Di Maio, genio politico?

Firmato l’accordo Sputnik V: l’Italia diventerà il primo paese dell’UE a produrre il vaccino russo Covid-19.

Un politico di genio è colui che, partendo da una situazione oggettivamente di impotenza, con rapida intuizione (“sente” e coglie il kairos) riesce a realizzare il meglio.

Con questa iniziativa il ministero degli Esteri, fornendoci di Sputnik (che andrà ribattezzato Sputin) si sottrae per quanto può al progetto di sterminio decretato dal Forum di Davos; l’Italia si scosta dal fronte occidentalista impegnato nell’emarginare e aggredire la Russia fino alla guerra guerreggiata: vediamo la reazione americana.

Ma per noi vittime della Grande Impostura Kovid, il vaccino russo lo si può assumere con meno rischi di BioNtech e Astrazeneca, alla peggio è inutile ma non è l’iniezione letale di Pfizer. Se basta a ottenere il “certificato di vaccinato”, è utilissimo.

Oltretutto è un calcetto negli stinchi della Kommisisone e della Kommissaria Von der Leyen, che voleva vaccinarci tutti con Pfizer a cui aveva dato l’esclusiva miliardaria (dietro tangente?). Ed anche a Mario Draghi, che infatti la Kommmissaria ha appena lodato perché ha impedito l’export di vaccini Astrazeneca in Australia.

Vediamo se di Speranza e il suo papa nero Ricciardi bloccano : secondo me sì. Loro devono rispondere delle loro azioni all’Imperatore del Male.

qui sotto l’agrodolce Corriere:

Sputnik V, il vaccino russo sarà prodotto in Italia: 10 milioni di dosi entro il 2021

È il primo accordo in Europa, stretto tra il Fondo russo (Rdif) che commercializza il vaccino e la svizzera Adienne Pharma & Biotech, che ha uno stabilimento a Caponago in Brianza. L’Ema continua però ad avere perplessità sull’efficacia

I dubbi dell’Ema, la replica dei russi

Sul vaccino russo però continuano le forti perplessità dell’Agenzia europea del farmaco (Ema). Usarlo oggi, senza che gli esperti della Ue abbiano avuto la possibilità di verificare concretamente tutti i dati, sarebbe come ricorrere «alla roulette russa», ha detto senza mezzi termini la presidentessa dell’Ema Christa Wirthumer-Hoche.

Parole che hanno suscitato la reazione indignata dell’Istituto Gamaleya di Mosca, che produce il vaccino Sputnik V: ha chiesto all’Ema (Ema) di «scusarsi pubblicamente» per le dichiarazioni di Christa Wirthumer-Hoche, che – si legge sul profilo Twitter dedicato al vaccino russo – «sollevano serie questioni su possibili interferenze politiche nell’esame in corso all’Ema».

«Sputnik V è stato approvato da 46 nazioni», ricorda il profilo Twitter, «l’Ema non ha consentito dichiarazioni simili su nessun altro vaccino. Gli europei meritano una verifica imparziale come avvenuto in altri 46 Paesi – conclude il profilo – dopo aver rimandato l’esame di Sputnik V per mesi, l’Ema non ha il diritto di minare la credibilità di altre 46 autorità che hanno esaminato tutti i dati necessari».

La Lombardia chiede documenti

«Abbiamo bisogno di documenti che si possano verificare e al momento non abbiamo elementi sulle persone vaccinate, sugli effetti collaterali». Secondo quanto ha riferito la vicepresidente della regione Lombardia Letizia Moratti, che ha denunciato la lentezza dell’Ema, solo ai primi di aprile partirà una missione di scienziati per verificare in Russia la fabbricazione. (qui i test dello Spallanzani sull’efficacia).