Una tesi originale su guerre e modermismo

Padre Giulio MariaTam

titolo originale:

C’è la guerra in Ucraina, cosa succede?

Può essere la IIIa guerre mondiale e atomica, La Salette e Fatima ci avvisano, prima o poi il castigo arriva.

 Vi propongo un’altra possibilità: da 60 anni, dal 1963: “la crisi di Cuba”, il pericolo della guerra è stato il pretesto e il metodo per permettere ai Papi modernisti di “salvare” l’umanità e così poter cambiare la dottrina cattolica impunemente.

Con l’Ucraina sarà la quarta volta.

La prima fu la “crisi di Cuba” e Giovanni XXIII con l’enciclica “Pacem in terris” salvò dalla guerra atomica.

Poi il mondialismo attribuisce a Giovanni XXIII e Paolo VI, con il Concilio Vaticano II che accetta i principi liberali di Libertà, Uguaglianza e Fraternità, l’effettiva caduta del Comunismo sovietico e del Muro di Berlino.

Poi attribuiscono al Congresso di tutte le religioni ad Assisi di Giovanni Paolo II l’effettiva fine della guerra in Libano.

Il mondialismo liberale e marxista vuole ormai la Rivoluzione anche nella Chiesa, e perchè la base cattolica accetti più facilmente il cambio della dottrina, quindi l’apostasia, lo stesso mondialismo crea dei teatri da IIIa guerra mondiale e offre ai papi modernisti di presentarsi come i salvatori della pace, dando loro una “verginità” per far accettare, con meno resistenze,i cambi nella Fede cattolica.

Non è impossibile, allora, che fra qualche tempo papa Francesco e il patriarca Cirillo si uniscano in Ucraina o ad Assisi chiedendo la pace, e finisca la guerra in Ucraina.Il mondialismo avrà così creato un credito a papa Francesco, una “verginità” perchè possa fare nuove Rivoluzioni nella Chiesa, che sta già preparando, come introdurre la democrazia con la Sinodalità, per cui sarà il popolo di Dio che deciderà la dottrina e il papa non farà altro che approvarla, come S.Pio X ci ha avvisati con l’Enciclica “Pascendi“, discutendo e votando su temi come i preti sposati, le donne sacerdote, la benedizione degli omosessuali, la comunione ai divorziati risposati, ecc…

La cosa interessante e inedita è che adesso l’Osservatore Romano lo fa sapere apertamente, come vedrete nelle citazioni più sotto.

Come capire? Il metodo storico, per non sbagliare, è sempre quello di verificre i fatti: veri o no, poi spiegare l’attualità alla luce delle verità storiche sicure, scontate, il contrario non è ragionevole, anche se la disinformazione ci fa vedere e credere altre cose,

ma è il suo obbiettivo.

Quali sono le verità storiche indiscutibili?

  1. Dio esiste, (per chi non lo sa e non crede la storia allora non ha nessun senso).  Si o no?
  2. La storia è la guerra fra N.S. Gesù Cristo e Satana. Si o no?
  3. Satana, con la Rivoluzione, d 6 secoli vuole distruggere la Chiesa.  Si o no?
  4. Gli ultimi 6 secoli sono la distruzione progressiva della Cristianità storica attraverso 4 Rivoluzioni: la Rivoluzione umanista, la Rivoluzione Protestante, la Rivoluzione liberale e la Rivoluzione marxista. Si o no?
  5. Iveri capi delle Rivoluzioni si sono ogni volta concentrati sulla Rivoluzione del momento per farla riuscire, e ci sono riusciti. Si o no?
  6. Con il Concilio Vaticano II, per la prima volta nella storia, il demonio e i suoi uomini hanno introdotto nella Chiesa cattolica i principi liberali-massonici di Libertà, con la libertà religiosa, di Uguaglianza, con la collegialità, e Fraternita con l’ecumenismo. Si o no?

Come non credere che, anche adesso, i capi della Rivoluzione mondiale non si concentrino a far riuscire o intrattenere il più a lungo possibile la Rivoluzione nella Chiesa, sapendo meglio di tanti altri, che comunque Dio li scaccerà, “con le buone o con le cattive“, perchè c’è la promessa: “Le porte dell’inferno non prevarranno”?

Si potrebbe dire che la Chiesa Cattolica non è così importante da essere l’obbiettivo attuale della Rivoluzione, però ricordiamoci che la Rivoluzione Liberale, che ha laicizzato l’Occidente, ha solo 230 anni, dalla Rivoluzione francese, e la Rivoluzione Marxista, con URSS, Cina ecc. solo 170 anni, da Carlo Marx, mentre la Chiesa cattolica ha 2000 anni. e ha la promessa di Dio ” non prevarranno“.

Per il demonio, che dirige la Rivoluzione mondiale attraverso i suoi uomini, è la cosa più importante che è riuscito a fare, cioè per la prima volta in 2000 anni ha usato i papi per introdurre nella Chiesa i suoi errori.

La Chiesa Cattolica è la più grande società umana, in Occidente, che fino a Pio XII si affermava come la verità oggettiva, e non aveva accettato i principi liberali di Libertà, Uguaglianza, Fraternità, e quindi non riconosceva l’uguaglianza di tutte le idee e religioni, con la conseguenza politica che il democratico 51% del Parlamento decide la “verità”.

