Attacco hacker al monopolio della steak – carenze e rincari

Che misteriosi,  questi   mai identificati  hackers  che stanno prendendo di mira le fonti di approvvigionamento  strategiche negli Stati Uniti. Ai primi di maggio, col loro non mai  spiegato “attacco informatico”, hanno fatto chiudere la Colonial Pipeline, l’enorme oleodotto che porta benzina e carburante raffinato nell’intera area  sud-orientale degli Usa, ponendo le  premesse per la scarsità e il razionamento.

Adesso (saranno gli  stessi?  “Hackers russi” anche questa volta) hanno attaccato informaticamente JBS,  “la più grande azienda di trattamento carni del mondo”,  la cui sede sociale è  nell’insignificante cittadina di Greely, Colorado,  ma che ha   decine di enormi stabilimenti  di macelleria industriale, dove arrivano gli animali vivi  ed escono i tagli e le hamburger  surgelati;  da sola controlla un quarto della carne bovina in America:  patologia della concentrazione capitalistica  persino nella macelleria,  un altro  semi-monopolio  (della  bistecca)  che scopriamo solo adesso  appunto perché ha subito l’ultimo “attacco informatico” , e  questo è bastato per provocare la chiusura di  ben 13 dei suoi  mega-stabilimenti di macellazione.

 

Diamo la parola a Bloomberg:

Bloomberg News  riporta che un funzionario della United Food & Commercial Workers ha indicato che tutti gli stabilimenti di carne statunitensi di JBS sono stati chiusi a causa di un attacco ransomware durante il fine settimana.

Secondo CBS News, JBS ha interrotto le operazioni in 13 dei suoi impianti di elaborazione. Di seguito l’elenco completo delle chiusure degli impianti”.

Spiega Zero Hedge: “L’attacco ransomware JBS è una minaccia per l’approvvigionamento alimentare degli Stati Uniti, poiché la più grande azienda di carne bovina del mondo controlla circa un quarto del mercato della carne bovina statunitense. Se JBS non può macellare bovini o maiali per un periodo prolungato,  già  nel giro di pochi giorni, potrebbero svilupparsi carenze e i prezzi potrebbero aumentare.

Ricordiamo ciò che è accaduto tre settimane fa durante l’attacco ransomware della Colonial Pipeline Co. che ha provocato carenze, impennata dei prezzi della benzina  e accumulo di panico.  Le tendenze di  per “carenza di carne” sono già alle stelle. All’inizio del mese, gli hacker hanno  attaccato  il più grande operatore di gasdotti degli Stati Uniti, paralizzando le infrastrutture energetiche della costa orientale, provocando interruzioni nei flussi di carburante, facendo salire i prezzi della benzina alla pompa ai massimi pluriennali. La notizia dell’hack ha portato a fenomeni di  panico  da parte di persone preoccupate”.

I nostri lettori,  ben informati, avranno modo di ripercorrere la “strana lettera dal Canada” che apparentemente contiene  la tabella di marcia della “gestione  dello stato d’eccezione” col il pretesto della pandemia; esso prevede

Interruzioni della catena di approvvigionamento previste, carenza di scorte, grande instabilità economica. Previsto per la fine del secondo trimestre del 2021.

Verrebbe quasi da sospettare  che, essendosi  per i suoi spiriti animali l’economia Usa  ripresa più robustamente e rapidamente di quanto da lorsignori desiderato,  questi   hackers misteriosi  si stiano adoperando per provocare  o aggravare artificialmente la “carenza di scorte” di cui sopra.  Naturalmente il vostro cronista prende energicamente le distanze da questa teoria del complotto –  almeno fino al  giorno  in cui sarà confermata dal mainstream che adesso la bolla come fake, com’è avvenuto per la storia del coronavirus   che è stato “fabbricato”  volontariamente  a Wuhan, che prima era vietato dire, oggi invece è  bisogna dire perché la “narrativa” si è modificata in versione anti-cinese.

Carenze si accompagna a rincari. In questo si segnala lo Stato del Michigan, che per lo scopo nobilissimo di ridurre  il CO2, e contribuire  alla de carbonizzazione, ha dato il via ad un aumento del 50% – dicesi 50  per cento  – dell’elettricità nelle ore di punta al milione e mezzo di utenti della Consumers  ENErgy:  in ciò imitando stranamente le direttive della Unione Europea,  che penalizza l’emissione di  di  combustibile da riscaldamento e trasporto in modo esoso, onde ridurne l’uso.

Il punto, come rileva l’analista supremo di Bloomberg,  è che “Negli Stati Uniti, i lockdown  della pandemia stanno volgendo al termine e con essi è iniziata una massiccia ripresa economica. Il parallelo più vicino è il dopoguerra. Quella volta ha portato a un massiccio ‘reset’ sociale in termini di occupazione, alloggi, infrastrutture, salari e mercati finanziari – proprio come adesso”, ha affermato Barry Ritholtz in un articolo di “ Bloomberg ” ( QUI un video)”. Bisogna che anche  questa volta si produca  la situazione descritta nel libro “Winner-Take-All Society” (La società del chi-vince-prende-tutto) di Robert H. Frank e Philip J. Cook è stato pubblicato per la prima volta nel 1995. Descrive un'”economia pesante”. “Ritholtz afferma:” A quel tempo le 50 aziende più grandi del mondo avevano un valore totale di circa il cinque percento del prodotto interno lordo globale. Oggi le 50 aziende più grandi rappresentano il 28 percento del PIL mondiale. Il grande può diventare più grande? Difficile da capire, ma era sicuramente l’ultima tendenza”.

Vadano in malora le loro   macchinazioni!