Dunque, Orbàn e Morawiecki hanno vinto

Solo così si può interpretare quello che i media chiamano “il compromesso” raggiunto con la Merkel ossia con la UE, dato che la Cancelliera ha la presidenza pro tempore della Unione.

L’accordo infatti ricalca ciò che già Musso, commentatore di Atlantico Quotidiano  diventato il più esperto dei meandri UE benché faccia un altro lavoro (i corrispondenti da Bruxelles dovrebbero imparare), aveva già anticipato il 23 novembre.

C’è poco da aggiungere se non questo: opporsi e resistere, nella Europa merkeliana oggi sottoposta a potenti forze centrifughe, non solo è possibile, ma paga; strisciare e fare i servi no. Musso sospettava che dietro l’impuntatura europoide per lo “stato di diritto” (che la UE non è) ci fosse la volontà della Merkel di affossare il Recovery Fund di 750 miliardi di euro, dandone la responsabilità al magiaro e al polacco, secondo una tattica pesce-in-barile di cui la ventennale cancelliera è la triste maestra. Pare però che questo non sia avvenuto, se non altro perché gli eurocrati avevano legato alla faccenda della stato di diritto il bilancio settennale UE da mille miliardi – a tutti necessario per alleviare la peste del Grand Reset sulle vite umane – su cui Varsavia e Budapest non hanno esitato a porre il veto (cosa inimmaginabile ai piddini), un pasticcio da cui dovevano uscire.

La UE non sembra più in grado di usare i numerosi strumenti di tortura di cui si vantava l’alcolista del paradiso fiscale. Anche perché alla BCE nonc ‘è Draghi, ma la francese che stampa-stampa e compra-compra buoni del Tesoro e ogni altro genere di titoli dubbi : col Pandemic Emergency Purchase Programme” (PEPP) fino a oltre 1.350 miliardi di euro, a cui va aggiunto il “Programma di acquisto di attività” (APP), in cui la BCE e le banche centrali nazionali nell’area dell’euro acquistano congiuntamente titoli; acquisto a man bassa di obbligazioni soci di società con merito di credito più che dubbio, e delle iniezioni di contante per le banche commerciali (OMRLT) di cui si prevede un aumento. Una eresia disastrosa e titanica secondo la teoria economica tedesca (“”I debiti si pagano, il denaro non si stampa”) , di fronte alla quale si deve notare che Jens Weidmann, così minaccioso con Draghi, è ammutolito. Il suo potere non è più quello di allora.

Adesso l’accordo raggiunto da Merkel con Orban e Moravwiecki deve essere approvato da tutti i 27 stati, e Musso ritiene che Rutte, l’olandese, non lo accetterà. Secondo il vostro cronista, Rutte e gli olandesi faranno quello che gli dice la Merkel. Il vero competente qui, però, è Musso.

Post Scriptum: solo pochi giorni fa, George Soros senza vergogna, da New York, aveva ordinato:

L’Europa deve resistere all’Ungheria e alla Polonia

“L’Unione europea non può permettersi di scendere a compromessi sulle disposizioni dello Stato di diritto che applica ai fondi che assegna agli Stati membri. Il modo in cui l’UE risponderà alla sfida a quelle disposizioni ora poste da Ungheria e Polonia determinerà se sopravviverà come società aperta fedele ai valori su cui è stata fondata”.

Il finanziatore delle primavere colorate e delle proteste abortiste in Polonia sotto questo simbolo , ha ancora le frecce della sovversione al suo arco.

30.10.2020, Warsaw, Poland

https://www.project-syndicate.org/commentary/europe-must-stand-up-to-hungary-and-poland-veto-by-george-soros-2020-11?barrier=accesspaylog