Il Magistero dei Papi dal 1800 fino a Pio XII,  condanna il Liberalismo, che negando il Dogma della Regalità sociale di N.S. Gesù Cristo, con la sua dottrina dello Stato laico, fa perdere la Fede e l’eternità ai cristiani.

Allora fino a Pio XII La Rivoluzione castiga la Chiesa con le persecuzione violenta: URSS, Cina, Spagna 1936, fino agli anni ’60 quando il Viet-Nam, con molti cattolici, cadrà in mano al comunismo.

Cosa deve fare la Chiesa perchè finisca la persecuzione in Occidente? Accettere i principi del Liberalismo.

Col Concilio Vaticano II i papi cedono sulla Fede, insegnando il contrario di 260 Romani Pontefici e, per la prima volta nella storia della Chiesa, il demonio introduce in Essa i suoi gli errori, proclamati dai papi stessi: Libertà religiosa, collegialità e ecumenismo. Gli uomini di Chiesa adesso invece di predicare che la Fede cattolica è l’unica vera fede come comanda Dio N. Signore: “Tu sei Pietro e sopra questa pietra fonderò la Mia Chiesa…Andate e ammaestrate tutte le nazioni battezzandole…”, cercano di condividere con le altre religioni solo quello che c’è in comune, e tutto sotto il pretesto della pace e del pericolo della guerra.

Come cambiare la Chiesa?: Cambiando la dottrina e la struttura.

Il marxista Antonio Gramsci ha visto chiaro e ha detto : “ La forza della Chiesa è la sua unità dottrinale e la sua struttura gerarchica“. Cambiare la dottrina cattolica e democratizzare la struttura della Chiesa.

Come ottenere il risultato : usando il pericolo della guerra atomica.

Riflettete  sulla dichiarazione dei vescovi della Slovacchia del 1984, Lettera della conferenza episcopale slovena Osservatore Romano, 29.02. 1984: «Noi viviamo un’epoca molto pericolosa, l’era atomica. Non vi è altra salvezza che quella che viene dalla fraternità universale».

Forse non ci crederete, ma sull’Osservatore Romano si comincia a riconoscere ufficialmente apertamente e finalmente che il pericolo della guerra è stato il pretesto e il metodo per permettere ai Papi liberali di cambiare la dottrina cattolica. Se lo dicono loro, credeteci!

Qui vi diamo i testi dell’Osservatore Romano dove lo riconoscono ufficialmete.

LA CRISI DI CUBA

Il pericolo della guerra nucleare fra USA e URSS: “la crisi di Cuba“, ha dato l’occasione:

a Giovanni XXIII di teorizzare nella “Pacem in terris” l’unione al di sopra delle differenze, questa è la dottrina liberale. E’ la prima volta, in 2000 anni, che un papa insegna questo errore. Fino a Pio XII la Chiesa si è sempre affermata come la verità oggettiva e che non c’è unione possibile al di fuori della verità oggettiva. Però il mondo moderno, liberale, insegna la libertà e l’uguaglianza di tutte le idee e religioni, e siccome la Chiesa, fino a Pio XII non accetta questi principi, allora la Rivoluzione mondiale usa il braccio violento del Comunismo per perseguitare la Chiesa.

Il papa Francesco, O.R. 04.10.2013:« I più anziani tra noi ricordiamo l’epoca della Enciclica “Pacem in terris”. Era l’apice della cosiddetta “ guerra fredda”. Alla fine del 1962 l’umanità si era trovata sull’orlo di un conflitto atomico mondiale, e il Papa elevò un drammatico e accorato appello di pace a tutti coloro che avevano la responsabilità del potere

[ Per la prima volta dopo Pio XII la Chiesa non si afferma più come la verità oggettiva e si accetta la dottrina liberale di unirsi al di sopra delle differenze. Ciò verrà ufficialmente dichiarato dal Vaticano II  col decreto sulla Libertà religiosa. Ciò nega il dogma della Regalità sociale di Cristo. Pio XI nella ”Quas primas” dice: “ è un dogma“.]

in fondo l’appello di pace di Giovanni XXIII nel 1962 mirava a orientare il dibattito internazionale secondo queste virtù. [ allora la Rivoluzione mondiale fa cadere la minaccia di guerra]».

La “teoria di Cuba”sotto il pontificato di papa Benedetto XVI:

Cardinal Walter Kasper, O.R 12.04.2013:«Era l’epoca della guerra fredda; l’anno prima dell’inizio del concilio era stato costruito il Muro di Berlino [Dopo il Concilio cade il comunismo sovietico, pero resta il marxismo] e, durante il periodo della prima sessione, il mondo, a causa della crisi di Cuba, si ritrovò sull’orlo del baratro della guerra atomica Lo stesso vale per le indicazioni sociali ed etiche di Papa Giovanni Paolo II per l’attuazione della libertà religiosa mediante la recissione di concordati che collidevano contro di essa,

[Qui si riconosce quello che ci ripeteva Mons. Lefebvre, cioè che sono stati i papi conciliari a volere che si togliesse la Religione cattolica come religione di Stato nei Concordati in italia, Spagna, ecc. Lo stesso Oss.Romano lo riconosce apertamente, vedi Doc Riv. Chiesa n° 11, O.R. 09.11.2011]

infine riguardo alla “ politica” dei diritti umani, con cui Giovanni Paolo II ha fornito un contributo essenziale alla sconfitta delle dittature comuniste dell’Europa Orientale [ Per capire, qui ci spiegano che la Rivoluzione mondiale ha tolto il braccio violento comunista perché la Chiesa ha accettato con il Concilio i principi rivoluzionari di libertà, uguaglianza e fraternità, come documentiamo da 30 anni nella nostra “Documentazione della Rivoluzione nella Chiesa“]».

