L’UE vara l’uso di spyware per scoprire fonti riservate di giornalisti “in nome della sicurezza nazionale”.

Daily Mail

L’Unione Europea non si contenta del servagggio dimostrato dai professionisti della “informazione”; è pronta ad approvare nuove leggi che consentirebbero ai governi di spiare i giornalisti in nome della sicurezza nazionale.

La legislazione amplierebbe le “scappatoie” legali che consentono ai governi di installare spyware sui telefoni e sui computer dei giornalisti, compresi i giornalisti britannici che lavorano nell’UE, hanno avvertito gli attivisti per la libertà di stampa.

Il disegno di legge, che è stato ora concordato dagli ambasciatori di Bruxelles, estende le esenzioni per la “sicurezza nazionale” oltre a quelle contemplate dal terrorismo e dalle minacce alla sicurezza nazionale.
Consentirebbe ai governi dell’UE di utilizzare un’ampia gamma di reati, dall’omicidio al furto alla pirateria musicale, come giustificazione legale per l’utilizzo di “software di sorveglianza intrusivo” sui giornalisti.

I sostenitori della libertà di stampa hanno avvertito che i cambiamenti dell’ultimo minuto richiesti dalla Francia potrebbero “aprire la porta a ogni tipo di abuso”.

L'UE è pronta ad approvare nuove leggi che consentirebbero ai governi di spiare i giornalisti in nome della sicurezza nazionale (Foto d'archivio: presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen)

Tutti i 32 reati elencati nel mandato d’arresto dell’UE, insieme a qualsiasi reato che potrebbe comportare una pena detentiva superiore a cinque anni, potrebbero essere utilizzati ai sensi del nuovo disegno di legge.

Consentirebbe inoltre ai governi dell’UE di esentarsi dallo spionaggio dei giornalisti se si tratta di un “requisito imperativo di interesse pubblico”.

Gli attivisti hanno criticato il disegno di legge in quanto hanno avvertito che potrebbe rappresentare una minaccia per la libertà di stampa e avere un “effetto raggelante” sugli informatori.

Julie Majerczak, direttrice di Reporter senza frontiere a Bruxelles, ha dichiarato: “La possibilità di monitorare i giornalisti in nome della sicurezza nazionale è una porta aperta a ogni tipo di abuso”.

Renate Schroeder, direttrice della Federazione europea dei giornalisti, ha denunciato le “pericolose scappatoie” e ha affermato che le esenzioni hanno inferto un “colpo alla libertà dei media”.

“Mette i giornalisti ancora più a rischio e crea inoltre un effetto agghiacciante su informatori e altre fonti”, ha affermato.

Gli ambasciatori presso l’UE porteranno ora il progetto di legge al Parlamento europeo, al fine di elaborare il testo finale.

La Commissione europea, il braccio esecutivo dell’UE, ha accolto con favore l’accordo degli Stati membri del blocco e ha chiesto che il progetto di legge diventi presto legge.

‘Un passo importante verso le prime regole dell’UE per proteggere il pluralismo e la libertà dei media. Dovremmo tutti fare di più per proteggere i giornalisti’, ha detto la funzionaria della commissione Vera Jourova, che ha proposto la legge l’anno scorso.

“Spero che il Parlamento possa lavorare rapidamente e che arriviamo presto a un accordo definitivo”.

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