Dopo gli assassinii del presidente John F. Kennedy e di suo fratello Robert, entrambi in rapporti burrascosi con i leader sionisti, nessun presidente degli Stati Uniti ha mai osato criticare o ritirare il suo sostegno alle avventure militari di Israele.
Prima di accennare all’assassinio del presidente Kennedy e a quello di suo fratello Robert, occorre spiegare che cosa è l’AIPAC (acronimo di American Israel Public Affairs Committee). Si tratta di un gruppo di pressione statunitense che sostiene con forza lo Stato di Israele, ed è considerato uno dei gruppi di interesse più potenti e influenti a Washington. AIPAC lavora per rafforzare e ampliare la relazione tra Stati Uniti e Israele, promuovendo e influenzando le decisioni politiche in favore di Israele e della sua sicurezza. AIPAC lavora con membri di entrambi i partiti politici statunitensi, il che lo rende un’organizzazione molto potente e influente. AIPAC conta oltre 3 milioni di membri negli Stati Uniti, provenienti da tutti i distretti del Congresso. I critici accusano AIPAC di avere una eccessiva influenza sulla politica estera statunitense e di esercitare pressioni indebite sul governo degli Stati Uniti. AIPAC sostiene fermamente i sostanziali aiuti statunitensi a Israele. Il Memorandum d’intesa del 2007 tra Stati Uniti e Israele stanziava 30 miliardi di dollari in aiuti finanziari e militari per Israele in 10 anni. AIPAC afferma che “l’assistenza statunitense a Israele serve gli interessi vitali della sicurezza nazionale degli Stati Uniti e promuove obiettivi critici della politica estera statunitense”.
AIPAC fu fondata (con il nome di American Zionist Committee for Public Affairs, AZCPA; poi chiamata AZC, American Zionist Council) nel 1954 da Isaiah L. Kenen, un lobbista del governo israeliano, in parte per contrastare le reazioni internazionali negative al massacro di Qibya, perpetrato in quell’anno da una unità delle forze speciali israeliane fondata e comandata da Ariel Sharon, il futuro Primo Ministro israeliano; nel massacro furono uccisi più di 69 civili palestinesi, due terzi dei quali erano donne e bambini, e furono distrutte 45 case, una scuola e una moschea. A guidare l’attacco contro il villaggio di Qibya in Cisgiordania, che era allora sotto il controllo giordano, fu lo stesso Ariel Sharon, il quale scrisse nel suo diario che “Qibya doveva essere un esempio per tutti”, e che ordinò “il massimo numero di uccisioni e danni alla proprietà”. I rapporti post-operativi parlano di irruzioni nelle case e di sgomberi con granate e spari.
■ ASSASSINIO DI JOHN F. KENNEDY – La giornalista statunitense Candace Owens ha rivisitato l’assassinio del presidente Kennedy e quello del fratello Robert, sottolineando che entrambi gli uomini avevano minacciato di costringere la potente lobby israeliana a ubbidire alle leggi degli Stati Uniti. In un suo programma televisivo che esponeva “la morsa della lobby israeliana sull’America”, Candace ha riferito che John F. Kennedy non solo inviò lettere insieme con il fratello Robert (all’epoca procuratore generale) per chiedere all’allora AZC (American Zionist Council, oggi AIPAC) di registrarsi come “agente straniero di Israele”; ma che John F. Kennedy stava anche conducendo la “battaglia delle lettere” con il primo ministro israeliano David Ben-Gurion, per costringere Israele a sottoporre a ispezione il suo programma segreto e illegale di armi nucleari.
La “battaglia delle lettere”, come è nota, documenta l’unico serio tentativo di frenare le ambizioni israeliane verso la supremazia nucleare regionale. L’archivio di queste comunicazioni è stato aperto nel 2019, rendendo pubblici 46 documenti segreti provenienti dall’Archivio per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, che descrivono in dettaglio il momento che ha quasi lasciato Israele isolato dagli Stati Uniti. La dottrina nucleare israeliana è unica per due motivi: 1. non ha mai ammesso di possedere armi nucleari; 2. ha anche una politica terrificante, quella di usarle per scatenare una guerra termonucleare globale in caso di minaccia di sconfitta militare. Questa è chiamata l’opzione Sansone, che prevede che Israele lancerà missili nucleari da sottomarini, da camion e da siti di stoccaggio contro qualsiasi grande città che riuscirà a colpire, se si troverà ad affrontare quella che descrive come una “minaccia esistenziale”.