Andrea Possieri, O.R. 11.04.2013: «Giovanni della pace…“ Pacem in terris” del 1963 di Giovanni XXIII ebbe un’accoglienza senza uguali sulla stampa internazionale … i giornali di tutti i Paesi dagli Stati Uniti all’Unione Sovietica [sic]… dedicarono alla pubblicazione dell’enciclica un larghissimo spazio … persino i quotidiani dell’Europa dell’Est finirono per applaudire Giovanni XXIII [“Quando il diavolo ti accarezza è perchè vuole l’anima”] … l’agenzia di stampa sovietica Tass ne sottolineò la novità politica [appunto!]… questo scritto, infatti, intercettava un’inquietudine diffusissima: il grande rischio di una guerra termo-nucleare potenzialmente distruttiva dopo la crisi di Berlino del 1961 e di Cuba del 1962. Un’inquietudine che veniva percepita, in tutta la sua drammaticità, dall’opinione pubblica mondiale a cui l’enciclica giovannea forniva una risposta innovativa e piena di speranze … la Chiesa si poneva come grande mediatrice tra le potenze del mondo … un contributo a declinare un “ Roncalli di sinistra” in netta antitesi a un Pacelli reazionario. Una visione che, paradossalmente, accomunò sia la stampa conservatrice che quella progressista [ecco perchè liberali e comunisti sono le due faccie della stessa medaglia: la Rivoluzione ]… l’enciclica giovannea fu concepita come l’enciclica dell’entusiasmo all’insegna dell’ottimismo e del irenismo … la stampa di sinistra enfatizzò oltre misura il momento di rottura col passato … il futuro segretario del Partito Comunista Italiano Alessandro Natta, arrivò a sostenere … che era stato il PCI a promuovere un processo di rinnovamento che investiva anche il mondo cattolico [ ha ragione, è la tesi di  Togliatti]».

Sotto il pontificato di papa Franceso ripetono la stessa cosa:

Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, O.R. 16.10.2014:« Non possiamo dimenticare il famoso radio messaggio pronunciato da Giovanni XXIII, nel mezzo della crisi dei missili di Cuba, per salvaguardare la pace e promuovere l’intesa e la concordia dei popoli … quel messaggio suscitò generali e vivi consensi e diede un impulso decisivo a risolvere la gravissima situazione prodottasi per lo scontro fra Stati Uniti e Cuba. Il papa diceva:” … pace! Pace! “ … Il papa fu ascoltato, a differenza dei suoi predecessori [ Perché fino a Pio XII i Romani pontefici avevano insegnato che si deve conservare la dottrina anche a prezzo della guerra e della persecuzione. Fino a Pio XII i Papi insegnano che la Chiesa è la verità oggettiva. E la Chiesa è l’ultima grande società mondiale a non accettare la dottrina liberale secondo la quale tutte le religioni e idee sono uguali (soggettivismo di Cartesio). Allora la Rivoluzione Mondiale crea e usa il Braccio violento del comunismo per perseguitare la Chiesa che non accetta dei diventare liberale. Fino al pontificato di Pio XII ci sono, ad esempio, le persecuzioni dell’Unione sovietica, la guerra di Spagna, il Vietnam ecc…]

 e il pericolo della guerra fu scongiurato, pericolo della prima guerra dell’era nucleare. Nell’enciclica “ Pacem in terris”, considerata come suo testamento spirituale, Giovanni XXIII chiama gli uomini ad essere artefici di pace, iniziando dall’instaurare la pace nei cuori. … Indirizzando la sua parola ai rappresentanti dei Governi di tutte le Nazioni, Paolo VI manifestava un profondo realismo:” Se volete essere fratelli, lasciate cadere le armi dalle vostre mani. Non si può amare con armi offensive in pugno”. [Parolin chiama “profondo realismo” ciò che è alla fine è cambiare  la dottrina cattolica. Il “profondo realismo” è, invece, credere e predicare la visione dell’inferno come ha fatto la Vergine a Fatima: quello è realismo, è il futuro se non ritornano alla fede insegnata da 260 Romani pontefici e rinnegata da questi ultimi cinque. Per questo a La Salette la Vergine ha predetto che “Roma perderà la fede e diventerà la sede dell’anticristo]».

Il Cardinale Pietro Parolin, esaltazione di Paolo VI, O.R. 15.10.2016: «“ Non più la guerra” Paolo VI … ha ereditato dal suo predecessore Giovanni XXIII  l’insistenza su questo tema, particolarmente evidente dopo la crisi di Cuba e la pubblicazione della “Pacem in terris” . … Il tema dell’unità del genere umano … era molto nota tra rinomati cattolici come Giorgio La Pira e Joseph Ratzinger … Il discorso all’ONU ( di Paolo VI) rivela una forte impronta umanistica: sottolineare l’unità del genere umano significa anche pronunciarsi sull’identità stessa dell’uomo e sull’universalità che affratella tutti gli uomini [cioè unirsi al di sopra della verità] … “Populorum progressio” … Con quell’enciclica Paolo VI tracciò le linee maestre di un nuovo “umanesimo planetario”, riprese da Giovanni Paolo II … e da Benedetto XVI»

Massimo Borghesi commento “Fratelli tutti”, O.R. 13.10.2020: «Una nuova “Pacem in terris”. Fratelli tutti… La Pacem in terris di Giovanni XXIII uscì dopo che, con la crisi dei missili a Cuba, si era andati a due passi dalla terza guerra mondiale

Così hanno fatto una “verginità” a GiovanniXXIII.

