PUTIN OCCUPA IL VUOTO LASCIATO DALL’EUROPA “SCHWARZE NULL”

Dalle (allarmate)  agenzie: “La Russia ha annunciato che dal 24 ottobre una divisione dei suoi  S-400 parteciperà ad un’esercitazione militare in Serbia, sottolineando il desiderio di Mosca di mantenere un alleato tradizionale dalla sua parte anche se Belgrado vuole avere legami con la Nato e l’Unione europea. Sarà la prima volta che i sofisticati S-400, insieme ad una batteria missilistica Pantsir, parteciperanno ad esercitazioni militari all’estero, ha dichiarato in un comunicato del Ministero della Difesa di Mosca. Il ministero della Difesa serbo ha detto che le esercitazioni, chiamate Slavic Shield 2019, mirano a simulare «l’uso di un gruppo congiunto di combattimento (…) in difesa (…) contro la ricognizione nemica e le azioni offensive”

Il logo della esercitazione russo-serba “Slavic Shield 2019”, Scudo Slavo.

Ovviamente, nella più assoluta sorpresa per l’Europa.  La risposta russa alle minacce e provocazioni della NATO e al posizionamento di truppe (e atomiche dalla Turchia) USA in Lettonia è preciso e puntuale. Gli S-400  sono il sistema d’arma studiato apposta per contrastare e neutralizzare la sola vera superiorità americana, l’aviazione.

 

Stesse ore, a  Soci, da 23 al 24 ottobre s’è svolto il vertice africano: un evento senza precedenti,  dove Putin ha invitato tutti i capi di tutti i paesi dell’Africa e delle  associazioni regionali.  Sorpresa occidentale ed europea.

Doveva farla la UE… ma la Germania deve risparmiare

E’ un grande ritorno, in un certo senso,  dopo che il crollo dell’URSS aveva costretto Mosca ad abbandonare il continente (in cui aveva paesi satelliti) e persino a chiudere una dozzina di ambasciate nell’Africa sub-sahariana. Anche questo evento non è improvvisato: si apprende che negli ultimi cinque anni, 2500  militari dei paesi africani  sono stati addestrati e preparati nelle accademie militari della federazione russa.  La formazione di  tale personale militare è stata gratuita: gli ufficiali neri così formati,  presto ministri o capi dei loro eserciti,  sono tutti futuri acquirenti dell’ottimo armamento Made in Russia..  Accordi di cooperazione  “tecnica e militare” sono  in  vigore con oltre 30 di questi paesi.

Naturalmente, la Russia non è in grado di concorrere con l’immane presenza cinese. Pechino è in grado di offrire  ai negri  prestiti colossali a condizioni di favore  in cambio dell’accesso delle materie prime africane e per di più, una volta firmato il contratto, anche la costruzione di infrastrutture pubbliche, strade, ferrovie, ospedali, dighe.  L’interscambio della Cina con l’Africa ammonta a 170 miliardi di dollari, quello della Russia attualmente, a 20.

Il che non significa che Mosca non abbia da offrire al continente nero, in cambio del vanadio, cromo  e cobalto  africani, “i suoi aerei, le tecnologie spaziali, i suoi autocarri e macchine agricole, i fertilizzanti, i prodotti chimici  e farmaceutici,  i suoi prodotti del settore elettrico e delle telecomunicazioni”, dice un comunicato ufficiale russo.  Che non nasconde ambizione di fare del continente “un mercato che può contribuire significativamente all’aumento, nell’export russo, della componente industriale rispetto a quella delle materie prime non trasformate”. Perché, dopotutto, “alcuni  paesi africani sono leder mondiali nella crescita economica: il Pil dell’Etiopia cresce del 7,5%, quello della Costa d’Avorio del 7,4, del Ruanda 7,2,del Senegal 7, del Ghana il 6,3%”.

Il che conferma tante cose. Una che i nativi che spendono migliaia di dollari alla malavita e alle ONG tedesche  per scappare dai loro paesi in crescita tumultuosa, per venire a farsi mantenere da un’Italia il cui Pil  cresce dell’ 0%, sono dei ricchi pregiudicati che hanno bisogno di  fuggire alle loro polizie nazionali.

Ma  soprattutto  quel vertice africano lo avrebbe dovuto fare l’Europa, che ha  l’interesse  strategico, il tornaconto,  e le possibilità economiche dieci volte superiori a quelle  russe.  Ma naturalmente  non si è fatto perché la Germania non deve spendere,  vuole   fare il pareggio di  bilancio, lo Schwarze Null, e l’intera Europa del Sud, dove arrivano i negri a  flotte, deve essere austera per  pagare i debiti con  Berlino  con l’avanzo primario; ma contemporaneamente mantenere i negri almeno con 40 euro al giorno, lo chiede la UE. Non ci sono i soldi, in Europa.  Per le grandi cose.

