Con i 200 mld€ di Scholtz che salvano solo l’industria tedesca, si condanna l’Italia

L’Italia è la seconda manifattura EU, dopo la Germania. Ancora per poco. La Germania infatti riduce coi 200 mld€ di sovvenzioni pubbliche fino a 2/3 circa il costo energetico per le sue imprese, in media circa il 50%. Mentre quelle italiane, con l’Italia stretta dentro Maastricht, possono solo chiudere! Non c’è altra scelta: bisogna ribaltare il tavolo EU (la fine dell’€ è improcrastinabile per l’Italia)

MittDolcino

L’amico Musso, assai arguto, ha fatto un ottimo intervento sull’argomento di cui al titolo, al LINK. La parte saliente è che, con l’aiuto statale di 200 mld €, più – aggiungiamo noi – il salvataggio di Uniper, altri 100 mld€ circa vuoto per pieno, lo Stato tedesco salva la manifattura germanica.

L’Italia invece non può farlo: i soliti paesi baltici, da sempre i più fidi esecutori degli ordini impartiti da Berlino, continuano a ripetere che l’Italia deve ridurre il debito, dunque nessun margine di manovra.

Un piano ben congegnato.

Infatti siamo ai titoli di coda: o si muore come economia, come vorrebbero i francesi ed i tedeschi, per spartirsi l’Italia. O si reagisce. Tertium non datur.

Riproponiamo il passaggio cruciale di Musso:


“Quanto alle imprese industriali, nei 16 mesi da gennaio pagheranno, per il 70 per cento dei propri consumi di gas, 0,07 euro/Kwh contro i circa 0,3 di mercato: in media 0,139 euro/Kwh, cioè il 46 per cento del prezzo di mercato. Un beneficio gigantesco.”


Inutile aggiungere altro.

Per l’Italia non resta che reagire. E per farlo, visti i nemici dichiarati vicini alla Penisola, restano gli alleati di sempre: gli USA.

Rilevo però che si sono persi i fondamentali dello status quo implosivo che stiamo vivendo, tra veti incrociati ed altre confusioni instillate dai media. Riteniamo invece che la faccenda sia oltremodo chiara, ormai.

Facciamo dunque un riassunto dei drivers del Reset in fieri prima di tutto in EUropa, anzi in primis in Italia, capofila dell’Occidente malato di “fine del capitalismo”:


L’EU voleva e vuole un Reset.
Il motivo è che non sta più in piedi, primo tassello del mondo capitalistico a saltare, in primis a causa dei vari INPS al collasso.
Per fare il Reset si devono azzerare filiere intere, trovare risorse alternative e… depopolare. Ovvero ridurre consumi e potenziali lamentele di chi ne ha titolo, contro un sistema suppostamente democratico a cui si appartiene che non mantiene le promesse prima di tutto previdenziali e di futuro per le nuove generazioni locali.
Invito infatti a verificare quali saranno i paesi più popolosi solo al 2035: i PVS – Paesi in Via di Sviluppo, che dunque non esporteranno più le loro materie prime fra qualche tempo.

Dunque l’EU deve cambiare paradigma: fusione fredda, in pratica, per l’energia, ad esempio.

Piccolo problema, oltre a petrolio/petroldollaro da sostituire/USA da ridimensionare: la fusione fredda, una realtà ormai, sebbene funzioni, resta altamente proliferativa (…).
Dunque la Germania avrebbe l’atomica, così.  Voi dareste l’atomica ai tedeschi? Io no.

A questo si aggiunge che, con cinica logica hegeliana, l’Europa tedesca punta alla selezione depopolativa, ecco perché la censura si abbatte prima di tutto sui fessi, così come la repressione.
Infatti, un continente che ha tecnologia di punta e ricerca avanzata può uscire vincente nella guerra competitiva dei prossimi 30 anni solo riducendo i consumi, ossia la popolazione, dato che non ha materie prime.
Parimenti l’EU pensa di poter avere rapporti di profitto con la Russia, nella transizione in corso, da qui la genesi del North Stream Bang...

Gli USA, per loro interessi, sono infatti contrari a questo neo-trend, visto che loro hanno le materie prime (in realtà le avrebbe anche l’Italia, ndr). Non perché gli USA siano francescani, ma perché è nel loro interesse gestire i trend, non subirli.
Parimenti tali loro interessi coincidono con quelli del 99% della popolazione EUropea, la classe media ad esempio,  che nel migliore dei casi verrà depredata del propri beni, Reset Player One insomma. Nella peggiore, vanno invece eliminati come bocche da sfamare superflue, se ignoranti, ovvero senza valore aggiunto soprattutto se con grandi crediti INPS.

Tutta gente da sostituire con emigrati senza contezza dei propri diritti.

Sappiate che l’Italia resta l’unico paese per dimensioni non eccessive, legami di sangue, asservimento, posizionamento strategico che oggi gli USA vorrebbero salvare, portandolo con se.

Perchè proprio l’Italia da salvare, lato USA?

Facile: salvando l’Italia fanno saltare l’EU. E se salvano l’Italia, Roma cancella l’accordo Belt & Road, fatto che sarebbe da solo una vittoria strategica inattesa e portentosa per Washington vs. Pechino.
Ovvero, se l’Italia se la gioca bene fa saltare il banco EU e globalista
Ma servono gli USA di Trump. O un presidente USA oriundo (…)

(qui mi fermo)


Come capite, quello che bolle in pentola è molto più grande di una semplice piccola guerra locale: è una disfida di sistemi, trattasi anche di tradimenti incrociati e di lotta per la sopravvivenza.

Stante che tutte le grandi rivoluzioni industriali ed economiche sono passate per grandi guerre, anche questa volta NON si farà eccezione. Andiamo a poco.

Sappiate solo che l’Italia, ambita da sempre, ha tre assi in mano ed un re: male che vada fa Full. Se va bene ha un poker.

Sempre che i giocatori romani non vengano corrotti dai soliti noti, ossia dagli avvoltoi Europei.

Ultimo appunto: come discutevamo con Nicoletta Forcheri stamane, l’Italia deve riprendere il suo naturale ruolo di faro per i rapporti Mediterranei. E’ infatti arrivato il momento di separare i destini dell’Europa centrale, di cui la Francia fa parte, da quelli che guardano all’Africa, con Italia, Spagna e Grecia.

Noi agli amici americani abbiamo detto chiaramente: -riprendiamo la Libya assieme e – facciamo saltare l’€, tornando alla lira Come contropartita si straccia l’accordo Belt & Road con la Cina, da sostituire con uno con gli USA Il resto lo vediamo dopo