E il papa Giovanni XXIII viene presentato come il salvatore dalla IIIa guerra mondiale, e allora con questa “virginità” può, con più facilità, far accettare il naturalismo della “Pacem in terris” e aprire i Concilio Vaticano II con il quale si introduce ufficialmente il liberalismo nella Chiesa con i principi di Libertà, Uguaglianza e Fraternità.

Con il Concilio Vaticano II sono entrati i principi liberali di libertà, uguaglianza e fraternità universale con il decreto sulla libertà religiosa “Dignitatis humanae”, la collegialità, e l’ecumenismo.

Allora il mondialismo smonta il comunismo violento, si toglie il Muro di Berlino.

La Rivoluzione mondiale smonta il braccio violento del Comunismo perchè i papi del Vaticano II introducono nella Chiesa i principi liberali, e infatti rinunciano ad affermare, come per 2000 anni, fino  a Pio XII, che la Chiesa è la verità oggettiva con tutte le sue conseguenze.

LA CADUTA DEL COMUNISMO SOVIETICO

Attribuiscono al Concilio Vaticano II la caduta del Comunismo sovietico e a Giovanni Paolo II “di aver fatto cadere” il Muro Berlino

Lo dice lo stesso Osservatore Romano:

Bernard Lecomte, O.R. 08.11.2014: « E’ stato l’evento più sorprendente del XX secolo … A Roma il conclave elegge … il cardinale Karol Wojtyla … sorpresa! …L’11 marzo 1985 … [e] un nuovo leader Mikhail Gorbaciov …01.12.1989, i giochi sono fatti …  Due mesi dopo [c’è] la caduta ( del muro di Berlino), in un famoso articolo che sarà pubblicato su “ La Stampa”, “ Libération”, “ El Pais” e qualche altro giornale europeo, Mikhail Gorbaciov ritornerà su questa serie di eventi straordinari e scriverà:” Nulla di quanto è avvenuto nell’Europa dell’Est sarebbe potuto accadere senza questo papa”»

Card. Parolin, Conferenza per i 45 anni dagli Accordi di Helsinki

[Lo ripetiamo, noi sosteniamo la tesi che la Rivoluzione ha smontato il braccio violento del Comunismo sovietico perché la Chiesa ha accettato e applica i principi sovversivi di libertà, uguaglianza e fraternità. Basta ricordare le famose frasi di alcuni cardinali sul Vaticano II: “E’ stato l’89 della Chiesa” (la Rivoluzione liberale francese), “La Chiesa ha fatto la sua Rivoluzione d’ottobre”, (la Rivoluzione comunista)].

O.R.14.09.2020 :«A 45 anni dagli Accordi di Helsinki… monsignor Silvestrini solerte protagonista… Egli ricorda che i primi passi della Ostpolitik… dall’attenuazione delle persecuzioni nei Paesi comunisti: l’invio dei delegati della Chiesa ortodossa russa per assistere al concilio ecumenico Vaticano II, l’udienza pontificia ai coniugi Ajubei, [figlia Krusciov], le prime visite di monsignor Casaroli in Ungheria e in Cecoslovacchia nel maggio del 1963. Si trattava di aperture avviate dalla lungimiranza di san Giovanni XXIII… “la presenza della Santa Sede ad Helsinki ha rappresentato un segno concreto della concezione della pace tra le nazioni come valore morale prima ancora che come questione politica, e una occasione per rivendicare la libertà religiosa una delle libertà fondamentali di ogni persona e come valore e di correlazione nei rapporti fra i popoli…

Più volte, sia Agostino Casaroli che Achille Silvestrini, hanno avvertito le difficolta e le incomprensioni, emerse nella Chiesa cattolica (e in altre comunità religiose), a proposito della Ostpolitik… Paolo VI, per il quale “si faceva forza del fatto che sul piano dei principi la Santa Sede “è competente a titolo speciale”, e che dunque era un bene costringere gli avversari a riconoscere diritti, quand’anche essi, come nel caso del blocco sovietico, fossero poi denegati all’atto pratico, perché – sono sempre parole di Paolo VI – quando il diritto è riconosciuto, anche se poi non è osservato, ha forza in sé”.  [La Rivoluzione l’ha capito. infatti lascia la Chiesa proclamare con le parole che il “diritto ha forza in sè” e “all’atto pratico” invece fa i fatti: le leggi e la Rivoluzione culturale: atea, laicista, abortista, ecc. quindi è la Rivoluzione che “ha forza in sé”.] … sfociato nella accettazione della prospettiva di una Conferenza che si sarebbe tenuta ad Helsinki… le complicate trattative con le delegazioni degli Stati del Patto di Varsavia, a predominanza sovietica, e le portò a buon fine …

[Noi sosteniamo la tesi che la Rivoluzione offre ai papi questa alternativa: “se la Chiesa accetta la libertà religiosa anche l’Unione sovietica si adatta e accetta il: ““rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, inclusa la libertà di pensiero, coscienza, religione o credo.]