Ovviamente, Mosca sta accelerando per cogliere tutti i frutti della sua folgorante  vittoria in Siria,   “la liberazione in una settimana di un quarto del territorio siriano” (Meyssan) ,  l’inverosimile e  pericolosissimo accordo con Erdogan e le pattuglie miste,   l’espulsione degli occidentali e dei curdi dalle zone petrolifere siriane, e l’immenso prestigio morale che ha guadagnato anche presso i nemici sconfitti nell’aggressione anti-Assad, arabi sauditi in primo luogo, a come negoziatore onesto e mediatore leale ed affidabile: un patrimonio che gli americani hanno gettato nel cesso della storia, facendosi guidare dagli interessi israeliani nell’area.

Mosca propone (anche)  una OPEC del Grano

Nelle  stesse ore in cui Mosca annunciava la partecipazione dei suoi S—400 nelle grandi manovre della Serbia, e in cui teneva il vertice africano, per bocca  del vice-primo ministro  Aleksey Gordeyev ha lanciato l’idea di  creare un’organizzazione di esportatori di grano simile all’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC), che potrebbe includere oltre la  Russia” l’, Unione Europea, Stati Uniti, Canada, Argentina, [e] altre nazioni”.

Già, perché la Russia, grazie alle sanzioni americane ed europee, ha aumentato la produzione di grani del 20% negli ultimi cinque anni,   la sua quota sul mercato mondiale è quadruplicata,  è riuscita ad accaparrarsi più della metà del mercato mondiale del grano, diventandone il più grande esportatore al mondo  – e “non OGM”, come ha precisato Putin.

Evidentemente, il settore strategico del cibo non è più nelle mani del Cartello del Grano:  della Cargill di Minneapolis, la Dreyfus  della famiglia “francese” Louis-Dreyfus, la  Bunge y Born di Buenos Aires, della famiglia “argentina” Hirsh,   la  Granac di Chicago e Losanna, della famiglia “svizzera” André, la Continental Grain di New York, della famiglia ebraica americana Fribourg”. Sono le Sorelle , multinazionali “familiari”  non quotate in Borsa dunque non scalabili, che accaparrano i raccolti di Canada e Australia e d’Argentina pagandoli quando sono in erba, e fanno “cartello”, ossia impongono i prezzi  come un monopolio di fatto:  ai produttori, che  indebitano ed affamano, e ai consumatori. Un settore strategico che la Russia ora manda all’aria.

https://www.rt.com/business/470360-russia-grain-opec-stability/

Ci  si può domandare, con timore e tremore, se la Russia di Putin   – vista la potenza e  infida velenosità  dei nemici che si sta facendo – abbia i mezzi per le sue ambizioni. La sua economia è  in fondo, un po’ meno delle dimensioni del Pil dell’Italia.

Ma questo fa risaltare ancor più vergognosamente l’inazione  della “ricca” Europa, di una Germania che è, economicamente, incomparabilmente più  grossa della Federazione Russa, ed è scomparsa dalle aeree del mondo dove  Putin è accolto come un amico, un liberatore e un mediatore.

Con il Pil inferiore a quello italiano, la Russia si è creata (non certo obbedendo al “mercato”)  una meravigliosa forza militare avanzata,  rapida capace di proiettarsi,  e “economica”  –   mirata   nella sua concezione sulla neutralizzazione delle superiorità americane; la sa usare come eccezionale mezzo diplomatico con abilità, sopportazione, spirito di sacrificio  e prontezza  nel settore  più pericoloso del mondo, il Medio Oriente destabilizzato dagli Usa su comando dei Netanyahu  e avvelenato dal Mossad e dai tagliagole pagati, come da  schegge impazzite come Erdogan. Il tutto con mezzi economici a livello dell’Italia. La ricca Germania ha abbandonato le sue forze armate alla ruggine, un terzo dei suoi mezzi aerei e corazzati non funzionano perché  mancano di ricambi e la ministra Van der Leyen ha voluto “risparmiare”.

https://it.euronews.com/2018/02/15/lo-scoop-del-die-welt-sulle-forze-armate-tedesche-a-corto-di-mezzi

E’ assente dal  quadro geopolitico in rapidissima trasformazione:

“il nuovo mondo sta sorgendo davanti ai nostri occhi”, scrive Meyssan, e indica  L’America che si ritira dalla costosa funzione  di “gendarme del mondo  al servizio del capitalismo finanziario”;  Londra che si ritira (le sue truppe speciali) dalla Siria e dalla UE;  l’Iran che con 18 droni a basso costo e  7 missili da crociera ha sconfitto l’Arabia Saudita e mostrato di essere la potenza militare regionale che ormai  – sostenuta economicamente da Pechino e militarmente da Mosca –  fa’ paura a Israele: Israele  che dall’11 Settembre 2001,  con il golpe in USA sotto forma di false flag e i vent’anni di “guerra al terrorismo”  a  spese del contribuente americano,   ha smosso il mondo credendo di diventare   padrona nel Medio Oriente, ed ora si trova assediata nelle sue frontiere.. Le rivolte popolari e  di piazza in Cile come in Libano, in Francia coi Gilet Gialli  come in Catalogna, sono tutti segni che il capitalismo finanziario non ha più nulla da offrire alle classi medie e lavoratrici, se non le prospettive della precarietà e dei bassi salari.

