E’ ORA CHE RIVENDICHIAMO IL NOSTRO MERITO NEL DISTRUGGERE IL NAZISMO

Vedo che la presidente della Croazia, che ha partecipato alla supercelebrazione globale  di Memoria a  Yad Vashem, è stata accusata di ipocrisia per aver in passato onorato  il monumento ai “gefallen kroaten  1945”, ossia ai combattenti ustascia:  volonterosi carnefici, non c’è che dire, del Reich, in eliminazione di ebrei, serbo, bosniaci – tanto, dice, da suscitare qualche obiezione dello stesso Fuhehr per la crudeltà.

https://twitter.com/NebojsaMalic/status/1221931148017840129/photo/1

 

Nel giorno della Memoria solennissimo che s’è concluso, noi abbiamo perso come Italia una grande occasione politica:  rivendicare  in quella sede, di fronte all’ebraismo e  alla Israeli lobby, i nostri  storici  meriti di distruttori del nazismo, che  hanno contribuito alla sua  disfatta, quasi quanto i sovietici che liberarono Auschwitz e occuparono Berlino – ma al prezzo di 20 milioni di morti.

No, noi abbiamo fatto di più: abbiamo contribuito in quanto Fascisti e Alleati.

Pensate solo se  il regime fascista fosse rimasto  neutrale, come Francisco Franco in Spagna.  Avremmo presidiato senza  problemi la Libia, incontrastati dagli inglesi in Egitto,che si sapevano deboli. Invece, come sapete, Mussolini volle la  gloria; ordinò al maresciallo Graziani di conquistare appunto  l’Egitto.  Con una immensa truppa di fantaccini  senza camion, senza corazzati  (salvo le scatole di sardine), senza armi anticarro.  Bastò  la comparsa dei Matilda per far arretrare, poi letteralmente scappare, i nostri poveri fantaccini  – a piedi ovviamente – per quasi ottocento chilometri; 130 mila di loro furono catturati.  La Cirenaica era perduta

Sardine, sempre sardine   nel nostro destino

Hitler, per amicizia e ammirazione verso il duce,  e scongiurare il collasso, dovette impegnarsi su un fronte  che non era nei suoi programmi; mandò un intero corpo d’armata – e quale? L’Afrikakorps!

E  sì, signori della Memoria: come italiani possiamo vantarci di aver inchiodato su un fronte inutile 220 circa  panzer  nazisti,  consumato una forza di splendidi combattenti  del Reich, in numero di oltre 200 mila (gli inglesi ne presero prigionieri 180 mila), e  bloccato nelle sabbie  un genio militare che i britannici temevano  e ammiravano.  Che lasciammo inoltre a stecchetto di carburante, perché era la Marina italiana e i suoi ammiragli filo-britannici  a  provvedere ai rifornimenti.

Insomma, una strepitosa affermazione di anti-nazismo.

Provate solo a  immaginare cosa avrebbe potuto fare – lasciato libero dalle  incombenze italiane  –  Rommel col suo corpo d’armata  corazzato  e i suoi 200 mila motivatissimi combattenti meccanizzati, sul fronte russo.  Magari i sovietici  avrebbero avuto grossi problemi ad arrivare ad Oswiecim.

Ed ancor più bella fu la grandiosa strategia  consistente nel  nobile proposito di  “spezzare le reni alla Grecia”.  Una  tentata invasione  contro un regime  fascista – governava in Atene il dittatore Metaxas, che si ispirava al Terzo Reich – e  preparata  tenendo accuratamente  all’insaputa  l’alleato  nazista. Si sa che Mussolini fu eccitato dal  genero, Ciano, che voleva fare lo stratega e  riteneva che i tedeschi non dessero importanza che meritava al nostro apporto. Il duce friggeva, voleva un qualche successo per sedersi al tavolo di pace (che sentiva imminente …) con  qualche conquista.

Ma prego i sacerdoti di ammirare: più ancora del progetto, conquistare un paese fascista, fu meravigliosa l’esecuzione. Vuoi conquistare la Grecia,  paese di coste e isole?  Ma tu –  furbo  – lo attacchi dall’Albania,  cercando di  conquistare le montagne dell’Epiro; e   quale momento scegli? Le soglie dell’inverno.  Tanto, assicuravano i nostri servizi (che non si pretendevano ancora  di ”intelligence”) i   greci sono gente che non ha voglia di battersi.

Il nostro attacco  comincia il 28 ottobre; il 1 novembre, il contrattacco greco  blocca le truppe  italiane sul fiume Kalamas. Fango, pioggia e gelo. “La divisione alpina Julia presso il passo di Metsovo viene aggredita da sette divisioni greche, di fianco e a tergo puntando sulla conca di Corcia (Korcè), dove le divisioni Parma e Piemonte, e poi Venezia e Arezzo fatte accorrere dal confine iugoslavo, sono anch’esse travolte. I greci minacciano di aggirare tutto lo schieramento italiano raggiungendo la strada Corcia-Perati. (il Ponte di Perati diventerà famoso per gli Alpini italiani della Julia come il “Ponte della Bandiera Nera” una triste canzone degli Alpini –
“Sul ponte di Perati bandiera nera
L’è il lutto degli alpini che fan la guerra
L’è il lutto degli alpini che fan la guerra
La meglio gioventù che va sotto tera”

Il 3-5,  gli inglesi bombardano  la nostra base navale Taranto, affondano le  corazzate Littorio, Cavour e la Duilio.  Da dove  sono decollati? Dalla portaerei Illustrious, che sta a meno di 200 miglia  dalle nostre coste.  Noi facciamo la guerra con le portaerei nemiche sotto casa.