Atto finale di Helsinki, con al suo interno la Dichiarazione sui principi che guidano le relazioni tra gli Stati partecipanti. Vorrei qui citare brevemente il VII principio… Esso afferma il “rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, inclusa la libertà di pensiero, coscienza, religione o credo”. A sua volta, il paragrafo III di tale principio prevede che “gli Stati partecipanti riconoscono e rispettano la libertà dell’individuo di professare e praticare, solo o in comune con altri, una religione o un credo agendo secondo i dettami della propria coscienza”. E ancora il paragrafo V afferma che “gli Stati partecipanti riconoscono il significato universale dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali”».

[Così la Rivoluzione è riuscita a far proclamare  dagli stessi papi i principi  sovversivi, come se fosse una vittoria della Chiesa, invece sono la negazione dei diritti di N.S. Gesù Cristo sul uomo e sulla società, diritti dichiarati “Dogma” dal Magistero irreformabile dei Papi di prima, ma che gli uomini di Chiesa non credono.

Osservatore Romano, 14.09.2014:« Alle origini della Ostpolitik. Il 15 settembre 1964 fu firmato a Budapest un documento tra la Santa Sede e  Governo Ungherese, il primo di una serie di accordi tra il Vaticano e i regimi comunisti dell’Est: è la data di nascita della Ostpolitik»

Il papa Francesco, al Santo Sinodo della chiesa ortodossa bulgara [legata a Mosca], O.R. 06.05.2019: «Santità … Santità … Proprio durante il Concilio Vaticano II … la chiesa ortodossa bulgara inviò i propri osservatori [Chi si ricorda, sa che la condizione per la loro partecipazione era che il Concilio Vaticano II non condannasse il comunismo, l’errore più sanguinario del ventesimo secolo] … una certa diversità … non si oppone minimamente all’unità della Chiesa … “varie formule teologiche non di rado si completano, piuttosto che opporsi” (Unitatis redintegratio). “Quante cose possiamo imparare gli uni dagli altri!” (Evangelii gaudium)».

TERZO ESEMPIO STORICO, LA GUERRA IN LIBANO FINISCE PERCHE GIOVANNI PAOLO II FA IL CONGRESSO DI TUTTE LE RELIGIONI AD ASSISI

La guerra in Libano degli anni 1980, fra cristiani e mussulmani ha offerto a Giovanni Paolo II l la scusa di fare il Congresso ecumenico di Assisi per la pace, mettendo tutte le religioni sullo stesso piano della Religione cattolica.

O.R. 12.05.1997 Il Papa Giovanni Paolo II in Libano «In questa assemblea straordinaria, vogliamo dichiarare davanti al mondo l’importanza del Libano, la sua missione storica, compiuta attraverso i secoli: paese di numerose confessioni religiose.»

O.R. 14.5.1997 Editoriale di Giorgio Rumi «Il microcosmo libanese si fa esperienza condivisibile dai «grandi» della Terra: ha mostrato che «differenti confessioni possono vivere insieme nella pace, nella fraternità e nella collaborazione (…) che si puo’ rispettare il diritto di ogni uomo alla libertà religiosa.»

O.R. 26.03.2009:« In Libano la Vergine unisce mussulmani e cristiani ».

Il Papa Benedetto XVI in volo per il Libano O.R. 16.09.2012:« Il fondamentalismo è sempre una falsificazione della religione. Va contro l’essenza della religione, che vuole riconciliare e creare la pace di Dio nel mondo. Dunque, il compito della Chiesa e delle religioni è quello di purificarsi; un’alta purificazione della religione da queste tentazioni è sempre necessaria … Quindi, il messaggio fondamentale della religione deve essere contro la violenza che ne è una falsificazione, come il fondamentalismo, … e deve essere l’educazione e l’illuminazione e la purificazione delle coscienze, per renderle capaci di dialogo, di riconciliazione e di pace … direi che di per sè la primavera araba è una cosa positiva».

Il Papa Benedetto XVI in Libano [ E’ la lezione libanese: i 10 anni di guerra religiosa del 1980, furono la scusa per giustificare a livello mondiale il congresso di Assisi del 1986, e adesso il Libano è presentato come modello di convivenza per il  resto del mondo ] , O.R. 15.09.2012:« La felice convivenza tutta libanese, deve dimostrare a tutto il Medio Oriente e al resto del mondo che all’interno di una nazione possono esistere la collaborazione tra le varie Chiese, tutte parti dell’unica Chiesa cattolica, in uno spirito di comunione fraterna con gli altri cristiani e, al tempo stesso, la convivenza il dialogo rispettoso tra i cristiani e i loro fratelli di altre religioni … il famoso equilibrio libanese».

Il Papa Benedetto XVI in Libano parla contro la superiorità della religione cattolica e nega apertamente la tolleranza religiosa cattolica parlando a favore della libertà religiosa liberale O.R 16.09.2012:« Solo allora può crescere la buona intesa tra le culture e le religioni, la stima per le une per le altre senza sensi di superiorità e nel rispetto dei diritti di ciascuna … questi valori … essi appartengono ai diritti di ogni essere umano. Nell’affermazione della loro esistenza, le diverse religione recano un contributo decisivo. … La sedicente tolleranza non elimina le discriminazioni, talvolta invece le rinforza. … La libertà religiosa ha una dimensione sociale politica indispensabile alla pace!».

