Pepe Escobar :- Annus Horribilis

Così tanto da fare, così poco tempo. Che il 2026 sia l’anno della Rinascita dei Presocratici. E anche l’anno della Rinascita del Cool: riflessione, introspezione, silenzio, ricerca dell’equilibrio interiore e, quando serve la musica, un ambiente, fisico e mentale, equivalente all’ethos giapponese del jazz-kissa.

 

Il desiderio di potere eccessivo ha fatto cadere gli angeli; il desiderio di conoscenza eccessivo ha fatto cadere l’uomo: ma nella carità non c’è eccesso; né angelo né uomo possono essere messi in pericolo da esso.

Francis Bacon

NAPOLI e PALERMO – Attraversando l’Italia in lungo e in largo, dal Friuli e dal Piemonte alla Toscana, all’Umbria, a Roma e al sud – Napoli e Sicilia – non si riesce a scrollarsi di dosso quella fastidiosa sensazione di una sorprendente cecità antropologica/culturale che sta prendendo il sopravvento su quella che è e rimane, senza dubbio, la civiltà-stato definitiva di tutto l’Occidente (nessuna competizione).

Come avrebbe potuto Godard, se fosse ancora vivo, filmare questo malessere, che permea la reinterpretazione di Fritz Lang dell’Odissea di Omero a Villa Malaparte a Capri, ma senza la bellezza letale di Brigitte Bardot? Ahimè, tutto questo sono solo ricordi – frammenti puntellati contro le nostre rovine, per citare T.S. Eliot.

Il palcoscenico in rovina, oggi, non ha certo nulla di omerico, con l’Occidente come protagonista, un debole fantasma dal petto gonfio, che si crogiola nella propria irrilevanza, superficialità, frammentazione sociale, assenza di Spirito e assenza di Logos, alimentando la sua ossessione per una Guerra Eterna, una tragedia trattata come se fosse un gioco da bambini, e non per quello che è realmente: un abisso. Non c’è da stupirsi che a Poseidone non importi nulla di questi stupidi mortali.

Nelle conversazioni con i miei ospiti italiani, amici e nuovi conoscenti, la codardia e la mancanza di acume politico delle classi dirigenti europee sono emerse in modo cristallino, insieme alla loro mancanza di coraggio nel comprendere l’ascesa di un nuovo secolo multipolare (titolo del mio ultimo libro, Il Secolo Multipolare, pubblicato in Italia all’inizio di questo mese).

Questa “Europa” artificiale vuole con tutti i mezzi mantenere un paradigma esausto – politicamente ed economicamente – uno status quo arcaico e anacronistico che la costringe a chiudersi in se stessa, un guscio vuoto, con conseguenze estremamente distruttive.

L’accecante bellezza della Costa Smeralda, tra Amalfi e Ravello, maschera a malapena il fatto che ciò che prevale nell’intero spettro dell’UE è un vuoto fisico e metafisico, perché l’Occidente ha ucciso tutto – persino la Bellezza – sostituendola con il Nulla. Il Nichilismo regna sovrano.

Eppure è un eurocentrismo superficiale credere che il Caos che prevale in questa piccola penisola occidentale dell’Eurasia stia sconvolgendo il mondo. L’Eurasia – e l’Asia orientale – stanno vivendo appieno una dimensione extra di ottimismo e affermazione culturale.

In futuro, l’Europa potrebbe aderire a paradigmi di altre culture e, suo malgrado, persino assorbirli in un sincretismo di accettazione. Proprio come l’Europa ha imposto all’intera Maggioranza Globale i suoi paradigmi e “valori” fin dalla metà del XVIII secolo.

Il collasso morale della “civiltà” occidentale

Quindi, in tutto l’Occidente, il 2025 è stato un legittimo Annus Horribilis sotto più di un aspetto. Gli storici del futuro lo ricorderanno come l’anno in cui il vecchio “ordine” basato su “regole” facilmente manipolabili che ha governato il mondo per decenni è stato infranto come principio organizzativo, anche se esiste ancora come apparato. Le istituzioni sono ancora “funzionanti”, per così dire. Le alleanze non si sono ancora sgretolate. Le “regole” continuano a essere invocate e difese. Eppure non producono effetti visibili.

Francesca Albanese ha riassunto il tutto, riferendosi al più orribile esempio di totale collasso morale della “civiltà” occidentale:

“Non avrei mai immaginato di vedere i leader europei rivoltarsi contro i propri cittadini – reprimere proteste, giornalismo libero, libertà accademica – il tutto per evitare di chiamare a rispondere uno Stato genocida”.

Sì: la storia raramente si presenta come barbarie. Spesso si presenta travestita da “civiltà”.

Quello che abbiamo ora è un’accaparramento di terre volgare e indiscriminato da parte dell’asse USA-sionista, che sta criminalmente instaurando la nuova normalità, dall'”emisfero occidentale” (il Venezuela è solo l’inizio) all’Asia occidentale (Palestina, Libano, Siria) e presto, forse, alla Groenlandia.

I think tank statunitensi credono effettivamente che il controllo della Groenlandia, a parte l’ovvia appropriazione imperiale di risorse naturali extra, potrebbe interferire con la rotta russa del Mare del Nord, che i cinesi definiscono la Via della Seta Artica.

Non in termini geoeconomici, ma certamente in termini militari: la Groenlandia, in questo caso, potrebbe diventare una base ideale per le risorse ISR americane, da utilizzare per “supportare” – ovvero guidare da dietro le quinte – gli europei nella loro Guerra Eterna in Ucraina, e anche per minacciare la Cina.

In sostanza, si tratterebbe di una tattica diversiva per instaurare il principio del “Dividi et Impera” nel partenariato strategico Russia-Cina, mentre Trump 2.0 guadagna il tempo necessario per rimodellare e potenziare il complesso industriale-militare americano e combattere la guerra tecnologica.
I

 

Fine