CONTRO TRUMP, UN PUTSCH IN CORSO

“In USA si svolge un evento assolutamente straordinario, e il ‘vostro corrispondente da Washington” di cosa vi parla? Del razzismo”, ride Phlippe Grasset. Veramente, anche delle statue abbattute. Ma l’evento straordinario è la fila di generali che hanno voltato le spalle a Donald Trump, il loro aperto rifiuto di obbedienza, da golpe sudamericano imminente.

Il segretario alla difesa Mark Esper ha disobbedito pubblicamente agli ordini del presidente di far uscire per le strade l’esercito per sedare i disordini di negri e Antifa. Il generale Jim Mattis “mad dog”, per brevi mesi segretario alla difesa di Trump, ha aspramente criticato Trump per lo stesso motivo in una intervista a The Atlantic. Era accompagnato dal generale Mike Milley, l’attuale capo degli stati maggiori riuniti; che non ha parlato, ma con la sua presenza ha mostrato che dietro a Mattis ci sono i gallonati dei più alti gradi in servizio. Del resto il generale Milley, siccome e era apparso in foto mentre, il primo giugno, in mimetica, accompagnava Trump alla chiesa di Saint John devastata, ha ritenuto bene di dichiarare che si pente e si rincresce di averlo fatto, per aver dato un’immagine “di parte” delle forze armate. Fatto ancor più singolare, ha fatto questa dichiarazione con un messaggio registrato ai diplomati della facoltà militare di Notre Dame: come se fosse già alla macchia.

Il generale Milley (in mimetica) ha chiesto perdono di essersi fatto vedere con Trump…(fra i due, il segretario alla difesa Epser, insubordinato)

Poteva mancare il generale noto David Petraeus, già capo della Cia e gran massacratore in Irak? Condannato a suo tempo per aver passato documenti riservati alla giornalista sua biografa ed amante? Ebbene: anche lui ha voluto (come Mattis) rilasciare un’intervista per… proporre di cambiare il nome di una dozzina di basi militare attualmente dedicate a generali sudisti. Insomma anche lui Antifa e Black Lives Matter, anche lui “di sinistra”, lui che sta al serbizio del miliardari che guidano il fondo speculativo KKR, di cui è anima H. Kravis, “al 38° posto nella Lista degli ebrei più ricchi del mondo pubblicata dal Jerusalem Post”.

Naturalmente, i media spiegano questa rivolta dei generali con il nobile rifiuto di spiegare l’esercito per sparare sui cittadini. Secondo Meyssan, è più decisivo il loro malcontento per la volontà di Trump di ritirare le truppe dall’Afghanistan e – peggio – dalla Germania, indebolendo la NATO e le sue provocazioni anti-Mosca.

Devono essere prudenti, perché invece di soldati e gli ufficiali di basso grado sono a favore di Trump e delle sue intenzioni di riportare i ragazzi a casa. Ma il senile Joe Biden, il preteso candidato democratico, noto gaffeur, ha scoperto i giochi in una interista tv al Comedy Central: “ Mi hanno reso così dannatamente orgoglioso: quattro capi dello staff che escono e strappano la pelle a Trump ”, ha aggiunto, aggiungendo che contava sui militari per rimuovere Trump se si fosse rifiutato di rispettare i risultati del voto. “Ve lo prometto … sono assolutamente certo che loro lo scorteranno fuori dalla Casa Bianca senza perdere tempo”. Con ciò, rivelando che il Partito Democratico fa conto sul ruolo decisivo dei militari per la definitiva rimozione di Trump dalla presidenza.

“Trump ha perso il controllo sul ministero della difesa”, ne conclude il colonnello Lang, il commentatore militare dal suo sito (che si chiama Sic Semper Tyrannis”).

Sembra dunque chiaro che 1) fallita l’operazione Russiagate che ha invalidato politicamente Trump per due anni, 2) la narrativa sulla “spaventosa pandemia e le sue stragi ” che nostra la corda, 3) essendo dubbio l’esito della “rivolta antirazzista” presso l’opinione pubblica, l’establishment democratico e il suo comitato di miliardari punti realmente sul golpe – prima che rigurgiti la fogna dell’Obamagate, collegato (avertat Satanas) al pizzagate, al Clinton body count, e lo scoppio del “Sistema Italia” di spionaggio anti-Donald …

Counterpunch icorda che  “negli ultimi novant’anni,  elementi della struttura di potere degli Stati Uniti hanno cercato di estromettere un presidente senza elezioni:  contro   Franklin Roosevelt, John Kennedy, Richard Nixon, Bill Clinton e Donald Trump. Due tentativi sono riusciti, e tre  falliti… finora”

Serve per il Grande Reset

Ma soprattutto, non si deve perdere tempo a sfruttare l’occasione preziosa della pandemia, che ha arretrato i livelli di vita della parte avanzata della civiltà umana nel modo durevole desiderato. Da chi? Ma dal Forum di Davos. E non parla il complottista, ma il presidente del Forum stesso, Klaus Schwab, che ha giusto pubblicato un video dove illustra il tema per il 2021. Titolo: “Il Grande Reset”, il resettaggio dell’economia mondiale. Letteralmente così: “… Un lato positivo della pandemia è che ha dimostrato quanto velocemente possiamo apportare cambiamenti radicali al nostro stile di vita”, esulta Schwab: “ Quasi istantaneamente, la crisi ha costretto aziende e privati ad abbandonare le pratiche per molto tempo dichiarate essenziali, dai frequenti viaggi aerei al lavoro in un ufficio. ” .