Ma già  il 20 novembre, un Hitler, stavolta incazzato, “critica aspramente la decisione dell’attacco alla Grecia. “Lo stato delle cose così creatosi ha conseguenze psicologiche e militari gravissime a proposito delle quali è importante far luce completa… Le conseguenze psicologiche della situazione sono spiacevoli….”(…) le conseguenze militari di questa situazione sono, Duce, molto gravi….Gli inglesi intensificheranno le loro basi aerea sul Mediterraneo… Non oso pensare nemmeno alle conseguenze che ne deriverebbero (vicini ai pozzi petroliferi Rumeni. Ndr.). (…) Gli inglesi saranno del tutto indifferenti se gli italiani distruggono le città greche per rappresaglia; ma è l’attacco contro città italiane che sarà decisivo…tutte le località costiere italiane saranno minacciate…(…)
Dal punto di vista militare questa situazione è una minaccia e per quanto riguarda la nostra zona petrolifera romena è addirittura paurosa….
Senza la collaborazione della Iugoslavia non c’è da rischiare nei Balcani operazione alcuna.
Bisogna tentare con ogni mezzo di allontanare la Russia dalla sfera balcanica”.

Di fronte a questa lezione di strategia continentale, impagabile la risposta del duce: dà la  colpa

“1) Al maltempo che imperversa  con piogge violenti ha arrestato la marcia delle forze meccanizzate. Una divisione corazzata, ad esempio, è rimasta letteralmente affondata nel fango.
2) Alla defezione quasi totale delle forze albanesi che si sono rivolte contro le nostre unità. Una sola divisione nostra ha ad esempio dovuto disarmare e rinviare nelle retrovie 6000 albanesi.
3) All’atteggiamento della Bulgaria che ha permesso ai greci di ritirare otto divisioni che avevano in Tracia, e che sono venute a rafforzare quelle che già si trovavano a noi opposte.”

http://www.storiologia.it/mussolini/grecia.htm

Non è ciò esemplarmente italiano? E’ colpa degli  altri, e poi pioveva forte.

Insomma anche quella volta,  fu Hitler a dover occupare la Grecia:  impegnando divisioni di montagna, divisioni corazzate, Stukas, SS Leibstandarte… –

Ancora una volta. Possiamo rivendicare il merito di aver costretto i nazisti  ad usare e  mantenere uomini e mezzi in un fronte completamente inutile, ed in una occupazione superflua. 

 L’anno prossimo  allo Yad Vashem per il Sesto  Forum Mondiale dell’Olocausto dal titolo “Ricordare l’olocausto: combattere l’antisemitismo”,  il governo italiano dovrebbe sedere a fianco di Putin fra i grandi distruttori del Reich  –  senza noi fascisti, Hitler avrebbe magari vinto la guerra, e allora l’Olocausto avrebbe avuto una misura ancora più spietata.  Potremmo esibire le tirate  di Ciano, il genero: chi più antinazista di lui,   nelle conversazioni private e nei diari?

La Carfagna  ha  già  ha rivendicato:

E’ una cosa che, se fosse  intelligente, potrebbe rivendicare il molto filo-israeliano Salvini. “Tikkun Olam!”,  potrà cantare.

E’ stata la sua grande campagna elettorale in Romagna  a ispirarmi questo pezzo.  Non so come, ma vedo una costante nella classe dirigente:  si spezzano le reni  alla Grecia, si combatte la droga al citofono del Pilastro, senza prevedere che i mezzi non sono adatti, che  gli insulti  non sostituiscono la strategia mancante, e  le conseguenze saranno disastrose – e il senso  di responsabilità   verso  il  popolo non albeggia mai nella “classe  dirigente” di turno.

 

E’ la nostra storia  ricorrente: “l’uomo solo al comando”  nella variante italiota: “L’Insipiente solo al comando (e si fa consigliare dal genero o altro parente)”.

Ciò  spiega il fenomeno  che abbiamo visto  verificarsi  nell’ultimo decennio: i partiti-fisarmonica, che raccolgono il 40%, e un anno dopo finiscono al 5.  L’abbiamo visto con il Berlusca, l’abbiamo visto con Renzi,lo abbiamo visto col  5Stelle  (dove lo scemo solo al comando e Beppe), adesso stiamo  per vederlo con Salvini.

Ma il prototipo è, appunto, Mussolini: dal consenso totale, a piazzale Loreto. Siccome Salvini non ci pensa, qualcuno lo metta sotto controllo.