Il Papa Benedetto XVI in Libano O.R. 17.09.2012:« Il messaggio di comunione e di testimonianza declinato secondo i diversi aspetti umani, dottrinali, ecclesiastici, spirituali e pastorali di questa Esortazione … La comunione fraterna sia un sostegno nella vita quotidiana e il segno della fraternità universale che Gesù, Primogenito di una moltitudine, è venuto ad istaurare».

Il Papa Benedetto XVI partendo dal Libano O.R. 17.09.2012:« Ringrazio cordialmente le venerande Chiese sorelle e le comunità protestanti … Rendo grazie a Dio … per la preghiera fatta da tutti e per tutti in Libano e in Medio Oriente, qualunque sia l’origine o la confessione religiosa … offrire al mondo … quella comunione tra gli uomini, secondo tema dello stesso Sinodo qualunque sia la loro sensibilità politica, comunitaria e religiosa! … la comunione tra tutti i suoi abitanti, qualunque sia la loro comunità e la loro religione … Dio vi benedica tutti».

La guerra dell’ex Jugoslavia fra cattolici, ortodossi e mussulmani, è stata ancora l’occasione per continuare a proporre l’ecumenismo col pretesto della pace fra le religioni….

O.R. 14.4.1997 Il Papa allo stadio di Kosevo «Sarajevo: città divenuta un simbolo, in un certo senso il simbolo del ventesimo secolo … 9 … perché Sarajevo diventi per tutta l’Europa un modello di convivenza e di pacifica collaborazione fra popoli di etnie e religioni diverse».

O.R. 14.4.1997 Il Papa in Bosnia-Erzegovina «Da molto tempo viene qui sperimentata la possibilità della convivenza tra culture diverse che hanno, ciascuna a suo modo, arricchito di valori la regione … … In questa città capitale, ad esempio, s’innalzano verso il cielo la cattedrale cattolica, la cattedrale ortodossa, la moschea musulmana e la sinagoga ebrea.»

O.R. 12.4.1997 Il Papa a Sarajevo «Il nuovo millennio ormai alle porte si apra con la decisa determinazione di costruire un ’era di civile crescita nella concordia.»

E adesso la strategia, il metodo, continua. La guerra in Ucraina…

Provate a pensare cosa succede se fra qualche tempo il papa Francesco e il patriarca Cirillo si uniscono in Ucraina o ad Assisi per la pace e così finisce la guerra in Ucraina, come è già successo con gli altri papi. Tutti i giornali e le televisioni diranno che Francesco ha salvato il mondo dalla III guerra mondiale e atomica, ciò gli darà il credito necessario per introdurre la democrazia nella Chiesa, che è il suo obbietivo storico e senza troppe resistenze.

E anche vero che prima o poi può scoppiare la guerra atomica, le profezie di La Salette e Fatima lo annunciano, ma può anche essere una nuova applicazione del metodo sopra spiegato.

Lo ripetiamo, con questi precedenti storici adesso possiamo prevedere che la Rivoluzione mondiale userà la guerra in Ucraina per offrire a papa Francesco il merito della fine della guerra e cosi dargli la “verginità” per introdurre e far accettare la democrazia nella Chiesa con la “sinodalità”, per creare una chiesa moderna non più monarchica, ma democratica come la società di oggi e seguendo l’esempio dei Protestanti e degli Ortodossi che non hanno il Papato. La religione unica mondiale lo esige, ma allora non sarà più la Chiesa cattolica.

Perchè non sarà più il papa che insegna la dottrina ma “il popolo di Dio” che discuterà e voterà la dottrina e il papa non farà che approvare ciò che decide il popolo di Dio, come ci avvisa S. Pio X nella “Pascendi”: il papa non fa che approvare ciò che decide democraticamente la base. Già il metodo è stato sperimentato con Sinodo popolare romano nel 1993 ma allora si erano discusse cose non dottrinali, mentre il Sinodo popolare di Amazzonia ha già discusso e votato sui preti sposati, le donne nella liturgia, la chiesa Amazzonica, e il rito amazzonico: la “pachamama”.

[Adista, 29.01.2005 : «”In questo contesto, si applicano le parole di Ratzinger su una Chiesa di dimensione mondiale “che non può essere governata in modo monarchico: col tempo, si troverà un modo per creare una profonda collaborazione tra i vescovi e il Papa”».]

Prepariamoci, studiamo i testi, studiamo la documentazione, non inventiamo, e preghiamo il Rosario con la devozione al Cuore Immacolato, come ci chiede la Vergine a Fatima.

Annesso: La teoria della “terza Roma”: Mosca

Monsignor Delassus già dal 1920, nei suoi scritti, ci avvisa di un misterioso e futuro piano della Massoneria sulla Russia e su Mosca. Adesso l’Osservatore Romano e Putin ne parlano apertamente.

Raffaele Coppola, O.R. 14.04.2019:«La dottrina di “Mosca terza Roma” attraverso cui la RUS si sostituì a Bisanzio … nella concezione profetica di Giorgio La Pira … a riguardo della triade “Roma Costantinopoli Mosca”, secondo una traiettoria carica di storia, che nella “terza Roma” [Mosca] troverebbe il suo epilogo Bari … custodisce le spoglie di San Nicola. Nella navata centrale della Basilica, a lui dedicata, ho udito una sera di tanti anni fa recitare da cattolici e ortodossi il Credo senza il “Figlioque” [Erano cattolici apostati] … sul piano politico – religioso … lo storico incontro del 12 febbraio 2016 all’Avana tra papa Francesco e il patriarca Kiril …».