Dunque questi sono i benefici della pandemia, per lorsignori: non più viaggi aerei per voi servi, non più lavori in ufficio, non più il benessere diffuso, che consuma e provoca il riscaldamento globale. “ I recenti ingenti stanziamenti di stimolo economico dell’UE, degli USA, della Cina e di altri paesi devono essere utilizzati per creare una nuova economia, “più resiliente, equa e sostenibile nel lungo periodo. Ciò significa la costruzione di infrastrutture urbane “verdi” e la creazione di incentivi per le industrie a migliorare la propria expertise in termini ambientali”, dice Schwab.

“Il mondo deve agire rapidamente per rinnovare tutti gli aspetti delle nostre società ed economie, dall’istruzione ai contratti sociali e alle condizioni di lavoro. Ogni paese, dagli Stati Uniti alla Cina, deve partecipare e ogni settore, dal petrolio e dal gas alla tecnologia, deve essere trasformato. .. I governi dovranno migliorare il coordinamento … con “modifiche alle tasse sulla ricchezza, il ritiro dei sussidi per i combustibili fossili e nuove regole che regolano la proprietà intellettuale, il commercio e la concorrenza “.

Se non vi è chiaro cosa significhino queste meravigliose riforme dell’economia, ricordate che dal Forum di Davos è stato elaborato il progetto dell’abolizione della proprietà privata: per me e voi (non per loro, ovvio) . Nei loro sogni non possiederete più l’auto, il frigorifero, l’appartamento, ma vi sarà concesso in affitto. Pagherete un modesto canone, tanto più modesto perché i beni saranno in comproprietà; un altro userà l’auto quando a voi non serve, il vostro salotto quando voi siete fuori a consegnare le pizze. Sharing Economy, “condivisione”.

Questo mondo ideale del tutto a noleggio, va ricordato, richiede “Internet delle Cose”, quindi i 5G, e soprattutto la fine della famiglia, perché è lì, dalla “genitorialità patriarcale e spesso l’istituzione del matrimonio” col “lavoro riproduttivo così legato al gender”, che nasce la voglia di “proprietà fondiaria”da trasmettere ai figli e nipoti: biasimevole immobilizzo di capitale. Bisogna approfittare del coronavirus, scriveva un celebre articolo di Open Democracy (think tank d George Soros) per “ la sanificazione dello spazio fondamentalmente non sicuro che è proprietà privata”.

Qui ciascuno può leggere o rileggere il Progetto finale; anche con la traduzione automatica capirete quale è il “reset” che progettano per noi comuni mortali:

La crisi del coronavirus mostra che è tempo di abolire la famiglia

Cosa ci dice la pandemia sulla famiglia nucleare e la famiglia privata?

Sophie Lewis

https://www.opendemocracy.net/en/oureconomy/coronavirus-crisis-shows-its-time-abolish-family/

Così si può capire un articolo, apparentemente delirante, allucinato e allucinatorio, apparso su “7”, il settimanale del Corriere, il 6 giugno scorso. Dove si paventava la fine della “sharing economy” con queste espressioni:

Saremo padroni di biciclette? Il Coronavirus manda in crisi la Sharing Economy

L’emergenza sanitaria ha frenato la diffusione (che sembrava inarrestabile) dello sharing. Alcuni colossi dell’economia della condivisione hanno cominciato a licenziare. E fra i giovani si riaffaccia la tentazione della proprietà privata, già archivata perché superata, volgare, stupida. È la fine di un modello? Intanto si affaccia un nuovo concetto di leasing …. Macchine, biciclette, scooter, monopattini, case, spazi di lavoro: tutto, grazie a Internet, si condivide, niente si possiede”.

https://www.corriere.it/sette/attualita/20_giugno_05/saremo-padroni-biciclette-coronavirus-manda-crisi-sharing-economy-7a600206-a4e6-11ea-8ef6-a417ca68eeb2.shtml

Che dire? Un patetico-ridicolo tentativo di creare una moda, che già per “i millenials” la proprietà privata è “superata, volgare, stupida”. E chi lo scrive? Tale Micol Sarfatti,  discxendente dalla nota amante del duce . Una padroncina del discorso, propagandista del Progetto Soros, che ha sopravalutato il suo potere. Per realizzare la distopia che lei sogna, ci vuole la miseria dilagante, la costrizione di massa, il terrore della “prossima pandemia”.