A partire dall’aprile del 1963, Kennedy insistette affinché la leadership israeliana accettasse regolari ispezioni semestrali statunitensi al complesso nucleare israeliano di Dimona, nel deserto del Negev. Il primo ministro David Ben-Gurion e il suo successore, Levi Eshkol, cercarono di eludere ed evitare le ispezioni; ma Kennedy esercitò una pressione senza precedenti, informandoli senza mezzi termini, con un tono quasi da ultimatum, che “l’impegno e il sostegno di Washington a Israele” avrebbero potuto essere “seriamente compromessi” se il governo degli Stati Uniti non fosse riuscito a ottenere “informazioni affidabili” sul reattore di Dimona e sulle intenzioni nucleari di Israele. L’intero scambio di lettere e relative comunicazioni tra Kennedy, Ben-Gurion ed Eshkol, avvenuto in grande segretezza, illustra sia la tenacia di Kennedy sia la riluttanza dei leader israeliani sulla questione di Dimona.
Nel giugno 1963, John F. Kennedy inviò un “ultimatum” a Ben-Gurion, minacciando di porre completamente fine agli aiuti statunitensi a Israele. Ben-Gurion si rifiutò di rispondere e si dimise. Ciò scatenò l’ira degli israeliani. Cinque mesi dopo, il 22 novembre 1963, John F. Kennedy fu ucciso a colpi d’arma da fuoco e l’ultimatum fu dimenticato. Lyndon Johnson, succeduto a Kennedy, era profondamente filo-sionista. Da allora, nessun presidente degli Stati Uniti ha più minacciato di interrompere gli aiuti finanziari e militari a Israele, che ora sono incondizionati e rappresentano il maggiore aiuto che una nazione al mondo abbia mai ricevuto dagli Stati Uniti.
L’assassinio di John F. Kennedy fu uno spettacolare atto di terrore che traumatizzò il popolo americano. Da allora, nessun presidente degli Stati Uniti ha più cercato di frenare le azioni dei successivi leader di Israele.
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L’omicidio di Dallas inaugurava una drammatica stagione di sangue, culminata nel 1968 con l’assassinio di Martin Luther King e di Robert F. Kennedy. L’uccisione, nel giro di pochi anni, di tre personalità di spicco della politica statunitense inabissava la speranza di una società più giusta e solidale, ispirata ai valori del celebre discorso «I have a dream», tenuto da Martin Luther King il 28 agosto 1963 a Washington, o a quelli del famoso discorso sul PIL di Robert Kennedy del 18 marzo 1968 all’Università del Kansas.
■ ASSASSINIO DI ROBERT F. KENNEDY – Mentre Robert F. Kennedy insisteva affinché l’AZC (l’American Zionist Council, oggi AIPAC) si registrasse presso il FARA (Foreign Agents Registration Act, che era stato approvato per proteggere l’attività legislativa e bellica statunitense dall’influenza straniera), ricevette una lettera inviatagli nel luglio del 1963 da Donald Rumsfeld che gli sconsigliava di farlo. Parlando a nome di “diversi elettori attenti e stimati”, Rumsfeld avvisava Robert F. Kennedy che la decisione di registrare la lobby israeliana insieme a tutti gli altri gruppi stranieri che cercavano di influenzare i politici statunitensi “rischierebbe di offendere l’opinione pubblica ebraica negli Stati Uniti”. Anche Robert F. Kennedy fu assassinato, colpito a morte il 6 giugno 1968. Fu l’ultimo procuratore generale degli Stati Uniti a tentare di registrare la lobby israeliana come ‘agente straniero’. Qui sotto, la lettera inviata da Donald Rumsfeld a Robert F. Kennedy.
Di seguito, riporto alcuni collegamenti ad articoli pubblicati dal National Security Archive e ad altri siti, cui si fa riferimento sopra.
ü https://nsarchive.gwu.edu/briefing-book/nuclear-vault/2016-04-21/concerned-about-nuclear-weapons-potential-john-f-kennedy “Concerned About Nuclear Weapons Potential, John F. Kennedy Pushed for Inspection of Israel Nuclear Facilities” (“Preoccupato per il potenziale delle armi nucleari, John F. Kennedy spinse per l’ispezione degli impianti nucleari israeliani”).
ü https://nsarchive2.gwu.edu/nukevault/ebb510/ “The U.S. Discovery of Israel’s Secret Nuclear Project” (“La scoperta da parte degli Stati Uniti del progetto nucleare segreto di Israele”).
ü https://www.youtube.com/watch?v=0SSHm8eKXfA “Israel’s Second 9/11: How Zionism Conquered JFK, America, and Palestine” (“Il secondo 11 settembre di Israele: come il sionismo ha conquistato JFK, l’America e la Palestina”).
