i Giudici….
A due anni dalla chiusura delle indagini e a cinque anni dai fatti, risalenti al 2019, la Procura di Milano ha chiesto il 20 giugno 2024 l’archiviazione con formula piena, in quanto il fatto non sussiste, per il reato di finanziamento illecito contestato ad Armando Siri. Non solo i prestiti concessi a Siri non erano illeciti, ma erano normali prestiti bancari concessi a un cittadino, che nulla avevano da spartire con la sua attività politica (all’epoca era senatore per la Lega di Salvini).
L’ex senatore era, sempre dal 2019, coinvolto in una seconda inchiesta.
Questa seconda inchiesta, nata a Palermo e trasferita in Procura a Roma, accusava il leghista di aver accettato denaro per far passare una norma (mai approvata) sulle energie rinnovabili. L’accusa dei pm romani per Siri era di aver, nella sua «duplice veste di senatore della Repubblica e sottosegretario alle Infrastrutture» e nella «qualità di pubblico ufficiale», «asservito con le sue funzioni e i suoi poteri a interessi privati».
L’accusa nasceva da un’intercettazione telefonica, anche se non proveniente dal telefono di Siri. A causa del fatto che un altro politico ha fatto al telefono il nome di Siri in una discussione con suo figlio (Paolo Arata e Franco Arata), in riferimento a una presunta tangente che si voleva consegnare a Siri per ottenere un favore… è partita l’inchiesta e il suo nome è finito sui giornali. I media hanno fatto il resto: tonnellate di niente sono state riversate nel nulla. Ovviamente, anche in questo caso non esisteva alcuna prova, bensì solo illazioni, perché non c’è mai stata prova che la “mazzetta” sia stata consegnata e nemmeno che Siri abbia mai direttamente ricevuto la proposta. Ma intanto l’inchiesta si è trascinata per 5 anni, e il battage mediatico scatenato dai telegiornali nel 2019 ha fatto sì che Siri – l’uomo della FLAT TAX e mentore delle coraggiose scelte di Salvini di quei mesi (gli unici mesi in cui Salvini ha espresso idee di un certo spessore) – alla fine sia stato allontanato dal Governo con un decreto del premier Conte e del ministro Danilo Toninelli (un uomo che non esiterei a definire inutile, sia per l’evoluzione che per l’involuzione di questo globo!).
Finalmente Armando Siri ha smesso di stazionare in questo limbo, dopo aver atteso con buddhistica pazienza per più di 5 anni!
Da diverso tempo oramai i giornali non parlano più di lui né delle sue idee per far rinascere l’Italia. Nel frattempo ha anche scritto numerosi libri (l’ultimo si intitola “A tutto c’è un perché – Le risposte che l’intelligenza artificiale non ti può dare”) e se li leggete potete capire perché avrebbe davvero potuto cambiare le cose, ma non gliel’hanno lasciato fare.
Nell’immaginario delle persone, per quei pochi che ancora se lo ricordano, è rimasto uno dei tanti corrotti della politica, schiacciato dall’ingranaggio politico/mediatico… proprio pochi mesi dopo la sua elezione. Un altro di cui nessuno sentirà la mancanza.
Questo è il monito che il sistema invia costantemente a tutti noi: «Non dimenticate cosa succede a chi osa alzare la testa!».
Il chiodo che spicca sugli altri, sarà il primo ad essere colpito dal martello!
Ma tu non mollare, Armando.
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