccino Fra Roberto Pasolini è il nuovo predicatore di Casa Pontificia scelto proprio da Papa Francesco. Fra Pasolini (che ha conseguito il dottorato alla Pontificia Università Gregoriana dei gesuiti) è docente di esegesi biblica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale a Milano e per l’Arcidiocesi di Milano cura la formazione dei docenti di religione.

Andando a curiosare online sulle sue prediche, purtroppo, abbiamo sentito in materia di omosessualità alcune affermazioni pubbliche che addolorano e sconvolgono. Il 2 febbraio 2024, presso il Convento Cappuccini di Varese, ha tenuto un lungo intervento sul tema “Omosessualità e vita cristiana”.

Come si può ascoltare, la parte più grave delle affermazioni di Fra Pasolini è quella inerente la presenza di coppie gay nell’Antico Testamento. Fra Pasolini, infatti, parla del rapporto tra Gionata e Davide come un rapporto omnosesuale . Mentre per il Nuovo Testamento parla del rapporto tra il centurione e il suo servo malato per il quale questo centurione romano parla al Signore Gesù chiedendogli la grazia della guarigione: il centurione era amante del servo –

Ques. Innanzitutto Fra Pasolini propone delle slides alle sue spalle con i passi biblici che lui dice essere quelli che parlano di omosessualità ma non cita affatto il passo della lettera di San Giuda Taddeo cap. 1,7 che è l’ultimo passo del Nuovo Testamento in materia di vizi contro natura ed è assolutamente terribile perché parla proprio della condanna al fuoco eterno per Sodoma e Gomorra a causa della loro immoralità per i vizi contro natura.

C’è da notare che San Giuda non scrive chiedendo ai cristiani alcun suffragio e preghiera per le anime degli abitanti di Sodoma e Gomorra mentre scrive proprio che la loro pena stabilita da Dio è il fuoco eterno e questo passo si ricollega direttamente al passo del Vangelo secondo Matteo cap. 25,41 in cui il Signore Gesù, parlando della dannazione eterna, dice: “Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno preparato per il diavolo e per i suoi angeli”.

Già nel libro del profeta Daniele cap. 12,2 c’è la descrizione della condanna all’infamia eterna per i malvagi. Infatti San Tommaso d’Aquino, dottore della Chiesa, insegna che all’Inferno la pena del fuoco e del danno è eterna: ecco perché il fuoco è eterno. Sempre San Tommaso spiega che invece in Purgatorio la pena del fuoco e la privazione di Dio sono temporanee: quindi il fuoco è temporaneo. Sottolineo ancora come nel suddetto passo della lettera di San Giuda Taddeo è scritto a chiare lettere che la pena di Sodoma e Gomorra è proprio il fuoco eterno e non quello temporaneo.

San Francesco di Sales, dottore della Chiesa, nel seguente passo del suo celeberrimo libro Filotea nel Capitolo XII dal titolo: “La necessità della castità”, scrive queste esatte parole: “S. Caterina da Siena vide tra i dannati dell’inferno molti che erano tormentati con supplizi particolarmente atroci per avere profanato la santità del matrimonio: e questo era loro capitato, diceva, non per la gravità del peccato in sé, perché gli omicidi e le bestemmie sono più gravi, ma perché coloro che li avevano commessi vi avevano preso l’abitudine senza più farci caso, e così avevano persistito negli stessi per lungo tempo”.

In questo passo S. Caterina parla chiaramente di peccati di lussuria durante il rapporto eterosessuale tra coniugi cattolici e non di sodomia ma l’esito finale assolutamente tragico di questi peccati di lussuria è stato comunque il fuoco eterno perché la virtù teologale della carità è affievolita progressivamente sempre di più dal vizio e il peccato veniale dispone al peccato mortale come è ricordato nell’art. 958 del Catechismo di San Pio X e come è ricordato anche nell’art. 1863 dell’attuale Catechismo della Chiesa Cattolica.

a quanto si può ascoltare nel video, sospettiamo che in Vaticano abbiano scelto Fra Pasolini come nuovo predicatore di Casa Pontificia per promuoverlo anche come nuovo docente del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul matrimonio e la famiglia presso la Pontificia Università Lateranense perché diventino materia di insegnamento ufficiale le personali idee di Fra Pasolini riguardo l’interpretazione di alcuni passi biblici inerenti l’omosessualità e perché queste stesse idee di Fra Pasolini possano essere riproposte nel prossimo futuro sia con un ciclo di catechesi bibliche sull’omosessualità tenute da Fra Pasolini nella Basilica di San Pietro (per completare il ciclo di Catechesi sull’amore umano tenuto da Giovanni Paolo II a suo tempo) sia in un futuro documento a cura della Pontificia Commissione Biblica in materia di “amore omosessuale”.

Tornando al suddetto video, dal minuto 34:55 Fra Pasolini parla di San Paolo e dice che nel discorso di Paolo gli atti omosessuali sono definiti “senza troppo discernimento come atti tendenzialmente negativi” questo perché “questo con tutta probabilità era la fenomenologia che Paolo aveva davanti perché Paolo non aveva davanti i gruppi di cristiani omosessuali in ricerca” e Fra Pasolini dice che San Paolo disciplina solo le situazioni come le orge e non i gruppi di cristiani omosessuali in ricerca.

Dopo, dal minuto 36:23, Fra Pasolini inizia a parlare delle coppie gay nella Bibbia e dice queste parole: “Poniamoci una domanda perché la domanda è legittima: ma nella Scrittura c’è qualche forma di approvazione delle relazioni omosessuali ? E la risposta non è facilmente no”. E come si può ascoltare a proposito dei passi biblici inerenti Gionata e Re Davide Fra Pasolini dice prima queste parole riguardo la possibilità che questa fosse una coppia gay: “lo possiamo immaginare, lo possiamo pensare, ci può far piacere pensarlo…” ma poi al minuto 37:28 aggiunge “nulla ci vieta di poterlo pensare e di poterlo immaginare”. Dalla lettura del seguente articolo gratuito pubblicato sul mensile paolino Jesus si può capire chiaramente come Fra Pasolini manifesti pubblicamente gravissimi limiti culturali in materia di lingua ebraica antica perché come spiega il Cardinal Gianfranco Ravasi (che è biblista e ha anche un’ulteriore laurea in archeologia conseguita presso l’Università ebraica di Gerusalemme) la traduzione corretta del passo citato da Fra Pasolini per giustificare la realtà di una relazione gay tra Gionata e Davide non è affatto quella affermata da Fra Pasolini.

Dal minuto 37:43 in poi Fra Roberto Pasolini commenta il passo del Vangelo in cui c’è vicenda della guarigione del servo del centurione. Fra Pasolini, a partire dal minuto 38:30, dice che “è legittimo” pensare che il centurione avesse una relazione gay con il suo servo. Lo stesso Fra Pasolini dice più chiaramente dal minuto dal minuto 39:10 in poi. Si possono, infatti, ascoltare le sue parole che sono ancora più inequivocabili a proposito della relazione di coppia gay tra il centurione e il suo servo quando Fra Pasolini dice le seguenti parole che riporto tra virgolette: “non è sconveniente pensarlo ma pensate se fosse così Gesù ha fatto l’elogio più grande a chi?”.

Anche qui Fra Pasolini continua con estrema veemenza esegetica a giustificare il fatto che nella Bibbia non è un problema la realtà della coppia gay. Fra Roberto Pasolini guida un gruppo giovanile. Quindi Fra Pasolini, quando tiene incontri biblici ai ragazzi del suo gruppo giovanile, spiega con le suddette parole la questione dell’omosessualità nella Bibbia?