Dallo stato di diritto al “diritto” delle regole: la dittatura da Vincolo Esterno dell’UE

Questo articolo mette a fuoco due tendenze emerse durante la crisi dell’eurozona, entrambe le quali peggiorano la qualità della democrazia nell’UE e nei suoi Stati membri. In primo luogo, la crisi ha portato a una maggiore dipendenza da istituzioni non maggioritarie, come la BCE, a scapito della responsabilità democratica.

In secondo luogo, la crisi ha portato a una nuova enfasi sull’applicazione coercitiva delle leggi a scapito della cooperazione volontaria che in precedenza caratterizzava (e sosteneva) l’UE come comunità di diritto.

Pertanto, l'(eccessivo) potere conferito alla BCE è una sineddoche di un problema più ampio: la tendenza dell’UE a ricorrere a una governance tecnocratica di fronte a sfide che richiedono una contestazione politica. In assenza di opportunità di contestazione democratica, la governance di emergenza dell’UE (Integrazione attraverso la crisi) oscilla tra momenti di accresciuta politicizzazione, in cui le decisioni ad hoc sono giustificate come necessarie, e il ricorso (a volte coercitivo) al governo delle regole depoliticizzato.

Nicole Scicluna

The University of Hong KongDepartment of Politics and Public AdministrationVisiting Assistant Professor

University of Birmingham

https://www.academia.edu/39006760/From_the_rule_of_law_to_the_rule_of_rules_technocracy_and_the_crisis_of_EU_governance?email_work_card=title

Da deficit di democrazia a un ordine tecnocratico: il dibattito post-crisi sull’Europa

I problemi politici di legittimità democratica legati alla costruzione dell’Unione Europea sono profondamente mutati durante la crisi. La sopravvivenza dell’Eurozona ha richiesto un pesante tributo ai principi democratici. La democrazia rappresentativa nazionale è stata indebolita a causa degli imperativi dell’integrazione economica.

Gli elementi tecnocratici dell’integrazione europea (agenzie indipendenti, norme vincolanti in materia economica) hanno ampliato drasticamente la loro portata. In passato, la dimensione tecnocratica era circoscritta a politiche volte a migliorare l’efficienza; durante la crisi, si è estesa a questioni con chiare conseguenze distributive (come l’onere dell’aggiustamento tra paesi debitori e creditori). Il paradosso che ne deriva è che, in un periodo di crescente “politicizzazione” degli affari europei, la propensione tecnocratica dell’Unione Europea ha “depoliticizzato” le questioni economiche.