L’ULTIMA RELIGIONE. di Gianluca Marletta e Paolo Gulisano

Gianluca Marletta – Paolo Gulisano

L’ULTIMA RELIGIONE.

DALL’EUGENETICA ALLA PANDEMIA: L’ALBA DI UNA NUOVA ERA?

Ed. Historica

“L’ultima religione è l’idolatria universale: la Fratellanza globale, il Buonismo globale, la dea Salute, l’ecologismo radicale, il sogno di un mondo trans-umano e, in definitiva, anti-umano. Una religione che si impone oggi ma che viene da lontano. Un processo – iniziato molto tempo fa – che giunge a compimento anche a causa della pandemia, agli investimenti di imprenditori a livello globale, alla resa della Chiesa. Questo libro descrive in maniera chiara, approfondita e documentata la storia di questa evoluzione –  da Malthus a Singer, da Casaleggio all’OMS, e illustra gli scenari della rivoluzione del 2020 che si prefigge di realizzare un distopico mondo nuovo”.

Dall’INTRODUZIONE del saggio:

Autunno 2019. L’umanità assiste ad un evento sociale che raramente capita di osservare: un evento dai riflessi mitici, “archetipici”, qualcosa dal vago sapore “religioso”, un’immagine che sembra rubata ad un quadro d’ambientazione biblica. Una ragazzina, dicitur venuta dal nulla, viene accolta con gli onori degni di un capo di stato, ricevuta all’ONU, venerata dai vertici gerarchici delle più diffuse religioni del pianeta, accolta nella sede dell’Unione Europea, a Davos tra i potenti del mondo, presente ovunque vi siano mass-media o autorità di un qualche rilievo.

Questa fanciulla si chiama Greta Thumberg, è svedese, ha 16 anni e un disturbo ascrivibile allo “spettro autistico” detto Sindrome di Asperger. In Svezia, i suoi genitori non sono proprio degli sconosciuti: il padre, Svante Thunberg, è un attore di teatro, sceneggiatore, produttore e manager; la madre, Eva Ernman, è una cantante e mezzosoprano piuttosto nota. La famiglia Thumberg è nota anche per le sue idee radicali e “liberal” – cosa abbastanza comune in Svezia – la madre Eva, fin dal 2006, ha dichiarato pubblicamente su twitter il suo pieno appoggio alla “causa LGBT”[1] (matrimoni e adozioni gay, ecc.).

Il messaggio di Greta è semplice: l’uomo, con la sua attività, sta distruggendo la Terra: il nostro futuro è a rischio, i “giovani” – espressione sempre mediaticamente molto incisiva – erediteranno un mondo devastato. O meglio: …forse non erediteranno nulla!

Già, perché il messaggio di Greta è connotato anche da un certo afflato apocalittico: “La speranza viene da noi giovani, come osate? Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote, eppure sono tra i più fortunati. Le persone stanno soffrendo, le persone stanno morendo, interi ecosistemi stanno crollando”[2], tuona la fanciulla il 23 settembre del 2019, davanti all’assemblea dell’ONU riunita in pompa magna per il “vertice sul clima”. (…) La sceneggiatura è perfetta. In tutto il mondo le parole della profetessa svedese mobilitano d’incanto milioni di persone, soprattutto i “giovani”. In Italia, periferia di tutti gli imperi del pianeta, per un giorno si istituisce l’apparente paradosso di uno sciopero istituzionalizzato: il 27 settembre, data della protesta globale #WeekForFuture, milioni di studenti e docenti trovano le scuole chiuse, piaccia o non piaccia (ma tanto, ha deciso il Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, non ci sarà problema perché pagherà tutto lo Stato: ossia, i Docenti sciopereranno ma la giornata lavorativa sarà comunque retribuita).

C’è anche la benedizione di Papa Francesco all’iniziativa: il pontefice ha infatti ricevuto la profetessa in Vaticano solo qualche giorno prima e si è schierato su tutta la linea con il fronte “ambientalista”: “Vai avanti!”, ha ingiunto il Pontefice alla fanciulla presente in Piazza San Pietro.

La benedizione del più importante leader religioso del pianeta non è fuori luogo: benché la famiglia Thumberg sia tutt’altro che credente – almeno in senso tradizionale – quella che la ragazzina sostiene è, di fatto, una sorta di religione a tutti gli effetti. E’ una religione immanente, sostanzialmente materialista (benché non priva, come vedremo, di sfumature “spiritualistiche”), ma con tutti i “crismi” del caso. (…)

Quest’ideologia, un vero e proprio “culto” che potremmo chiamare della dea Gaia, dal sapore new-age e vagamente neo-pagano, dove la Terra (Gaia appunto) diviene una semi-divinità rispetto alla quale noi uomini ci troviamo in una condizione di costante peccato, predica innanzitutto che con la nostra dissennata azione sul mondo – forse con la nostra stessa esistenza? – noi piccole “scimmie nude” mettiamo a rischio la sua stessa sopravvivenza.

CREDENZE, DOGMI ED ESCATOLOGIA DELL’ULTIMA RELIGIONE

Il neo-culto di Gaia ricalca e spesso inverte i valori e le caratteristiche delle Religioni tradizionali: l’uomo non è più il “centro dell’universo”, l’immagine di Dio delle Religioni “abramitiche”, nemmeno il chakravartin – “colui che fa girare la ruota”, lo Stato Centrale dell’universo – della Tradizione Indù; l’uomo è solo un epifenomeno marginale, forse persino un parassita che prolifera come una muffa su un frutto.