“La Russia, riconosciuta da tutti come Paese “pacificatore”, sta facendo trionfare il diritto internazionale”,  sostiene Meyssan,   quel principio che  “i membri della NATO hanno calpestato”  dall’11 Settembre e la stagione  sanguinosa  della “unica  superpotenza rimasta” in Irak, in Siria, in Libia, in Ucraina…  e  che la NATO continua a calpestare anche  con gli “allargamenti  ad Est”, mirando a  inglobare l’intero ex Patto di Varsavia, dalla Ucraina alla Georgia ed oltre.  Meyssan ricorda che fu la Russia dello zar Nicola II a proporre un ordine internazionale non minaccioso, “convocando la Conferenza dell’Aja del 1899” per far valere il diritto fra le nazioni – conferenza di cui il vostro stesso cronista non ricorda di aver mai letto nei libri di storia, e una ragione ci sarà .

E di fronte a questa trasformazione del mondo  – dove ci si domanda se la Russia abbia i mezzi per la sua giusta ambizione  – la UE è assente, perché   la Merkel deve risparmiare.   E’ avarizia patologica, ma non è soprattutto  quella. La tirchieria, serve da alibi alla mancanza di visione, di capacità di indicare scopi collettivi e una qualunque idea di destino comune europeo, in una parola all’insufficienza di cultura politica grande e – più  radicalmente – di semplice intelligenza. Il quoziente intellettivo della padrona d’Europa che ha  chiuso le centrali nucleari  e costretto  la  potente industria nazionale  a funzionare a lignite; aperto le porte non solo dell’intera Unione, a milioni di migranti – per  scoprire adesso che “il 90% non ha formazione professionale né ha mai studiato,” ed è inoccupabile; https://deutsche-wirtschafts-nachrichten.de/500760/UEberwiegende-Mehrheit-der-Migranten-verfuegt-ueber-keine-Berufsausbildung

che ha lasciato accumulare un surplus  commerciale di 250 miliardi l’anno che poi – non potendo trovare investimenti in Europa, a causa dell’austerità  imposta, le banche germaniche hanno investito nel resto del mondo, spesso con perdite perché sono incapaci.  Che adesso subisce il Brexit senza aver saputo  spremere dalle meningi una proposta alternativa. Che ha infilato la  Germania in una monocultura dell’export di auto  e di severità di bilancio, che adesso – nella recessione che avanza, mondiale – si rivela una gabbia mortale.

E’ un gigantesca assenza dal mondo, di un  grosso paese ricco  padrone di un’Europa ancora ricchissima, che è soprattutto un’assenza di quoziente intellettivo.  La sola consolazione che possiamo ricavarne  è che la stupidità tedesca non è sola. La classe dirigente francese, italiana, o se per questo olandese e finlandese, o spagnola, stanno dando la stessa prova di cecità e mancanza di visione , e di farsi  sorprendere dalla trasformazione in atto nel mondo.

Così sorpresi, che insieme le forze armate americane, quelle francesi e quelle britanniche, che s’erano accomodate  nella Siria del Nord per creare  sotto la protezione dei loro caccia e cannoni lo “stato del Rojava”,   si sono ritirare così  in fretta per non incontarre le truppe turche,  che si sono ammassate in Irak;  non possono tornare in Siria perchè i loro cannoni hanno incenerito Rakka e Damasco le considera un nemico, nè  attraverso la Turchia, il famoso “alleato NATO”:

Cannoni Francesi semoventi César, che si sono rifugiati dal “Roijava” in Irak. Per Damasco, la Francia è storicamente complice della guerra in Siria. Questi cannoni hanno distrutto Rakka, per esempio . 

e l’Iraq ha ufficialmente chiesto l’aiuto internazionale per sbarazzarsi delle truppe statunitensi in ritirata dal nord e nord-est della Siria nella provincia irachena di Al Anbar affermando che tale presenza militare sul suo territorio è illegale e non autorizzata . “Baghdad chiede formalmente la comunità internazionale ad agire contro tale comportamento degno di film western e inviato emissari a Mosca e Pechino per spiegare la posizione ufficiale del governo iracheno su questo argomento molto delicato”.

https://strategika51.org/2019/10/23/lirak-demande-laide-internationale-pour-se-debarrasser-de-la-presence-militaire-non-autorisee-des-forces-de-la-coalition-se-repliant-de-la-syrie/

Che  intelligenza, che capacità militari, che figura di m.