ü https://www.lifesitenews.com/analysis/how-the-kennedy-assassinations-ushered-in-a-zionist-occupation-of-america/ “How the Kennedy assassinations ushered in a Zionist occupation of America” (“Come gli assassinii dei Kennedy inaugurarono l’occupazione sionista dell’America”).
ü https://www.lifesitenews.com/opinion/watch-candace-owens-exposes-the-israel-lobbys-stranglehold-on-america/ “WATCH: Candace Owens exposes the Israel lobby’s stranglehold on America” (“GUARDA: Candace Owens denuncia la morsa della lobby israeliana sull’America”).
ü https://nsarchive.gwu.edu/briefing-book/nuclear-vault/2019-05-02/battle-letters-1963-john-f-kennedy-david-ben-gurion-levi-eshkol-us-inspections-dimona “The Battle of the Letters, 1963: John F. Kennedy, David Ben-Gurion, Levi Eshkol, and the U.S. Inspections of Dimona” (“La battaglia delle lettere, 1963: John F. Kennedy, David Ben-Gurion, Levi Eshkol e le ispezioni statunitensi di Dimona”). (Nel 1963 Kennedy avvisò i leader israeliani che “l’impegno e il sostegno” degli Stati Uniti avrebbero potuto essere “seriamente compromessi” in assenza della ispezione al reattore nucleare di Dimona. L’intelligence statunitense stimava che, entro la metà degli anni Sessanta, il reattore di Dimona avrebbe potuto produrre abbastanza plutonio per “una o due armi atomiche all’anno”.)
ü https://www.lifesitenews.com/opinion/ted-cruz-tries-to-use-scripture-to-justify-war-with-iran-tucker-carlson-isnt-buying-it/?utm_source=featured-news&utm_campaign=usa “Ted Cruz tries to use Scripture to justify war with Iran. Tucker Carlson isn’t buying it” (“Ted Cruz cerca di usare le Scritture per giustificare la guerra con l’Iran. Tucker Carlson non è d’accordo”). Questo articolo contiene “l’intervista completa, del 18 giugno 2025, di Tucker Carlson a Ted Cruz: uno dei documenti più rivelatori sull’America moderna che probabilmente vi capiterà di vedere. Questa intervista mostra un uomo intelligente [Ted Cruz] che sostiene la bontà del male. Nel farlo, Cruz dimostra come e perché gli Stati Uniti siano arrivati, come dice Carlson, «sull’orlo della guerra» in Medio Oriente – ancora una volta. Non si tratta solo di Israele e della sua campagna militare che dura da decenni per raggiungere questo obiettivo. La questione è più profonda del semplice fatto che Cruz neghi che la lobby israeliana, che lo paga, lavori per Israele. È la storia di come gli Stati Uniti siano stati completamente corrotti da una macchina di morte che ha preso il controllo della sua politica, della sua economia, dei suoi media, e ha sovvertito persino il messaggio di Cristo per vendere una guerra permanente agli americani.”
Netanyahu aveva dichiarato al Congresso degli Stati Uniti che la rimozione di Saddam Hussein, Muammar Gheddafi e Bashar al-Assad avrebbe portato a una nuova era di pace e stabilità in Medio Oriente. Lo affermò nel suo discorso al Congresso USA del 12 settembre 2002. Ventitré anni dopo, siamo sull’orlo di una nuova guerra mondiale. ‘Misteriosamente’, nessun presidente degli Stati Uniti è intervenuto per dire di no a Israele negli ultimi sessant’anni.
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“The International Jew: The World’s Foremost Problem“, published on May 22, 1920. (“L’ebreo internazionale – Il problema più importante del mondo” è una raccolta in quattro volumi di articoli originariamente pubblicati a puntate sul quotidiano Dearborn Independent di Henry Ford, a partire dal 22 maggio 1920.)
Autore: Henry Ford (1863-1947), fondatore della Ford Motor Company, società produttrice di automobili, ancora oggi una delle maggiori del settore negli Stati Uniti e nel mondo, e uno dei maggiori esponenti dell’organizzazione scientifica del lavoro.
Qui il collegamento per visionare i volumi: https://en.wikisource.org/wiki/The_International_Jew. Con il traduttore automatico online possono essere comodamente letti.