Mario Panizza, O.R. 31.10.2019:«Il monaco ortodosso Filofej … denomina Mosca: “La Terza Roma … Due Rome sono cadute e la terza sussiste” Roma nel ‘476 e Costantinopoli nel 1453 [però la Roma cattolica si rialzò] … con la caduta del Muro di Berlino … Mosca … potrebbe però diventare il simbolo di una ritrovata libertà di opinione, uno dei luoghi dove sviluppare la speranza di un respiro ecumenico religioso, ideologico e politico».

Il giornale “La Repubblica” 21.03 2022: “ Lo Zar e il mito della Terza Roma.

Il discorso di Putin allo stadio Luzniki: un discorso importante perché segna un rilevante salto di qualità propagandistica e ideologica,… Utilizzare, come ha fatto Putin, un brano del Vangelo di Giovanni per legittimare la guerra “patriottica” è in realtà la riattivazione consapevole di una faglia profonda della storia russa. Cioè del mito identitario di Mosca come “Terza Roma”.

Tramontata la Roma italiana, caduta in mano ai musulmani quella bizantina, Mosca è stata investita da una parte della Chiesa ortodossa e dal potere politico zarista del compito di proseguire e portare a compimento la missione al tempo stesso sacra e imperiale delle due Rome di cui si vuole erede. Una missione affidata al cesare, allo zar, legittimato da un patriarca ….La mitologia della Terza Roma ha operato anche durante il comunismo, che, almeno con Stalin, ha costruito un comunismo impregnato di slavofilia, e ha preso dall’Occidente la tecnica razionale della politica e della produzione economica, ma non l’essenza emancipativa della modernità.”

L’INCONTRO A  LA AVANA

Il Vaticano ormai non ha più vergogna di far sapere che dopo la Dichiarazione di Francesco e Cirillo a Cuba, per la quale i cattolici ucraini  si sono sentiti traditi, il mondialismo farà alla Chiesa dei favori politici. O.R.14.02.2016:

«L’incontro tra Francesco e Cirillo sulla stampa internazionale … Anche The Washington Post ricorda che l’incontro tra il papa e Cirillo ha un carattere solo pastorale, ma nello stesso tempo indica l’eventualità che proprio grazie a tale avvenimento anche alcuni nodi di carattere politico, che caratterizzano determinate situazioni internazionali, dal conflitto in Siria al flusso dei rifugiati in Europa, potrebbe conoscere una svolta positiva.» [ Per chi non ha ancora capito qui ci dicono che il mondialismo, che provoca la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente e l’immigrazione, se il papa cede sulla dottrina “potrebbe conoscere una svolta positiva”].

Padre Hyacinthe Destivelle O.R. 20.01.2017:

«Per la prima volta nella storia, un Papa ha incontrato un patriarca di Mosca … sorprendentemente è stato fatto … a Cuba ...L’incontro dell’Avana è stato accolto dal mondo intero … ma non sono mancate le voci critiche … In Ucraina, anche la Chiesa greco cattolica ha espresso forti riserve soprattutto in merito ad alcuni passaggi della Dichiarazione comune».

Osservatore Romano, 13.02.2019:

«Nel terzo anniversario della dichiarazione firmata a Cuba dal papa e dal patriarca Cirillo».

Accordo fra cattolici e ortodossi:

Il Papa Francesco intervista a l’”Avvenire”, O.R. 19.11.2016:

 «(Domanda:” Quando a Cuba lei ha incontrato il patriarca Cirillo, le sue prime parole sono state:’ Abbiamo lo stesso battesimo. Siamo vescovi’) Risposta:” il Verbo si è fatto carne: questo ci salva. Tutte le ideologie e le teorie nascono da chi non si ferma su questo… (Domanda:” Riguardo agli ortodossi si cita spesso la così detta ‘formula Ratzinger’ … secondo cui:’ per ciò che riguarda il primato del Papa, Roma deve esigere dalle Chiese ortodosse niente più di ciò che nel primo millennio venne stabilito e vissuto’”.) Risposta:” Dobbiamo guardare al primo millennio, può ispirarci. Non si tratta di tornare indietro in maniera meccanica … parlavo prima della autoreferenzialità, l’abitudine peccatrice della Chiesa di guardare troppo sè stessa, come se credesse di avere la luce propria [Nostro Signore ha istituito la Chiesa proprio per dare la luce agli uomini e non credano alle tenebre degli altri uomini.  Il Card. Ratzinger: «Roma non deve esigere dall’Oriente, a riguardo della dottrina del Primato, più di ciò che è stato formulato o vissuto durante il primo millennio.» (“Les Principes de la Théologie Catholique”, Parigi, Téqui, 1985. p. 220)]

…di fronte alle sfide … Dio … non permetta una nuova guerra mondiale».