Il culto di Gaia, come tutte le religioni, possiede l’idea del peccato o comunque del tabù inviolabile: il primo e più importante di questi peccati nasce dal senso di colpa collettivo riguardo alla Madre Terra, a partire dall’idea che tutte le modificazioni ambientali drammatiche che il clima ed il mondo stanno subendo negli ultimi anni abbiano – tutti e necessariamente – un’origine antropica.

Da qui, una serie di misure che dovrebbero riguardare ogni aspetto della vita umana collettiva o individuale: una sorta di halakah o di sharìa ambientalista costantemente promossa sui media di estrazione liberal, con regole che dovrebbero andare dalla riduzione del consumo di carne (lo stesso metano prodotto dai peti delle mandrie contribuirebbe all’effetto serra globale), fino alla regola più importante, ovvero non fare figli o, se proprio è necessario, farne il meno possibile.

Gaia, del resto, non è una divinità che va troppo per il sottile: non conosce Misericordia ma solo Giustizia. L’ha ribadito di recente anche Papa Francesco, il 22 aprile 2020, in piena “pandemia da Coronavirus”, durante la cosiddetta Giornata della Terra; e l’ha fatto con parole dure e tutto sommato desuete per una Chiesa Cattolica ormai disabituata a parlare di “peccato” o men che meno di “giustizia”: “Abbiamo peccato contro la terra, contro il nostro prossimo e, in definitiva, contro il Creatore” (…) “Dio perdona sempre, noi perdoniamo alcune volte sì alcune volte no, la terra non perdona mai. La terra non perdona. Se noi abbiamo deteriorato la terra, la risposta sarà molto brutta”[3].

La religione di Gaia, infatti, ha anche – come abbiamo detto – un carattere decisamente escatologico e apocalittico: i peccati contro la Terra si stanno accumulando, presto la Terra stessa – come affermato dallo stesso Pontefice cattolico – si ribellerà.

La profetessa Greta si è sbilanciata persino nel proporre una data: la nostra civiltà non potrebbe andare oltre il fatidico anno 2030 (particolare curioso, visto che su questa data si concentrano anche le attenzioni di vari “profetologi” appartenenti a Religioni d’Oriente e d’Occidente).  (…)

Come ogni religione che si rispetti, tuttavia, anche il culto di Gaia contiene le sue promesse. Certo, essendo una religione essenzialmente “materialistica” (per quanto, come detto, non disdegni riferimenti vagamente mutuati dal mare magnum dello “spiritualismo moderno”), il nuovo culto non si sofferma sulla Salvezza dell’anima o sulla Liberazione, ma piuttosto sulla salute. Gaia promette ai suoi fedeli (al suo “piccolo resto”, perché lo scopo finale – come vedremo – è che nel mondo la popolazione si riduca drasticamente), un perpetuo benessere mondano, una vita ludica, disinibita e piuttosto lunga, una prospettiva di esistenza piacevolmente zoologica (perché l’uomo non sarebbe altro che un animale fra i tanti e anche abbastanza “nocivo”).

Di più: se dovessimo salvarci dall’apocalisse prossima ventura (o per chi si salverà) si schiuderebbe un Mondo Nuovo, una sorta di paradiso cyberpunk dove l’uomo e la tecnologia più sofistica interagiranno reciprocamente, dove ogni problema umano e mondano potrebbe essere risolto: una fase finale (ed escatologica) dell’evoluzione che porterebbe ad un mondo post-umano (lì dove le vecchie Religioni promettono la dimensione edenica, la Gerusalemme Celeste o i Cieli).

E POI VENNE IL VIRUS!

Ma tutto questo accadeva solo alcuni mesi fa, poi, all’improvviso, sullo scenario globale fa la sua apparizione un ospite (forse?) inatteso, ma il cui effetto sarà dirompente e sembrerà davvero concretizzare alcuni dei timori e delle speranze dei “fedeli di Gaia”.

Un virus “pandemico” (?) costringe improvvisamente miliardi di persone dentro le proprie case, impone distanziamento, riduce l’impatto dell’animale-uomo sul corpo di Gaia, prefigura persino – grazie all’emergenza – quella simbiosi uomo-macchina auspicata da alcuni. (…)

Per tutti questi motivi vale dunque la pena approfondire i vari aspetti politici, culturali, soprattutto spirituali di quello che sta accadendo. Il 2020, infatti, ha visto aprirsi una Finestra di Overton; é iniziato un grande esperimento sociale. Forse siamo agli inizi di una rivoluzione epocale. (…)

Siamo dunque entrati in una Finestra di Overton delle libertà personali? Siamo di fronte ad una Nuova Era? Il mondo non tornerà più come prima – come affermano ossessivamente gli stessi mass-media? Dovremo studiare una nuova umanità ed un nuovo modo di stare al mondo? E’ forse in atto la vendetta di Gaia di cui il Pontefice stesso paventava l’implacabile ferocia?

Ma andiamo per gradi, perché per capire – o anche solo per cercare di intuire – cosa sta succedendo e cosa potrebbe accadere nel prossimo futuro, è forse necessario tornare indietro nel tempo ben prima degli ultimi mesi: tornare alle “fucine” di quel pensiero dominante che oggi imperversa nel mondo.

Ed è questo che ci accingiamo a fare con voi lettori.