Nel Volume 1, al capitolo 20, che tratta la “Testimonianza ebraica a favore del bolscevismo”, leggiamo: “Il signor Cohan, sul quotidiano Communist, nell’aprile del 1919, affermò: “Senza esagerare, si può dire che la grande rivoluzione sociale russa [del 1917 che portò al rovesciamento dell’Impero russo e alla nascita della Unione Sovietica] sia stata effettivamente compiuta dalle mani degli ebrei. Le masse oscure e oppresse degli operai e dei contadini russi sarebbero state in grado di scrollarsi di dosso da sole il giogo della borghesia? No, furono proprio gli ebrei a guidare il proletariato russo agli albori dell’Internazionale e, non solo hanno guidato, ma guidano anche ora la causa sovietica che rimane nelle loro mani sicure. Possiamo stare tranquilli finché il comando supremo dell’Armata Rossa è nelle mani del compagno Lev Trotsky. È vero che non ci sono ebrei nelle file dell’Armata Rossa per quanto riguarda i soldati semplici; ma nei comitati e nelle organizzazioni sovietiche, come commissari, gli ebrei stanno coraggiosamente guidando le masse del proletariato russo alla vittoria. Non è senza ragione che, durante le elezioni di tutte le istituzioni sovietiche, gli ebrei vincono con una schiacciante maggioranza. Il simbolo dell’ebraismo, che per secoli ha lottato contro il capitalismo, è diventato anche il simbolo del proletariato russo, che si può vedere persino nell’adozione della stella rossa a cinque punte, che in passato, come è noto, era il simbolo del sionismo e dell’ebraismo. Con questo segno arriva la vittoria, con questo segno arriva la morte dei parassiti della borghesia. Le lacrime ebraiche sgorgheranno da loro in sudore di gocce di sangue.”
Questa confessione, o meglio questa vanteria, è notevole per la sua completezza. Gli ebrei, dice il signor Cohan, hanno il controllo delle masse russe, masse russe che non si sono mai ribellate […]. Gli ebrei non sono nell’Armata Rossa, ci informa il signor Cohan, ovvero tra le file dove si combatte effettivamente […]. La strategia del Programma Mondiale è quella di mandare i gentili [non ebrei] a uccidere i gentili. Questo era il vanto ebraico durante i vari disastri sociali francesi [le conseguenze della Rivoluzione Francese], ovvero che così tanti francesi fossero stati mandati a uccidersi a vicenda.
Nella guerra mondiale appena trascorsa, i gentili uccisi dai gentili furono tanti quanti gli ebrei nel mondo. Fu una grande vittoria per Israele. «Le lacrime degli ebrei sgorgheranno da loro come sudore di gocce di sangue».
Ma gli ebrei sono in posizioni di controllo e sicurezza, afferma il signor Cohan, e ha assolutamente ragione. La cosa sorprendente è che sia stato così onesto da dirlo.
Quanto alle cosiddette elezioni, in cui gli ebrei vengono eletti all’unanimità, la letteratura bolscevica è molto esplicita. Coloro che votarono contro i candidati ebrei furono giudicati «nemici della rivoluzione» e giustiziati. Non ci vollero molte esecuzioni in un seggio elettorale per rendere tutte le elezioni unanimi.
Il signor Cohan è particolarmente istruttivo sul significato della Stella Rossa, l’emblema a cinque punte del bolscevismo. «Il simbolo dell’ebraismo», afferma, «è diventato anche il simbolo del proletariato russo».
La Stella di David, emblema nazionale ebraico, è una stella a sei punte, formata da due triangoli, uno in posizione di base e l’altro in posizione di vertice. Privati delle linee di base, questi triangoli si avvicinano al familiare emblema massonico della squadra e del compasso. È di questa Stella di David che un osservatore ebreo in Palestina osserva che ce ne sono così poche tra le tombe dei soldati britannici che conquistarono la Palestina nella recente guerra; la maggior parte dei segni è la familiare Croce di legno. Queste Croci sono ora considerate sgradite ai nuovi governanti della Palestina, perché sono così chiaramente visibili al visitatore che si avvicina alla nuova università ebraica. Come nella Russia sovietica, così in Palestina non molti ebrei sacrificarono la vita per la causa: c’erano molti gentili a quello scopo.
Poiché l’ebreo è un maestro nell’arte del simbolismo, non è forse privo di significato che la Stella Bolscevica abbia un punto in meno della Stella di David. C’è infatti ancora un punto da realizzare nel Programma Mondiale delineato nei Protocolli: l’intronizzazione del «nostro leader» [il ‘messia’ atteso dal popolo giudaico talmudico]. Quando arriverà, l’Autocrate Mondiale per il quale è concepito l’intero programma, si potrà aggiungere la sesta punta.
Le Cinque Punte della Stella, ora apparentemente assicurate, sono la Borsa, la Stampa, la Parità, la Palestina e il Proletarismo. La sesta punta sarà il Principe d’Israele.”
