“Salah Abdeslam s’è chiuso nel mutismo”. Quale, quello?

 

Salah Abdeslam, ricordate?, l’unico sopravvissuto dei kamikaze islamici delle stragi di Parigi del 13 novembre, non parlerà. I suoi due avvocati  hanno rinunciato alla difesa  del loro cliente.  “Abbiamo la convinzione che non si esprimerà e applicherà il diritto al silenzio”, ha spiegato uno dei due, Frank Berton, a fianco del suo collega e primo difensore belga  di Salah  prima che Salah lo scegliesse, Sven Mary (di famiglia sionista belga). “S’è murato nel silenzio,  il mio compito è cessato, non ha più senso”.  “Non dirà più niente, ma che peccato”, dicono i due avvocati.

Attribuiscono questa decisione dell’imputato alla videosorveglianza totale  cui è sottoposto nel carcere di massima sicurezza di Fleury Merogis dell’Essonne. “Quando qualcuno scruta ogni vostro gesto anche di notte, diventate pazzo”. La totale sorveglianza, ha precisato  Berton, “Non è una decisione di giustizia, ma  politica”. Colpa dunque del governo Valls.  “L’ho visto affondare mese per mese”. Continua. “E’ una specie di suicidio”.  Anzi, “Se vuole suicidarsi, lo farà”, conclude Berton.   A dispetto della sorveglianza video di 24 ore.

http://www.ilpost.it/2016/10/12/avvocati-salah-abdeslam/

 

Magari si suiciderà, Salah, e quindi non racconterà  più le tante cose curiose.

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Per esempio la sua stranissima cattura a Bruxelles – anzi a Molenbeek dove è nato e cresciuto, mentre tutti gli investigatori lo immaginavano già  riparato da quattro mesi in Siria, a combattere per l’Islam e il Califfo.   Perché è scappato in quel modo goffo, perché   col volto coperto dal berrettone chiaro, e perché la polizia, dopo averlo ferito a una gamba, gli ha rimesso il berrettone sulla faccia in modo   che non abbiamo visto se era davvero lui.   E cosa era quel pacchetto quadrato o busta che gli è spuntata dai pantaloni  al momento della cattura?

 

Giusto per ricordare: nessuno l’ha visto più da quel 18 marzo (se  era lui). Tranne una fot pubblicata il 12 aprile dal  giornale belga  Het Nieuwsblad :  strana foto, ultra ritoccata col Photoshop, dove alla faccia  è stato sovrapposto il logo del giornale – che appartiene all’unico belga membro del Bilderberg, il miliardario Thomas Leysen.

In this framegrab taken from VTM, something appears to drop from inside the trouser leg of Salah Abdeslam as he is arrested by police and bundled into a police vehicle during a raid in the Molenbeek neighborhood of Brussels, Belgium, Friday March 18, 2016.  After an intense four-month manhunt across Europe and beyond, police on Friday captured Salah Abdeslam, the top suspect in last year's deadly Paris attacks, in the same Brussels neighborhood where he grew up. (VTM via AP) BELGIUM OUT
In this framegrab taken from VTM, something appears to drop from inside the trouser leg of Salah Abdeslam as he is arrested by police and bundled into a police vehicle during a raid in the Molenbeek neighborhood of Brussels, Belgium, Friday March 18, 2016. After an intense four-month manhunt across Europe and beyond, police on Friday captured Salah Abdeslam, the top suspect in last year’s deadly Paris attacks, in the same Brussels neighborhood where he grew up. (VTM via AP) BELGIUM OUT

http://www.nieuwsblad.be/cnt/dmf20160411_02232131

 

Il 13 aprile,  le radio e la tv BFMTV han  detto che Salah ha ricevuto in carcere la visita di familiari, il padre e un fratello maggiore: nessuna prova video nemmeno delle parole del fratello, a cui avrebbe detto: “Se avessi voluto, ci sarebbero state molte più vittime”.

 

https://youtu.be/ji_1gDCevkM

 

Oltretutto, è “quel ” Salah Abdeslam   di cui abbiamo già scritto: “ Salah Abdeslam, il solo sopravvissuto degli eccidi di Parigi dell’inverno scorso  (perché non si è fatto saltare con la cintura esplosiva),  era un tenero finocchietto noto nei locali gay di Bruxelles, in cui occasionalmente si prostituiva.  Dunque esisterebbe una pericolosa tendenza degli invertiti a convertirsi al wahabismo più puritano, e delinquere per Daesh?  Correggiamo subito questa calunnia: il fratello di Salah, Brahim Abdeslam,  che s’è fatto saltare a Parigi, non era un omosex.  Anzi:  siccome aveva venduto il bar    e aveva 27 mila  euro in tasca, Brahim Abdeslam, 3 giorni prima di  farsi esplodere, “cercava un appartamento  pour aller niquer”, per scopare.  Come se non lo tenesse a freno l’imminente incontro con  le 72 vergini in un appartamento gratis in paradiso; no, voleva “niquer” subito, nell’aldiquà.

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Tutto ciò, e molto di più, risulta da un documentario-inchiesta per la RTL-TVI belga, “La face cachée des frères Abdeslam“,  dove il barman del bar di Brahim, racconta: negli ultimi  giorni prima di quel 13 novembre, i due fratelli  “non facevano che ridere, sbevazzare, e andare a donne”. Come se i problemi della loro vita fossero tutti risolti, come se avessero trovato una gran fortuna. Lo steso tipo di allegria improvvisa  che, secondo il fratello, ha mostrato lo stragista di Nizza. Già, anche quello era un bisessuale e negli ultimi giorni pareva contento e  con qualche soldo in tasca…

Peccato..  Adesso si farà il processo senza Abdeslam. Il processo confermerà la  versione ufficiale. Non sapremo mai certe cose, come ad esempio: come mail il Bataclan, il locale dove è avvenuta la peggiore strage, sia stato venduto dalla famiglia che lo possedeva dal 1976,  La  famiglia Touitou, che improvvisamente aveva deciso di emigrare in Israele.

http://www.timesofisrael.com/jewish-owners-recently-sold-pariss-bataclan-theater-where-is-killed-dozens/

Esattamente come Michel Emsalem, proprietario dei piccolo supermercato  kosher Hyper-Cacher, l’ha venduto pochi giorni prima che in quel negozio un  “islamizzato” di colpo, Coulibaly, vi si asserragliasse uccidendo quattro avventori e finendo ucciso.

http://nypost.com/2015/01/21/kosher-market-ceo-sent-family-to-nyc-over-anti-semitism-in-paris/

Peccato davvero, che  Salah si sia chiuso nel mutismo.