[ E’ “la teoria di Cuba” Giovanni XXIII che ha teorizzato nella “ Pacem in terris” l’unione al di sopra delle differenze a causa della minaccia della guerra nucleare del 1964, (“le sfide del mondo moderno” del Vaticano II) Francesco ritorna a Cuba a fare lo stesso teatro]

La Dichiarazione comune di papa Francesco e del patriarca Cirillo all’Avana, sembra che abbia un’importanza speciale.

I poteri mondialisti, dopo questa dichiarazione, hanno fatto sapere che ci sarà una soluzione positiva in Medio Oriente. Questo conferma la tesi secondo cui ogni volta che i papi cedono sulla dottrina, e accettano la dottrina liberale-massonca, il mondialismo smette di perseguitare i cattolici. Noi sosteniamo la tesi e lo ripetiamo, che il mondialismo ha smontato il comunismo sovietico perchè i papi hanno fatto il Concilio Vaticano II accettando la libertà religiosa, che la guerra in Libano è finita perchè Giovanni Paolo II ha fatto il Congresso di tutte le religioni ad Assisi ecc. Vedi questa tesi nella documentazione dei nostri precedenti bollettini:    www.marcel-lefebvre-tam.com

E i 400.000 sacerdoti e vescovi accettano o tacciono. Solo Mons. Lefebvre fa sentire la sua voce nel suo libro “Un Vescovo parla”,

gli altri continuano a tacere.

Voi potete controllare personalmente le nostre citazioni: “Avviso dell’Osservatore Romano: indirizzo dell’archivio del Osservatore Romano: 00120 Città del Vaticano via fax (+39)06.69883675 oppure (39)06.69899520  e-mail:  archivio@ossrom.va. Il nostro ufficio dispone inoltre dell’intera collezione in cd-rom comprendente .le annate dell’edizione quotidiana, dal 1861 ad oggi.”

A volte si trova nel internet il numero dell’Osservatore Romano in pdf mettendo soltanto la data.

Legittimità e dovere della disobbedienza

Leone XIII:“… il fatto di non obbedire è giusto e bello”.

Gregorio XVI, 27/02/1846: « Per cui, nessuno può violare il concetto di obbedire al potere senza commettere colpa grave, a meno che questi non comandi qualcosa contro la legge di Dio e della Chiesa».

Gregorio XVI, Mirari vos: « I soldati cristiani, dice Sant’Agostino, servivano l’imperatore pagano; però quando si trattava della causa di Gesù Cristo non riconoscevano altra autorità se non Quella che regna nei cieli».

Leone XIII, Quod apostolici muneris: «Se la volontà dei legislatori o dei Principi decreta o comanda qualcosa che sia contraria alla legge naturale o divina, allora la dignità e il dovere dell’uomo cristiano e la sentenza apostolica esigono:” che si deve obbedire piuttosto a Dio che agli uomini” (Atti 5,29)».

Leone XIII, Diuturnum Illud: «Una sola ragione hanno gli uomini di non obbedire, ed è quando si pretende da loro qualcosa che ripugna apertamente al diritto naturale e divino; perché in tutte le cose nelle quali si viola la legge della natura e la volontà di Dio, è ugualmente iniquità tanto il comandare quanto obbedirla.

Per cui se qualcuno si trova obbligato a scegliere fra queste due cose, cioè o disprezzare i comandamenti di Dio o gli ordini dei Principi, deve obbedire a Gesù Cristo, il Quale comandò: “dare a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” (Mt. 22,21) e seguendo l’esempio degli Apostoli deve rispondere con coraggio:” che si deve obbedire piuttosto a Dio che agli uomini” ( Atti 5,29).

E coloro che si comportano in tal modo non li si deve accusare di aver mancato all’obbedienza, perché se la volontà dei Principi ripugna alla volontà e alla legge di Dio essi stessi eccedono nell’esercizio del loro potere e pervertono la giustizia; questo caso la loro autorità non ha valore, quando non c’è la giustizia essa è nulla».

Leone XIII, Libertas: « Però quando manca il diritto di comandare o il comando si opponga alla ragione, alla legge eterna, al divino imperio, allora il fatto di disobbedire agli uomini per obbedire a Dio diventa un dovere.

In tal modo si sbarra il cammino ai governi tirannici e lo Stato non può attribuirsi ogni potere; il cittadino, la famiglia, e ogni parte del consorzio potrà godere con sicurezza i suoi diritti e la sua vera libertà…

…Però se si comandano cose apertamente contrarie alla volontà divina allora si esce da quell’ordine e si va contro la divina volontà: allora il fatto di non obbedire è giusto e bello.

Per i liberali, al contrario, che fanno dello Stato il padrone assoluto e onnipotente e insegnano a vivere senza tenere in conto Dio, questa libertà unita all’onestà e alla religione è totalmente sconosciuta [cioè, per loro, quello che decide lo Stato, il Parlamento democratico al 51%, è una verità dogmatica senza possibilità di resistere] a tal punto che quelli che lavorano per conservarla a giudizio dei liberali, compiono un attentato e un delitto contro l’ordine pubblico».

S.E. Mons. Marcel Lefebvre al Card. Ratzinger, il l4 luglio 1987:

«Eminenza, …avete tentato di dimostrarmi che Gesù Cristo non può né deve regnare nelle società… Nei nostri seminari… si è totalmente tesi verso il Regno di Nostro Signore Gesù Cristo… noi siamo per la cristianizzazione; non possiamo intenderci.»

(Ritiro sacerdotale, settembre 1987).

L’abbraccio tra Francesco e Kirill