Dal capitolo 35 del Volume 2, che tratta il tema: “I diritti degli ebrei si scontrano con i diritti degli americani”, leggiamo: “Gli ebrei non sono il popolo dell’Antico Testamento, e l’Antico Testamento, la loro Bibbia, è difficile da trovare tra di loro. Sono un popolo talmudico che ha preferito i volumi di speculazione rabbinica alle parole dei loro antichi profeti.” “[I] «diritti ebraici» sembrano riassumersi nel «diritto» di bandire dalla propria vista e dal proprio udito qualsiasi cosa che anche solo suggerisca il Cristianesimo o il suo Fondatore. È proprio lì, da parte ebraica, che l’intolleranza religiosa fa la sua comparsa.” “Togliete il Padre Nostro e alcune opere di Shakespeare dalle scuole pubbliche; ma collocate tribunali ebraici negli edifici pubblici: è così che funziona. La secolarizzazione è propedeutica alla giudaizzazione.”
Nel Volume 3, che tratta “L’influenza ebraica nella vita americana”, si trova il capitolo 51 così titolato: “Il sionismo ebraico porterà l’Armageddon?”, da cui sono tratti i seguenti brani: “La situazione razziale in Palestina è attualmente molto delicata. Gli americani non la capiscono. La propaganda sionista è sempre stata accettata, partendo dal presupposto che la Palestina sia terra degli ebrei e che abbiano solo bisogno di aiuto per tornare. È un fatto storico e politico che la Palestina non sia più terra degli ebrei da oltre 2000 anni. In Palestina ci sono 500.000 musulmani, 105.000 cristiani e 65.000 ebrei. L’industria del territorio è l’agricoltura. Vi sono impegnati il 69% dei musulmani, il 46% dei cristiani e il 19% degli ebrei. Né numericamente né industrialmente hanno mai occupato il territorio. Eppure, a seguito di un patto di guerra, esso viene consegnato loro senza riguardo per gli abitanti nativi, come se il Belgio fosse stato ceduto al Messico. […]
La Dichiarazione Balfour [del 2 novembre 1917 è un documento ufficiale della politica del governo britannico in merito alla spartizione dell’Impero ottomano, da realizzarsi all’indomani della Prima guerra mondiale], così come i termini del Mandato adottati a Sanremo [il mandato sulla Palestina, conferito alla Gran Bretagna dalla Società delle Nazioni, formalizzato alla Conferenza di Sanremo nel 1920], riconoscevano i diritti delle popolazioni indigene. In effetti, chiunque conosca le popolazioni indigene della Palestina da 2000 anni ne riconosce i diritti, tutti tranne gli ebrei. Betlemme era una città cristiana, come si addice al luogo di nascita di Cristo. Eppure gli ebrei hanno fatto in modo che 2000 betlemmiti lasciassero la Palestina piuttosto che sottomettersi a ciò che vedono arrivare.”
«Lasciateli andare via!» dice Israel Zangwill. «Dobbiamo persuaderli gentilmente a ‘camminare’ [=a ‘nomadare’]. Dopotutto, hanno tutta l’Arabia con i suoi milioni di miglia quadrate, e Israele non ne ha un centimetro quadrato. Non c’è una ragione particolare per cui gli arabi debbano aggrapparsi a quei pochi chilometri. Ripiegare le tende e sgattaiolare via in silenzio è la loro proverbiale abitudine; che la dimostrino ora». […] Gli americani sono nella loro terra da meno di 150 anni come nazione, e ci sono la Cina e l’Arabia o la Siberia dove potremmo andare se volessimo, ma preferiamo il nostro Paese, e così fanno le popolazioni indigene della Palestina, che vi risiedono da 2000 anni. Le sentinelle sulle torri del mondo sono allarmate da ciò che sembra fermentare nel calderone geografico di Giuda.” [THE DEARBORN INDEPENDENT, numero del 28 maggio 1921]
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Frutti buoni e frutti cattivi. Alberi buoni e alberi cattivi.
“Li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così, ogni albero buono fa frutti buoni, ma l’albero cattivo fa frutti cattivi.” (Matteo 7:16-17)
Questo è l’articolo del giornale Israel HaYom, il secondo quotidiano israeliano per diffusione nel Paese, che ha pubblicato lo scandalo dei bambini seviziati durante cerimonie rituali in Israele. Il titolo dell’articolo recita: “Il fondo dell’oscurità: i bambini violentati durante cerimonie rituali svelano gli orrori.” I terribili abusi sono stati portati a conoscenza del Parlamento israeliano (Knesset) il 3 giugno 2025. L’attacco all’Iran da parte di ‘Israele’ è avvenuto 10 giorni dopo.